Il docu film Bergamo d’improvviso, un viaggio nella rinascita a tre anni dal dramma. Video-intervista a Daniele Vavassori (Vava 77)

Un film uscito nell’anno in cui Bergamo è Capitale italiana della Cultura 2023 assieme alla vicina “cugina” Brescia

Restano impressi nella mente le immagini di quei camion dell’esercito che portano le bare per le strade di Bergamo. Il silenzio di quei giorni, le sirene e i rintocchi delle campane significavano la perdita di un proprio familiare o conoscente strappato alla vita per mano del Covid.

A tre anni di distanza, lo scorso 18 marzo, nella giornata dedicata a tutte le vittime della pandemia, si sono svolte le commemorazioni nel Bosco della Memoria appena inaugurato, nei pressi dell’ospedale di Bergamo, luogo-simbolo di chi faticosamente si è dato da fare in quel periodo per salvare più vite possibili. Fatica e coraggio non sono mancati ai bergamaschi per rialzarsi. Si chiama resilienza che ha permesso a loro di rinascere.

Se d’improvviso Bergamo è stata catapultata nell’ombra di un batterio mortale proveniente dalla Cina, d’improvviso ha svelato un volto inedito al mondo, sapendo come rinascere dalle macerie. Lo ha fatto con dignitosa riservatezza e con grande tenacia.

A dimostrarlo sono le diverse storie di alcuni bergamaschi raccontante nel docufilm Bergamo D’Improvviso, prodotto da Officina della Comunicazione, Gewiss e Chorus Life, con la collaborazione del Comune di Bergamo, per la regia di Emanuele Sana, che celebra la rinascita della città dopo la stagione buia del covid. Un film uscito nell’anno in cui Bergamo è Capitale della Cultura 2023 assieme alla vicina “cugina” Brescia. Dopo la première al Teatro Sociale di Bergamo e la prima assoluta in tv, è disponibile ora sulla piattaforma Discovery+.

Bergamo riparte quindi dalla cultura. E ad accompagnare il racconto delle eccellenze bergamasche nel docu-film è Daniele Vavassori, in arte Vava 77, che nasce cantante e diventa doppiatore per lo più demenziale, come si definisce lui. Doppia pezzoni di film americani o interviste in dialetto bergamasco, a volte mischiandolo con l’inglese.

Un bergamasco doc “internazionale” che ispirato dalle parole dell’attore Giorgio Pasotti, prende spunto da Arlecchino, maschera veneziana ma di origini bergamasche, che ha fame di vita. Un po’ come lui, Daniele, in vesti di attore, viene catapultato in una Bergamo diversa dal periodo pre-covid. In questo sogno è impacciato e smarrito, ma usa l’immaginazione per riscoprire un lato sconosciuto della città.

Daniele dice di portarsi sulle spalle i bergamaschi per riscoprire una nuova Bergamo. E come i bergamaschi mostra un carattere resiliente. Lo ha fatto e lo fa con la risata, realizzando qualcosa di altisonante e lontano dal normale.

E nell’uso del dialetto durante le sue produzioni, si capisce subito il suo legame con le origini, nonostante la voglia di guardare al futuro.

Servizio e video-intervista di Matteo Gibellini

Supporto tecnico: Simone Marossi

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