Fine del campionato e Mondiali 2023: la finestra si apre sul calcio femminile

Tra luglio e agosto di quest'anno si terranno i mondiali di calcio femminile in Australia-Nuova Zelanda: gli occhi sono puntate sulle Azzurre

Portatore di engagement e di investimenti sempre maggiori, negli ultimi anni il calcio femminile sta ricevendo la credibilità e notorietà che merita. A marzo si sono svolti i quarti di Champions League Women: la città di Roma si è resa protagonista assoluta raggiungendo il record italiano di 39454 spettatori all’Olimpico. Il precedente primato apparteneva all’attuale Allianz Stadium di Torino, tra le squadre che stanno dominando il campionato da 6 anni: Juventus e Fiorentina. 39027 gli spettatori durante il big match decisivo per lo scudetto della stagione 2018-19. La differenza che bisogna sottolineare è che allora l’ingresso allo stadio era gratuito, mentre stavolta si trattava di un pubblico o abbonato all’AS Roma o pagante (biglietti in vendita a partire da 5 euro).

Nuovi introiti dall’Europa

Dalla stagione 2021-22 proprio la Uefa Champions League ha modificato il suo format aumentando il numero di partite e di conseguenza aumentando e garantendo maggiori introiti per le squadre coinvolte. Nei primi dieci anni della competizione, non erano previste ricompense in denaro per le società partecipanti, mentre ora si parla di un premio di 400mila euro per coloro che si sono garantite l’accesso alla fase a gironi (detto premio “entry list”).

La storia ci insegna che la realizzazione di competizioni continentali accresce parecchio la visibilità di uno sport. Il calcio stesso scrive la sua storia delineando i suoi capitoli in intervalli di 4 anni. Pertanto, grazie alla realizzazione dei Campionati del Mondo, ha accresciuto la sua notorietà fino a diventare lo sport più amato al mondo. È quello che sta succedendo con il calcio femminile: basti pensare all’Europeo 2022 che ha attirato all’interno degli stadi ben 574mila tifosi e ha attratto circa 300 milioni di spettatori. 

L’Italia c’è, ma tra dieci anni?

L’estate 2023 (tra il 20 luglio e il 20 agosto) vedrà protagoniste le ragazze nel pallone nel palcoscenico più ambito da un atleta, il Mondiale. Rispetto all’edizione precedente è stato allargato il numero di squadre partecipanti, da 24 a 32. La manifestazione di svolgerà in Australia e Nuova Zelanda che, ospitanti, sono entrate di diritto ai gironi. La nostra nazionale si è invece dovuta cimentare nelle qualificazioni, che la vedevano nel gruppo G. Qui le azzurre hanno avuto la meglio, classificandosi al primo posto e ottenendo 9 vittorie su 10, rispettivamente contro Svizzera, Romania, Croazia, Lituania e Moldavia. La Svizzera questa volta non ha intralciato il cammino dell’Italia; pertanto, le azzurre hanno già superato il risultato della nazionale maschile.

Il presente racconta quindi di un’espansione generale. Come se non bastasse, il Business Case of Women’s Football presentato dalla Uefa mostra uno studio che proietta il movimento al 2033, accompagnato da indagini che analizzano i punti di forza e le criticità: il Business Case stima che i fan del calcio femminile passeranno dagli attuali 144 milioni a 328 milioni, mentre gli introiti aumenteranno dai 116 milioni di euro a una cifra compresa tra 552 e 686 milioni – di cui circa 295 milioni solo dagli sponsor: un aumento del +427,5% rispetto agli attuali 69 milioni.

Calcio femminile in Italia: dalla proibizione ad oggi

Le realtà che si stanno affacciando a questo mondo hanno iniziato ad arricchire il proprio vivaio femminile già molti anni fa. Non è quindi una sorpresa che alcune società (ad esempio Como e Parma) abbiano la squadra femminile militante in Serie A, mentre la squadra maschile in Serie B. Il caso in questione riprende un coinvolgimento, tenutosi dal 2015 al 2018, dei club professionistici per produrre un miglioramento degli standard in termini quantitativi e qualitativi. La FIGC così ha iniziato a gestire, attraverso la Divisione Calcio Femminile, le competizioni di Serie A, Serie B, Campionato Primavera, Coppa Italia e Supercoppa.

