Meteora dei Linkin Park compie vent’anni: la storia di una band che ha segnato gli anni 2000

Il secondo album più venduto della band statunitense spegne le candeline, portando ai fan un’edizione speciale del disco e due nuovi inediti perduti con la voce del defunto cantante Chester Bennington

Il 7 aprile, dopo tanta attesa scaturita anche dall’intelligente marketing di lancio della band, è uscita l’edizione speciale per i vent’anni dall’uscita dell’album Meteora dei Linkin Park, intitolata Meteora 20th Anniversary Edition, com’era già stato fatto in precedenza per la ricorrenza del ventennale del primo album della band Hybrid Theory, nel 2020.

Dopo aver cambiato l’immagine dei loro profili social, i primi di febbraio, sostituendola con una versione stilizzata della copertina di Meteora e aver condiviso link scaricabili che mostravano un countdown; all’interno del sito ufficiale della band sono anche comparsi un insieme di indizi di oggetti in stile anni 2000, riconducibili alla parola “Lost”, titolo dell’inedito di lancio del nuovo album.

L’album commemorativo è stato pubblicato in diversi formati: Deluxe CD, Deluxe Vinyl Box Set, Digital Download e l’edizione speciale più vociferata di tutte, la Limited Edition Super Deluxe Box Set, che include cinque dischi 33 giri, quattro CD contenenti varie tracce, tra live ed inediti, 3 DVD contenenti diverse registrazione live del 2003 e un documentario sulla band, oltre a diversi gadget come poster, adesivi e un libro di 40 pagine.

In tutti i formati sono presenti demo inedite, i quali titoli erano noti alla comunità da anni, ma non erano mai stati associati a brani specifiche, fino a questa versione: un vero e proprio must-have per gli appassionati.  

I brani inediti di Meteora 20th Anniversary Edition

Per anticipare l’uscita del nuovo album la band rende di pubblico dominio, il 10 febbraio, il primo inedito con la voce di Chester Bennington, dopo la morte del cantante avvenuta nell’agosto del 2017, intitolato Lost. La traccia, registrata, mixata e completata durante le sessioni in studio di Meteora del 2003 e mai pubblicata, viene per anni dimenticata e ritrovata dai componenti del gruppo solo durante la ricerca di materiale registrato durante la composizione di Meteora, venendo così di proposito nominato “Lost”.

Mike Shinoda, fondatore del gruppo e grande amico del compianto Bennington afferma: “Trovare questa traccia è stato come trovare una tua foto preferita che però avevi dimenticato di aver scattato, come se stesse aspettando il momento giusto per mostrarsi. Per anni i fan ci hanno chiesto di pubblicare qualcosa con la voce di Chester – continua Shinoda – e io sono emozionato all’idea di poterlo fare in un modo così speciale”.

Dopo il primo inedito in perfetto stile Linkin Park anni 2000, con il lancio dell’edizione speciale viene rilasciata anche una seconda traccia inedita con la voce del frontman, anch’essa ritrovata negli hard drive delle sessioni in studio di Meteora. Il brano, intitolato Fighting Myself, riprende la vena tipicamente crossover della band, con un continuo cambio di strofe rappate di Mike Shinoda e il cantato di Chester Bennington.

Massive, terzo inedito inciso vent’anni fa, vede un brano solista di Shinoda, seguito da altre demo (come More The Victim o Healing Foot) mai pubblicate in precedenza e rilasciate solo il 7 aprile con l’arrivo del nuovo album.

Tutti i videoclip dei brani sono stati realizzati con l’aiuto dell’intelligenza artificiale Kaiber.ai e diretti dal regista Jacky Lu; in particolare, per il video dell’inedito di punta Lost si è vista la collaborazione del gruppo con lo studio d’animazione Shibuya. Il video è stato diretto dalle registe Maciej Kuciara e Emily “Pplpleasr” Yang, riproponendo grazie all’intelligenza artificiale diverse sequenze di video e concerti dei Linkin Park, riportando, in un certo senso, in vita Chester.

Tuttavia, pur essendo questo video un apprezzatissimo omaggio al cantante e all’amico, Shinoda esclude categoricamente la possibilità di inserire all’interno di eventuali concerti un suo ologramma: “È inquietante, per me è sempre stato un no. Capisco che sia un modo di trasportare il pubblico in un momento in cui sono nate quelle canzoni, ma non credo che comprerei un biglietto per vedere uno show del genere”.

