Vinci anche tu un aereo da guerra!

C'era una volta Jonh Leonard, un ragazzo con un sogno: vincere un concorso a punti creato da Pepsi per portarsi a casa un Harier, caccia da guerra a decollo verticale.

Seattle, USA, 1995 – un normalissimo ragazzo di nome Jonh Leonard torna a casa dopo aver passato la sua giornata tra scuola e lavoro. È stanco, e non vede l’ora di potersi riposare, ma grazie a uno spot pubblicitario la sua vita cambiò.

Come lui stesso pensa (e come chiaramente si vede), lo spot parla chiaro: 7.000.000 di punti Pepsi e nessuna nota di fondo, con solo quei miseri punti si poteva vincere un Harrier Jet militare da 32.000.000 di dollari

John decise che prendere il Jet era il suo obbiettivo, ma lui e sua madre non sarebbero mai riusciti a bere così tante lattine da poter arrivare ai punti richiesti, perché per arrivare all’obbiettivo loro due avrebbero dovuto bere 190 Pepsi per 100 anni. John capisce che per arrivare al suo obbiettivo gli serve un alleato fedele e ricco, è qui che entra in scena il suo grande amico Todd Hoffman.

Chi è Todd Hoffman?

Un imprenditore di successo nel settore delle auto, amico di John grazie a tantissime arrampicate sui monti più alti del mondo, decise che avrebbe aiutato questo giovanissimo ragazzo ad arrivare al suo obbiettivo. Ma le cose non sarebbe state fatte a caso.

Prima di tutto, chiede a John di fare un piano industriale e da questo si capisce che per arrivare a 7.000.000 di punti bisognava comprare 16.000.000 di lattine (tradotto in 1.400.000 confezioni composte da 12 lattine l’una). Assumendo personale e luogo per tutto il lavoro il costo totale ammontava a 4.300.000 di dollari, un costo troppo alto da sostenere anche per il ricco Todd Hoffman, non tanto perché questi soldi non li avesse, ma perché era come fare una grossa… grossissima scommessa… calcolando anche quanto tempo ci voleva per fare tutto, non erano sicuri che sarebbero arrivati in tempo per vincere il jet.

Fonte: etonline.com (in basso: John Leonard, in alto: Todd Hoffman)

Si fecero anche una domanda: che ce ne facciamo di un Harrier Jet? Le risposte furono ‘si affitta’, ma non tutti sono in grado di guidare un Jet militare. ‘Ci si fa salire delle persone per farlo provare’, ma purtroppo ha un solo posto al suo interno. ‘Si fanno spettacoli aerei’, ma nessuno dei due era capace di guidare un Jet e per imparare ci vogliono soldi e impegno. Si chiesero anche se tenere un jet militare fosse legale, a questa domanda rispose il portavoce della Casa Bianca che disse che, se demilitarizzato e senza disturbi radar, è legale avere un jet in America.

Il problema dei soldi e delle domande portò John a essere meno eccitato all’idea di iniziare questa avventura fino a quando, grazie al giornalino della campagna pubblicitaria Pepsi si nota una piccola nota a piè di pagina: “arrivati a un numero minimo di punti, i rimanenti si possono acquistare direttamente da Pepsi al costo di 10 centesimi l’uno”, questo ridusse il prezzo sul lavoro a 700.008,50 dollari. Dato che questa somma andava bene per Todd, iniziarono il lavoro. Ecco la falla nel sistema Pepsi, ecco la soluzione ai loro problemi.

La prospettiva di Pepsi Cola

Negli anni ’90 si viveva nel bel mezzo della lotta tra Pepsi e Coca Cola, essa avveniva tramite l’utilizzo di spot pubblicitari che dovevano colpire il cliente essendo stravaganti e piene di personaggi famosi che facevano da sponsor. La Pepsi, però, decise che una raccolta punti con premi annessi fosse la soluzione a questa battaglia; c’era di tutto, maglietta Pepsi, giacca di pelle Pepsi, occhiali da sole Pepsi… e un Harrier Jet… a pensarci bene stona un pò. 

Quando si presentò la proposta di John e Todd non sapevano cosa fare, per loro era evidente che il Jet era solo uno scherzo, non faceva parte dei premi del concorso, ma non lo scrissero da nessuna parte. per cercare di eliminare velocemente il problema mandarono a John un buono per l’acquisto gratis di due casse da 12 lattine di Pepsi e ridiedero indietro i soldi. Secondo Pepsi, quando erano in fase di produzione dello spot, il Jet costava 700.000 di punti, ma un cliente disse che era troppo difficile da leggere, si doveva scegliere un numero più facile; quindi, decisero per 7.000.000 di punti.

Fonte: drcommodore.it (Questo non è un vero Jet, è solo un esempio)

John non la prese bene e con l’aiuto di un avvocato (Michael Avenatti: famoso avvocato assunto da John e Todd per il caso) andò in tutte le televisioni e radio dello stato per raccontare la sua storia, Pepsi fece di tutto per boicottare le interviste e voleva far credere che quei due erano dei truffatori. Il caso divenne così grande che molti ricordarono un’altra truffa, avvenuta sempre ai danni dei cittadini da parte di Pepsi, consumatosi però nelle Filippine (ma questa, è un’altra storia).

Si andò per vie legali tra denunce da parte di Pepsi e da parte di John per ben 4 anni, fino a quando non si arrivò al tribunale di New York nel 1999. 

Il tribunale

Ricapitolando, John sosteneva che la pubblicità di Pepsi era ingannevole, ci volevano 7.000.000 di punti per ricevere il Jet e dunque la Pepsi avrebbe dovuto dare il Jet promesso, a sostenere ciò ci fu anche il suo nuovo avvocato, il migliore di New York; Pepsi sosteneva che nessun cliente tranne lui poteva davvero pensare che il Jet facesse parte dei premi del concorso, secondo loro era molto chiaro si trattasse di uno scherzo anche perché riuscire ad avere 7.000.000 di punti era quasi impossibile, dunque non doveva risarcire nessuno.

Nel tribunale di New York, città dove è presente la sede principale di Pepsi, c’era la giudice Kimba Wood. Una persona decisa, impassibile e le storie strappalacrime non le interessavano.

Analizzò bene il caso con la deposizione di John e Todd, ma purtroppo nessuno dei lavoratori di Pepsi si presentò per depositare.

Fonte: peoplematters.in

La scelta del giudice fu che non c’erano le basi legali per continuare il dibattito; dunque, decise che la Pepsi non dovesse risarcire John Leonard. La spiegazione che diede fu che l’umorismo ha tantissime sfaccettature, ma che alcune di queste sono palesi agli occhi di tutti, si lamentò addirittura che il ragazzo pilota del Jet non avesse il casco e che non si può parcheggiare un Jet in un giardino scolastico.

John, ora padre di una bellissima famiglia, è contento di come è andata a finire anche se un po’ amareggiato dalla scelta della giudice, il suo caso è finito su tutti i libri di legge per le università.

Se ve lo state chiedendo la risposta è no, la Pepsi non nutre alcun tipo di odio verso John e tutt’oggi ne ammira il coraggio.

Di Matilde Pinardi

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