Pensavo fosse amore… invece era un calesse

“Pensavo fosse amore… invece era un calesse” è un film italiano del 1991 diretto e interpretato da Massimo Troisi, scritto a quattro mani insieme ad Anna Pavignano. Troisi ci regala una commedia romantica con una trama divertente e scanzonata. Il titolo del film, già di per sé intrigante, fa subito capire che la storia ruota attorno ad un equivoco sentimentale.
La pellicola affronta temi universali come l’amore, la gelosia, e l’amicizia, con un’ironia sottile e un’attenzione particolare ai personaggi e al contesto napoletano in cui si svolge la storia. Il film è diventato un classico della commedia italiana e un cult, che ha saputo coniugare la comicità intelligente di Troisi e il suo talento drammatico in un’opera di grande raffinatezza.

Fonte: Imdb

Tommaso e Cecilia sono due giovani fidanzati napoletani che vivono una vita tranquilla insieme ai loro amici nel quartiere Borgo Marinari, accanto a Castel dell’Ovo. La loro relazione sembra solida, ma la gelosia di Cecilia mina la loro fiducia reciproca: quando durante un momento di intimità, Cecilia sente Tommaso pronunciare il nome di un’altra donna, la sua gelosia raggiunge il culmine e comunica a Tommaso che intende lasciarlo e annullare il matrimonio. Mentre Tommaso cerca di capire il motivo di questa improvvisa decisione, scopre che Cecilia si è fidanzata con Enea, un avventuriero più vecchio di lei, che promette grandi orizzonti ma con un presente incerto. Tommaso cercherà di riconquistare Cecilia in tutti i modi, tentando perfino la via della magia bianca.

Personaggi indimenticabili

La forza del film risiede principalmente nei personaggi, ben costruiti e ben interpretati dal cast d’eccezione. Massimo Troisi è straordinario nel ruolo di Tommaso, il giovane imprenditore innamorato di Cecilia, interpretata da una giovane e splendida Francesca Neri. Tra i personaggi secondari spiccano il suo amico Amedeo (Angelo Orlando) ed Enea (Marco Messeri) che regalano momenti di grande comicità e di tenerezza. Il personaggio di Enea, è un po’ caricaturale ma riesce comunque a suscitare simpatia e a essere utile alla trama.

Un omaggio alla Napoli autentica

Il film è ambientato a Napoli, e Troisi ha voluto celebrare la sua città con un’attenzione minuziosa ai dettagli e alla vita quotidiana dei suoi abitanti. Si respira l’aria autentica del Borgo Marinari e della zona intorno a Castel dell’Ovo, con le sue trattorie, le sue librerie, i suoi mercati e i suoi personaggi pittoreschi. La Napoli di “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” è una città che sa sorprendere per la sua bellezza e la sua vitalità, ma anche per i suoi contrasti e le sue difficoltà. La colonna sonora del film è un altro elemento che contribuisce a rendere la pellicola un’opera unica nel panorama cinematografico italiano. Le musiche originali sono state composte da Pino Daniele, artista napoletano di fama internazionale, che ha saputo creare un’atmosfera perfetta per la storia d’amore tra Tommaso e Cecilia. Le canzoni sono orecchiabili e coinvolgenti, e si fondono perfettamente con le immagini della città.

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Massimo Troisi ha diretto il film con grande maestria, dimostrando una sensibilità e una capacità di gestire il ritmo e l’interpretazione degli attori. La sua regia è semplice ed essenziale, ma al tempo stesso molto efficace nel catturare le emozioni dei personaggi e la bellezza dei luoghi.

Una riflessione sull’amore

Il tema centrale del film è ovviamente l’amore, ma Troisi ha saputo trattarlo con leggerezza e profondità allo stesso tempo. Il rapporto tra Tommaso e Cecilia è messo alla prova dalla gelosia, dalle incomprensioni e dalle tentazioni, ma alla fine prevale la forza del sentimento. Il film ci invita a riflettere sull’importanza dell’amore nelle nostre vite, sulla necessità di saperlo gestire e di coltivarlo con cura, ma anche sulla sua fragilità e sulla possibilità di perderlo. Dopo molti alti e bassi nella loro relazione, Tommaso e Cecilia sembrano finalmente aver raggiunto un accordo sul loro matrimonio e la loro vita insieme. Tuttavia, al momento delle nozze, Tommaso decide di non presentarsi all’altare e manda una lettera a Cecilia dandole appuntamento in un bar, dove giunge anch’essa in abito nuziale. Qui, Tommaso confida a Cecilia che uomo e donna non sono fatti per il matrimonio, e Cecilia si trova d’accordo. I due si organizzano per uscire quella sera, lasciando il loro futuro insieme incerto.
Il finale del film rappresenta un’interpretazione della visione dell’amore secondo Troisi, che enfatizza la libertà individuale e la necessità di andare contro le convenzioni sociali.

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L’idea di Tommaso e Cecilia di non sposarsi e di uscire insieme quella sera simboleggia la loro scelta di andare contro le aspettative della società e di seguire il loro cuore. In questo modo, il film rappresenta una critica alla visione tradizionale del matrimonio e dell’amore romantico.
Inoltre, il finale può anche essere visto come una riflessione sulla fragilità delle relazioni umane e sull’importanza di cogliere il momento presente. Tommaso e Cecilia hanno passato gran parte del film a lottare contro le loro insicurezze, gelosie e paure riguardo alla loro relazione. Tuttavia, alla fine, decidono di abbandonare le loro aspettative e di vivere il momento presente, senza preoccuparsi del futuro.
Mi ha colpito molto la chiave di lettura visionaria che con “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” Troisi riesce restituire allo spettatore. La sua è un‘interpretazione del sentimento dell’amore che enfatizza la libertà individuale, la critica alle convenzioni sociali e l’importanza di cogliere il momento presente.

Di Alessio Garritano

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