Il lascito musicale della band

Oltre alle novità degli inediti, nell’edizione speciale di Meteora vengono riproposti anche (e soprattutto) grandi classici dell’album della band, con nuove versioni live di alcune delle più iconiche tracce, come Numb e From The Inside.

Meteora, dopo Hybrid Theory (2000) e Reanimation (2002), viene pubblicato il 25 marzo del 2003, è il terzo album registrato in studio dai Linkin Park. Così come il primo, anche questo si rivelò un incredibile successo, portando il gruppo a diventare una delle band di riferimento della nuova scena rock e metal statunitense.

Il disco, certificato multiplatino e oro in 15 diversi paesi, al suo debutto arrivò al primo posto in classifica di Billboard degli album, con oltre 810mila copie vendute nella prima settimana dall’uscita, solo negli Stati Uniti, diventando di fatto il maggior successo dei Linkin Park, secondo solo a Hybrid Theory.

La band, fondata nel 1996 da Mike Shinoda con il nome di Xero insieme al Dj Joe Hahn, il chitarrista Brad Delson, li bassista Phoenix e il batterista Rob Bourdon, trovano il loro compimento con l’arrivo del cantante Chester Bennington, consigliato dai discografici dell’etichetta del gruppo in quegli anni per la sua incredibile estensione vocale.

Negli anni 2000 diventano così i principali esponenti del Nu Metal, un sottogenere che mescola la musica metal e a delle parti più rappate, tuttavia quello che distingue da sempre il gruppo è un’ibridazione di diversi generi, come quelli la musica elettronica, il rock e, negli ultimi anni, anche il pop.

La voce graffiante di Bennington e il rap ruvido di Shinoda diventano parte integrante delle vite di molti adolescenti negli anni d’esordio della band, non solo per l’innovazione nei loro suoni, ma anche grazie alla dedizione e alla passione dei componenti nel realizzare un disco che parlasse in modo profondo e intimo alle persone di temi spesso complessi e stigmatizzati dai molti.

Uno stesso Shinoda poco più che ventenne, in un’intervista rilasciata nel 2001 dopo il successo di Hybrid Theory, definisce così la loro musica: “Parliamo di emozioni che proviamo tutti i giorni e che abbiamo bisogno di condividere”, trovando conferma nello stesso nome dato al gruppo, Linkin Park, storpiatura del nome Lincoln Park, parco americano dove si trovavano a fare skateboard.

fonte: Rolling Stone, James Minchin

Questa volontà di arrivare all’anima delle persone e, in particolare, ai più giovani, risulta evidente nella maggior parte delle loro canzoni, come nel singolo Numb, traccia conclusiva dell’album Meteora, nel quale si racconta della difficoltà di non essere all’altezza delle aspettative, o in Crawling, brano del primo album, nel quale si parla di insicurezza e mancanza di autocontrollo, emozioni che ogni adolescente di quegli anni (e di tutte le generazioni precedenti e successive) stava vivendo sulla propria pelle, trovando nei Linkin Park una valvola di sfogo e un luogo sicuro nel quale essere compresi.

Nell’ultimo album, One More Light, pubblicato nel 2017, contestato dai fan più longevi per la mancanza di ispirazione sia nei testi che nelle basi dei brani, si sente in egual modo potente il bisogno di riflettere in musica i problemi esistenziali, anche se con toni più melodici e vicini al genere pop.

Proprio nella canzone omonima all’album, Bennington fa probabilmente trasparire una personale richiesta di aiuto (o di rassegnazione), come nella strofa che recita “Who cares if one more light goes out? In a sky of a million stars” (A chi importa se un’altra luce si spegne? In un cielo di un milione di stelle), sofferenza ancora più evidente nella versione live pubblicata il 15 dicembre 2017, a cinque mesi di distanza dalla prematura scomparsa del cantante, trovato senza vita il 20 luglio dello stesso anno nella sua residenza, in California.

Dal suicidio del frontman e amico, il gruppo ha deciso di sospendere tutti i concerti e gli eventi, prendendosi una pausa a tempo indefinito, ormai da quasi sei anni. Stando a quanto dichiarato da Mike Shinoda, che nel frattempo ha pubblicando un album solista nel quale racconta il dolore della perdita, intitolato Post Traumatic, uscito sei mesi dopo la morte di Bennington, il futuro dei Linkin Park è tutto da scrivere.

di Beatrice Guaita

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