Il Piccolo Principe compie 80 anni

Mentre nel mondo sono numerosissimi gli eventi organizzati per celebrare l'importante anniversario, ripercorriamo alcuni tra i più affascinanti retroscena legati a questo libro per tutte le età, da tenere sul comodino e rileggere ogni tanto perché ha sempre qualcosa da dire e non si è mai troppo grandi per i bei racconti

Il 6 aprile ricorre l’80° anniversario dalla prima pubblicazione de The little prince, longseller tra i più letti e amati di sempre. La prima ad essere pubblicata fu la traduzione inglese, che precedette di pochi giorni quella francese, nonostante fosse quest’ultima la lingua originale in cui la storia fu scritta da Antoine de Saint-Exupéry.

L’autore, che è anche il co-protagonista del racconto assieme al celebre bambino con la sciarpa d’oro, ha una storia avvolta dal mistero. Nonostante il complesso e tormentato processo editoriale che aveva impegnato Saint-Exupéry fin dagli anni Trenta (nel 1935 ebbe realmente una grave avaria in pieno deserto del Sahara e fu salvato miracolosamente dagli indigeni quando era ormai pressoché morto di sete) in svariate riscritture, egli non godette mai del successo del suo libro più apprezzato.

Nel 1943 lasciò New York, dove viveva esule con sua moglie, per tornare a combattere come pilota in Francia. Scomparve il 31 luglio dell’anno successivo mentre era in volo. Né il corpo né l’aereo furono mai ritrovati e le ipotesi al riguardo negli anni sono state svariate, ma venne probabilmente abbattuto da un aereo tedesco della Luftwaffe. Alcuni sostengono che un braccialetto e alcuni resti del mezzo fossero al largo di Marsiglia, mentre altri che l’uomo fosse sopravvissuto, rifugiatosi nelle Bermuda, e che sarebbe morto molto tempo dopo. A questo proposito è stato di recente pubblicato ‘Codice 612. Chi ha ucciso il piccolo principe?’ del giallista francese Michel Bussi, il quale tenta di ricostruire in chiave fantastica il mistero che accomuna i destini del piccolo principe e del suo autore. Anche il giovanissimo protagonista, infatti, porta con sé un enigma eterno sul proprio epilogo che lascia aperto il finale del celebre libro.

Antoine de Saint-Exupéry è l’aviatore che incontra il piccolo principe, ma è anche il piccolo principe stesso: aveva infatti la sua età quando gli adulti scoraggiarono la sua passione per il disegno, e con essa la capacità di vedere ciò che gli altri non vedono (ad esempio un boa che ha mangiato un elefante dove gli adulti vedono un banale cappello a cilindro). Quando il piccolo principe vede nel disegno dell’aviatore esattamente ciò che lui aveva disegnato senza esitare neanche un istante, quest’ultimo si ricongiunge con quel bisogno di scoprire il mondo con gli occhi di un bambino per poter dare a ogni cosa il giusto valore. Quel modo di osservare è l’essenza stessa del piccolo principe, che si pone mille interrogativi, che scopre che la vita è amore ma anche sofferenza, che “ci si consola sempre” ma che guardare col cuore tutto ciò che ci circonda è l’unica piena esistenza che l’uomo può conoscere.

Le illustrazioni di Saint-Exupéry sono oggi tra le più famose, riconoscibili e apprezzate al mondo.

Il piccolo principe è la parte più innocente di ciascuno di noi: tutti siamo stati il piccolo principe almeno una volta nella vita, nel segreto del nostro cuore o quando eravamo troppo piccoli per ricordarlo. Nonostante sembri che Saint-Exupéry riporti idee frutto di chissà quale incredibile e profonda consapevolezza della vita umana, in realtà queste non sono altro che i germogli dai quali nasciamo, che restano puri finché sono sottoterra. È quando si viene a contatto con il mondo esterno che le cose si complicano.

Il volo e la scrittura, tuttavia, sono gli elementi che permettono ad Antoine de Saint-Exupéry di continuare a sognare per tutta la vita, che lo legano ad un mondo in cui tutto è possibile. Lo scrittore inizia a volare quando volare era una magnifica sfida e lo fa trasportando “le parole degli altri”, ovvero la posta da Tolosa a Dakar per la compagnia aeropostale. Romana Petri è autrice di ‘Rubare la notte’ un intenso romanzo sulla vita dell’uomo amante dell’avventura, prima ancora bambino autore di poesie, legatissimo alla madre e soprannominato ‘re Sole’ per la sua eccentricità e la sua stravaganza. Il libro è edito da Mondadori e candidato al premio Strega.

La profonda semplicità dei concetti ha permesso a miliardi di persone di essere toccati dalle esperienze che fanno l’aviatore e il piccolo principe. È la stessa semplicità che rende il linguaggio tanto universale da non porre barriere anagrafiche, geografiche, culturali o sociali: è un libro che parla a tutti.

