Gli elettrodomestici: cose banali che nascondono cose profonde

L’ultimo incontro della rassegna Libri di storia ha visto la presentazione del libro Rileggere il miracolo economico. Gli elettrodomestici tra fascismo e anni ’70 di Ivan Paris

L’opera “Rileggere il miracolo economico. Gli elettrodomestici tra fascismo e anni ‘70” di Ivan Paris, professore di storia economica all’Università di Brescia, coniuga le cose apparentemente banali con cose più profonde. Il libro è il risultato di un periodo di studi lungo 15 anni. Era arrivato il momento per l’autore di fare il punto. Così esplicita il suo interesse verso l’elettrodomestico e il processo di trasformazione avvenuto a fine ‘800 e inizio ‘900.

Paris ha presentato la sua opera in occasione dell’ultimo incontro della rassegna “Libri di storia – incontri con gli autori”. Un appuntamento che ha coniugato due voci, quella economica, visibile già dal titolo del libro, e quella letteraria.

Gli incontri della rassegna hanno riguardato tutti libri d’argomento storico. L’intento dell’Università di Parma, infatti, è quello di far viaggiare nel tempo e far avvicinare più profondamente il pubblico, studenti ed ex studenti, ormai professori, alla storia, che nasconde tante potenzialità. Ed è proprio dalla storia degli elettrodomestici che scopriamo qualcosa di più della nostra società.

Il libro di Ivan Paris

L’elettrodomestico arriva in Europa all’inizio del 900, ma in Italia solo negli anni ’30. All’arrivo dell’elettrodomestico, come strumento rilevante, in Italia, avviene una trasformazione della casa dal punto di vista organizzativo. Il personale domestico si riduce perché costoso, la servitù e le donne si emancipano. Quest’ultime iniziano ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si ha una vera e propria rivoluzione domestica.

Ma perché è importante studiare gli elettrodomestici? Secondo Ivan Paris, “sono lo specchio della società italiana, che subisce o beneficia, in base ai punti di vista, una trasformazione importante, il miracolo economico.” Sono oggetti di quotidianità, portatori di significati sociali, culturali e politici. Sono strumenti fondamentali per leggere la trasformazione del periodo fascista fino agli anni ’70. Sono beni durevoli e di consumo portatori della modernità e anche dell’emancipazione femminile. Prima le donne lavavano a mano.

La lavabiancheria libera la donna da un compito gravoso, non solo in termini di fatica, ma anche di tempo, tempo da dedicare a se stessa. Il fascismo cerca di ricondurre la donna alla cura e gestione dell’ambiente domestico e sostiene la tecnologia domestica per far svolgere meglio l’organizzazione della casa. Il ruolo dell’elettrodomestico resta questo fino agli anni ’70. Fino a quel momento sono state le stesse donne a respingere gli elettrodomestici perché vedevano venir meno il loro ruolo di madri, di donne e di organizzatrici della casa. L’elettrodomestico ha quindi aspetti sociali, identificati nel ruolo della donna, ed economici, in quanto modelli di consumo.

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Rispetto agli altri Paesi – come Germania, Francia e Giappone – in Italia la diffusione dell’elettrodomestico è lenta. Si completa negli anni ’80. Il miracolo economico italiano lo si vede nel Made in Italy. L’Italia tra gli anni ’50 e ’60 ha imprese leader mondiali come Candy. Si ha lo sviluppo industriale.

L’Italia aveva prodotto il secondo migliore frigorifero dopo gli Stai Uniti. Ma la velocità di sviluppo era in contrasto con una diffusione lenta per via di fratture sociali, economiche e geografiche. Perché? “Per l’aumento della produttività dovuta alla competitività del prodotto, rispetto ai salari che erano contenuti” spiega Paris.

Si voleva far apprezzare all’estero il prodotto. Così ci si affida al disegno industriale per progettare un bene che tenesse conto dell’esigenza della produzione e del consumatore. Gli elettrodomestici cominciano ad avere costi bassi rispetto alle controparti tedesche e americane. Sono belli e funzionali dal punto di vista estetico, e di qualità buona dal punto di vista del funzionamento.

Cosa accade infine? “Gli elettrodomestici si diffondono per la riduzione dei prezzi”. A  metà degli anni ’60 in Italia si diffondono le vendite a rate per anticipare l’acquisto di un bene costoso purché l’acquirente sia percettore di un reddito fisso e costante nel tempo.

“Dagli anni ’60-’70 ad oggi gli elettrodomestici sono diventati uno strumento fondamentale nelle case degli italiani. Essendo a basso a costo e potendo pagare a rate, tutti hanno cominciato ad acquistarli e ad usarli”.

di Fabiola Veca

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