Il Novecento svelato: la mostra dedicata ai pittori parmigiani

La mostra racconta al pubblico la storia del secolo scorso attraverso le opere degli artisti del territorio

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Il Novecento svelato, esposizione inedita delle collezioni del Comune di Parma, sarà disponibile fino al 16 luglio a Palazzo Pigorini. La mostra presenta una selezione di oltre cinquanta opere di 26 artisti, nati a Parma e dintorni, che hanno vissuto il Novecento e ne hanno ritratto le sue caratteristiche nei loro quadri. Fra questi troviamo artisti come Germano Attolini, Francesco Barilli, Latino Barilli, Renzo Barilli, Ubaldo Bertoli, Enzo Bioli, Amedeo Bocchi, Alfonso Borghi e Lucio Brugliera. 

L’assessorato alla Cultura del Comune di Parma ha riportato alla luce questi maestri che hanno reso celebre il Novecento grazie alle loro donazioni fatte al Comune di Parma a partire dagli anni Sessanta. Oggi possiamo rendergli omaggio attraverso la mostra che ripercorre gli avvenimenti del secolo precedente.

L’esposizione vuole infatti essere un’occasione per far conoscere al grande pubblico artisti del territorio, che sono nati nei dintorni della città, si sono formati al suo interno e hanno mantenuto un legame profondo con essa. Nelle opere presenti possiamo infatti osservare dipinti di luoghi caratteristici e storici di Parma.

Il percorso espositivo è allestito secondo un’ordine cronologico e tematico, sviluppandosi lungo sei stanze, racconta l’arte parmigiana del Novecento e mette in luce connessioni che legano le opere e le vite degli artisti vissuti in un secolo di cambiamenti. 

Osservando le opere notiamo come i diversi artisti abbiano espresso la loro arte tramite tematiche e stili diversi. Troviamo rappresentazioni di ogni tipo: volti di donne, nature morte, paesaggi, partigiani e opere astratte. Vediamo anche chi preferisce la pittura ad olio rispetto alla tempera, chi matite come sanguigna o carboncino e chi invece utilizza una tecnica mista o realizza collage.

Nella prima sala troviamo diversi artisti parmigiani che hanno mantenuto un legame con la tradizione figurativa, fra questi il maestro Renzo Barilli e i suoi due allievi, il figlio Latino e Amedeo Bocchi. Qui troviamo due opere accomunate dallo stesso tema, la città, ma con soggetti diversi. La prima è una rappresentazione ad olio di Barriera Bixio dell’artista Arnaldo Spagnoli, pittore formatosi all’istituto d’arte Toschi e sopravvissuto ai campi di concentramento. La seconda invece, sempre ad olio, raffigura il Ponte Verdi innevato ed è realizzata da Latino Barilli.

Nella stanza successiva, fra le diverse opere presenti, troviamo raffigurata su tela la battaglia dei partigiani da parte di Ubaldo Bertoli e Luigi Tessoni. Se il primo ha dipinto i partigiani armati e pronti a combattere, il secondo ha ritratto un corpo ferito e abbandonato.

La terza sala è dedicata a due pittori, Walter Madoi e Francesco Barilli, che hanno donato diverse opere al Comune di Parma. Walter Madoi ha vissuto gli orrori della guerra in giovane età e ha combattuto per i suoi ideali e la sua vita. Troviamo infatti nei suoi quadri figure di uomini e donne rappresentati nel caos. Francesco Barilli, figlio della grande famiglia Barilli, si divide fra arte e cinema frequentando l’Accademia di Belle Arti di Parma e frequentando successivamente la scuola di cinema di Roma. Nel quadro dal titolo Autobus vediamo rappresentata con la sanguigna una società di individui ibridi, con il corpo da uomo e la testa da animale. La quarta sala è invece dedicata ad un unico pittore: Nino Gasparri. L’artista nelle indaga il destino degli uomini e rappresenta inquietudine, disperazione e sofferenza. Nelle sue tele troviamo diversi personaggi sovrapposti fra di loro e carichi di colori.

Nella quinta sala vediamo la presenza di pittori diversi tra loro che trattano in modo singolare l’arte figurativa. Come Alfonso Borghi che mira verso una pittura espressionista o il pittore naturalistico Lucio Brugliera. L’ultima sala continua con l’espressionismo e l’astrattismo con i lavori di Germano Attolini, rappresentazioni di ideogrammi geometricamente imperfetti e colori elementari, e di Luigi Magnani con un interesse verso le ricerche di Mondrian e Malevich.

La mostra – ad ingresso libero – è visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 19 a Palazzo Pigorini.

di Simona D’Alessandro

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