In Italia fu pubblicato per la prima volta nel 1949 da Bompiani, il quale è rimasto l’unico editore fino al 2015 quando, una volta decaduto il diritto d’autore, sono state svariate le case editrici italiane che l’hanno fatto proprio con nuove prefazioni, nuove copertine, nuove traduzioni (anche in diversi dialetti) e versioni pop-up.

Prima edizione italiana de Il piccolo principe, edito da Bompiani.

Nel 2010 in Francia è nato anche un adattamento televisivo sottoforma di cartone animato, che è stato poi distribuito in Italia l’anno successivo. La colonna sonora italiana è interpretata da Simone Cristicchi.

Una scena tratta dal cartone animato.

Nel 2015 (e poi in Italia nel 2016) è uscito al cinema l’omonimo film d’animazione che vanta doppiatori di grande calibro tra i quali Toni Servillo, Paola Cortellesi, Stefano Accorsi, Alessandro Gassman, Giuseppe Battiston e Pif.

Il piccolo principe tenuto per mano dall’aviatore in una scena del film.

In occasione nell’importante compleanno è partito anche il 1° febbraio un tour teatrale diretto da Stefano Genovese che fino al 2 aprile ha riempito i teatri di Roma, Bologna, Torino, Firenze e Milano.

Una scena tratta dallo spettacolo teatrale.

Oltre a musei e mostre in giro per il mondo tra Jeju in Corea del sud, Miami e Porto, vale la pena segnalare il MASE – Museo Antoine de Saint-Exupéry – ad Alghero, l’ultima città che avrebbe visto vivo il grande scrittore prima della scomparsa. Il 10 maggio del 1944 l’aviatore arrivò nell’Aeroporto militare di Fertilia e visse ad Alghero fino al Luglio dello stesso anno, nella Baia di Porto Conte, in una villa posta su una lieve altura davanti alla Torre Nuova. Riportiamo dal sito del museo:

Il MASE celebra la vita e le opere dello scrittore-aviatore dedicandogli uno spazio museale allestito proprio in quei luoghi tanto cari all’autore de “Il Piccolo Principe”. Il Museo ripercorre i momenti più affascinanti e avventurosi della sua biografia, accompagnandoci alla scoperta di curiosità e dettagli inaspettati che riguardano il suo legame con la città di Alghero. Le sale e le teche ospitano installazioni a tema, cimeli, documenti d’epoca e opere d’arte, dettagliati pannelli informativi e le foto scattate ad Alghero da John Phillips nel 1944, il fotoreporter di fama internazionale della celebre rivista americana Life, che produsse un servizio fotografico sullo scrittore immortalando gli ultimi momenti della sua vita. 

Il più grande collezionista de ‘Il piccolo principe’ è Jean-Marc Probst, di Losanna. Amante sin da bambino dei valori che l’opera trasmette, decide di collezionarla quando nel 1980 inizia a viaggiare molto e si rende conto dell’incredibile numero di edizioni e traduzioni esistenti. Oggi la collezione conta 6650 edizioni  de ‘Il piccolo principe in 537 lingue  e dialetti, 436 libri sul piccolo principe, 44 libri su Antoine de Saint-Exupéry, 89 fumetti, e poi, CD, DVD, riviste, vinili, riviste, programmi televisivi, oltre a gadget di ogni genere. Tra le chicche più particolari ma anche di maggior valore vi sono alcuni acquerelli originali dipinti da Saint-Exupéry, le due prime edizioni (inglese e francese) del ’43 firmate dall’autore, il contratto di edizione della prima edizione assoluta (per Reynal & Hitchcock, NY), un’edizione firmata da Léon Werth, l’amico cui l’autore ha dedicato il racconto, la prima edizione di Gallimard del ’45 firmata da Consuelo, moglie dell’autore-aviatore. Nel 2013 la collezione privata e diventata una fondazione a scopo benefico che si occupa della tutela della collezione stessa e delle copie rare sparse per il mondo ma soprattutto di realizzare nuove traduzioni in particolare in lingue di Paesi del Terzo mondo affinché vengano donate e utilizzate come strumenti didattici per diffondere valori positivi.

Molto interessante è il sito della collezione, il quale conserva un archivio inestimabile di informazioni dettagliate e specifiche legate alle varie edizioni con tanto di digitalizzazione delle copertine e di alcune pagine che presentano anche dediche e autografi.

Prima edizione autografata dall’autore.

Tra i maggiori collezionisti italiani vi è Antonio Massimo Fragomeni, possessore di oltre 2500 edizioni in più di 400 lingue e dialetti. Ha iniziato la sua collezione quando aveva già trent’anni e gli si è presentata casualmente l’occasione di leggere il libro. Anche lui ha creato un archivio digitale nel quale è possibile visionare uno per uno i libri che fanno parte della sua collezione.

Incredibile quante storie, vite ed emozioni si intrecciano al racconto del piccolo principe, che con poche e semplici parole esiste in così tante forme, un segmento senza un inizio né una fine che da 80 anni fa sorridere gli occhi di chi lo legge.

di Giulia Ala

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