In Italia, si hanno testimonianze di squadre di calcio femminile intorno agli anni ‘30, ma il CONI (in linea con quanto fatto dalla Football Association britannica) proibì la possibilità di formare compagini femminili. Dal secondo dopoguerra con la creazione della Federazione Italiana Calcio Femminile nel 1968 è iniziata ufficialmente l’attività calcistica. 

Vinta da 22 formazioni differenti, la Serie A Femminile Tim, prima di divenire una categoria di calcio professionistico ha vissuto diverse fasi evolutive. Fino al 1986 era completamente autonoma e gestita dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio Femminile, ma successivamente entra nei ranghi della FIGC e viene inserita in ambito Lega Nazionale Dilettanti. Dal 1° maggio 1997 le società di Serie A e Serie B nominano presidente della Divisione Calcio Femminile Natalia Ceraso Levati: a lei si deve l’esponenziale crescita del movimento calcistico femminile italiano con numeri che registrano un incremento 50% delle squadre partecipanti ai campionati nazionali e un aumento del 120% di ragazze tesserate, da poco più di 9000 a 22000 (la sua carica di presidente è cessata nel 2009, con l’elezione di Giancarlo Padovan).

Ad oggi il campionato vede 10 squadre partecipanti: le prime 5 squadre lottano per l’acquisizione del titolo, mentre le altre 5 lottano per la salvezza. Poi le prime 2 classificate hanno accesso diretto ai gironi della UEFA Women’s Champions League, mentre l’ultima classificata retrocede in Serie B e la penultima gioca il play-out con la seconda arrivata nel campionato cadetto.

L’esempio da seguire: Parma Calcio 2022

Tra le 10 pretendenti ritroviamo anche il Parma Calcio 2022. Si tratta della società più giovane della competizione: la sua nascita si deve all’acquisizione da parte del Parma Calcio 1913 dell’Empoli Ladies FBC, avvenuta lo scorso 10 giugno. Vengono confermati dall’Empoli l’allenatore Fabio Ulderici, il direttore sportivo Domenico Aurelio e alcune calciatrici della prima squadra toscana, tra le quali Alessia Capelletti, Bianca Bardin e Ludovica Silvioni. Così il presidente Kyle Krause iscrive la nuovissima squadra alla Serie A 2022-23, diventato il secondo club della massima serie femminile italiana a ospitare gli incontri delle prime squadre maschile e femminile nello stesso impianto (Ennio Tardini), poco dopo la Sampdoria. 

Krause è arrivato direttamente dall’America con l’intento di accrescere il movimento calcistico femminile. L’11 luglio, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, aveva dichiarato: “Sicuramente il fatto che le nostre prime squadre maschili e femminili, la squadra Special e l’Academy abbiano l’opportunità, nel tempo, di prepararsi a Pejo è un primo passo di un lavoro d’insieme. Sarebbe una follia non sfruttare la potenza che la squadra maschile ha visti i titoli e la storia che ha, per non favorire la crescita del settore femminile. Quindi sicuramente ci saranno iniziative congiunte per contribuire alla ulteriore crescita del settore femminile.”

Ha poi fatto delle considerazioni riguardo il futuro dicendo che non ci saranno pressioni per le aspettative di questo primo anno nel calcio professionistico. Con umiltà e fiducia ha espresso il suo obiettivo di mantenere la massima categoria.

Vedremo quindi cosa succederà in questo finale di stagione. A sole due giornate dal termine del campionato, il Parma occupa il penultimo posto in classifica. Tre i punti da recuperare sul Pomigliano, per esaudire il desiderio del presidente: salvezza.

di Pier Giorgio Tumminia

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