Donne che hanno rivoluzionato la scienza: Ipazia, Maria Sibylla Merian e Ada Lovelace

Con queste tre scienziate si viaggia nel tempo a partire dal quinto secolo dopo Cristo fino al 1800. Donne di altri tempi, ma che hanno lasciato un patrimonio culturale scientifico che non ha età

In questo articolo si tornerà indietro nel tempo, più di quanto si possa immaginare, perché infondo, il ruolo delle donne nella scienza ha radici che affondano in un passato molto remoto.

Si parlerà di Ipazia, astronoma, matematica e filosofa vissuta nel quinto secolo dopo Cristo. A seguire si conoscerà da vicino la figura di Maria Sibylla Merien, una entomologa vissuta nel 1600. Infine, si tratterà di Ada Lovelace, una famosissima matematica e scrittrice che ha rivoluzionato la storia della scienza sul fine del periodo del romanticismo.

Tre donne vissute in tre periodi lontanissimi sia tra loro che da noi, ma che, grazie al loro genio, hanno lasciato testi e scoperte fondamentali per lo studio delle scienze giunte fino ad oggi.

Figlia di uno degli ultimi membri della celebre biblioteca di Alessandria, Ipazia è tra le prime donne ad aver studiato ed insegnato matematica di cui la storia ha testimonianza. Fu l’unica donna inserita nel dipinto “La scuola di Atene” di Raffaello. Nacque attorno al 350 d.C. ad Alessandria, in Egitto. Fu suo padre a introdurla alle discipline dell’astronomia, matematica e filosofia. Divenne un’esperta e ben presto contribuì alla teoria dei numeri. Nonostante fosse una donna, era rispettata e adorata dai suoi allievi, maschi compresi. Le persone arrivavano anche da luoghi lontani pur di ascoltare i suoi discorsi sulla filosofia neoplatonica.

In quel periodo ad Alessandria c’erano forti scontri dovuti alla religione. Pagani, ebrei e cristiani iniziavano ad avere scontri sempre più violenti e, essendo Ipazia una pagana, fu subito presa come target. Fu uccisa da un estremista cristiano nel 415 d.C.

La sua vita finì, ma il suo nome divenne leggenda.
Nel 2009 è uscito il film Agorà che racconta la vita, in chiave romanzata, di questa donna indimenticabile.

Maria Sibylla Merian nacque in Germania nel 1647. Con lei arte e scienza si fondono per dare origine a capolavori dell’entomologia. In quel tempo gli insetti erano visti dalle persone semplicemente come essere piccoli e disgustosi, in pochi si appassionavano al loro studio. Maria Sibylla ne era affascinata. La sua passione erano le farfalle. La connessione tra larva e farfalla era ancora poco nota e fu proprio questa scienziata, nel 1679, a pubblicare un libro sulla metamorfosi ricco di appunti e immagini. Illustrò in maniera meticolosa l’intero processo di metamorfosi di questi animali.

Lasciò il marito e con le figlie partì per raggiungere una setta di religiosi nei Paesi Bassi. Questa convivenza in comunità durò poco in quanto la rigidità di vita condotta le impediva di portare avanti i suoi studi. Si spostò quindi ad Amsterdam, da cui partirà all’età di 52 anni per una spedizione nella foresta pluviale in sud America. Era assetata di conoscenza e, nonostante i rischi del viaggio, partì in nome della scienza per studiare gli insetti. Morì di malaria durante il viaggio.

Il suo libro più importante: La metamorfosi degli insetti del Suriname fu pubblicato nel 1705. Le sue illustrazioni erano veri e propri capolavori d’arte che sono stati utili agli studiosi dei secoli successivi. La sua peculiarità era quella di osservare e dipingere insetti vivi, al contrario degli altri scienziati che invece si limitavano a osservare insetti morti.

A lei fu dedicata una banconota in Germania.

Ada Lovelace fu una matematica e scrittrice vissuta nel diciannovesimo secolo. Si descriveva come una scienziata poetica. La sua passione per le materie scientifica si deve a sua madre, una Isabella Milbanke, soprannominata la principessa dei parallelogrammi. Fu lei a fare della figlia un vero genio. Nel 1833 incontrò Charles Babbage, col quale collaborò nella creazione della macchina analitica. Viene ricordata come la prima programmatrice al mondo. La loro collaborazione non avvenne in maniera lineare.

Quando Ada conobbe Charles aveva solo 17 anni e lui, un uomo adulto che godeva di una certa fama non aveva tempo da perdere con una ragazzina che si dilettava a giocare con in numeri. Il signor Babbage si ricredette quando, nel 1843, lesse un articolo su di lui in un giornale svizzero, tradotto poi in inglese. Attraverso quel testo Ada riuscì innanzitutto ad arrivare a lui, e, soprattutto, ad impressionarlo al punto di convincerlo a chiamarla a contribuire al suo lavoro.

Il sogno di Ada era quello di un mondo in cui le macchine non erano in grado solo di fare calcoli, ma anche di realizzare suoni e scrivere testi musicali, divenendo quindi un’estensione del corpo umano.

Morì a soli 36 anni per un cancro all’utero, ma la sua vita ed il suo nome hanno senza dubbio rivoluzionario la storia delle scienze.

Cento anni dopo la sua morte, nel 1953, furono pubblicati i suoi appunti riguardanti la macchina analitica di Babbage, la quale fu riconosciuta come il primo modello di computer. Scrisse anche di un algoritmo per la macchina in grado di calcolare i numeri di Bernouli. Questo ultimo algoritmo è riconosciuto ancora oggi come il primo programma informatico, facendo di lei la prima programmatrice della storia.

Qualche curiosità: Ada firmava le sue lettere a Babbage come “Lady Fairy”. Ogni secondo martedì di ottobre si celebra l’ “Ada Lovelace Day”. Il suo nome “Ada” fu usato dal dipartimento della difesa degli Stati Uniti per nominare un linguaggio di programmazione.

di Fabiola Cacciatore

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