Lo studente fuorisede #4

GENERAZIONE ZABRISKIE POINT

Non ci sarebbe stato il Sessantotto senza studenti e oggi non ci sarebbero tanti studenti universitari senza il Sessantotto.
L’errore che fanno molti di noi ai giorni nostri è il non chiedersi la storia della maggior parte delle cose.
Ci sono, ci vengono date, cosi come le riceviamo e ci va bene.
L’università come la concepiamo noi è sempre stata tale? E il portico dove mesti ci trasciniamo fumando sigarette e per socializzare, le aule occupate e quelle date ai movimenti studenteschi dove ognuno può andare ed esporre un problema?
E’ così dal Sessantotto in poi, dalla generazione Zabriskie point, quella dei nostri genitori; che a vederli adesso non si direbbe ma c’hanno dato dentro più di quanto non stiamo facendo noi!
Magari i più ascoltavano Bobby Solo e poi andavano a rivoluzionare.
Oggi si ascolta la donna con la barba e ci crogioliamo dei nostri seguaci interattivi chiusi in 4 mura.
Eppure le analogie con i loro tempi sono più chiare di quanto non lo fossero qualche anno fa: l’intero pianeta è sull’orlo di una guerra nucleare, stiamo riesumando le leggi razziali e di religione, l’autoritarismo esiste ancora dietro la maschera del liberismo; forse l’unica cosa ch’è diversa da allora è che noi abbiamo la promiscuità sessuale: questa si che è la libertà coi contro cazzi. Fuck all.
Loro vivevano nell’uniformità sociale e ne hanno tratto vantaggio noi il contrario.
Hanno pensato a come poter trasmettere un messaggio di contestazione.
Non imitavano nessuno.
Non si può imitare qualcosa che in realtà stai inventando tu.
Onde di parole sono state scritte sul Sessantotto, Chilometri di celluloide distribuite nelle sale a farci vedere come erano belle le basette lunghe e i pantaloni a zampa!
Se facessero un film sulla nostra era cosa mostrerebbero?
Le rivoluzioni ideologiche hanno piede quando il tutto che abbiamo non è mai abbastanza.
Oggi il tutto ideologico è diventato materialità. Tutto non è ancora abbastanza.
Non è colpa della mia generazione se non ci riesce: ci prova, fa del suo meglio a portar le rivoluzioni ma purtroppo dopo il Sessantotto l’autoritarismo contro il quale tutto il movimento si scagliò, oggi giorno ha imparato la lezione e senza che noi ce ne accorgiamo soffoca ogni manifestazione sul nascere.
Vietandole? No.
Anzi!
Ci fa marciare, urlare slogan a vuoto. Ci dice che siamo liberi, cittadini in uno stato di diritto.
Lo stesso stato che anziché vietare la vendita a priori della Rai alla diretta e unica concorrente sul mercato fa problemi per il semplice fatto che il 51% deve rimanere pubblico.
Tanto se compri il 49% non ne hai diritto di veto.
Usa le nostre stesse armi: i mezzi di comunicazioni di massa sono aumentati a dismisura, tutto l’inventabile è stato inventato, il diritto di parola e di opinione è base fondante di qualsiasi comunità eppure tutto questo troppo ci torna indietro come un boomerang mentre noi siamo intenti a guardare da un’altra parte.
Giurisprudenza: Figli di papà
Economia: Yuppies
Medicina: Figli di papà, che se la tirano più di Giurisprudenza
Architettura : Gli alternativi, quelli swag.
Lettere: Gli alternativi, quelli sfigati.
Quelli del campus: Nerd, quelli fighi.
Veterinaria e scienze zootecniche: Gli sfigati.
Se ci si trincera dietro queste categorie, se nel combattere le discriminazioni in Università ci saranno sempre e solo i fricchettoni di lettere non si andrà mai da nessuna parte.
La generazione Zabriskie point ci ha passato la miccia della loro rivoluzione ma nessuna scintilla parte perché è già stata usata.
O perche in giro ci sono solo cerini e non sappiamo come accenderli.
Forse la differenza sta nel fatto che a loro batteva di più il cuore.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*