Come funzionano il restauro e la distribuzione dei film

Martedì 31 maggio è iniziata al cinema Astra di Parma la rassegna Il cinema ritrovato. Il primo è stato 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Per capire meglio come funziona il restauro e la distribuzione di questi e altri film, abbiamo intervistato Andrea Peraro, responsabile della distribuzione alla Cineteca di Bologna

Scena tratta da film 2001: Odissea nello spazio, fonte: mymovies.it

Martedì 31 maggio è iniziata al cinema Astra di Parma la rassegna Il Cinema Ritrovato. In essa verranno riproposti quattro film storici restaurati (qui la locandina dell’evento). Il primo è stato 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.

Per capire meglio come funziona il restauro e la distribuzione di questi e altri film, abbiamo intervistato Andrea Peraro, responsabile della distribuzione alla Cineteca di Bologna, che da più di 10 anni porta avanti il progetto Il Cinema Ritovato al Cinema.

Differenze di distribuzione

Scena tratta dal film Hugo Cabret di Martin Scorsese, fonte: birdmenmagazine.com

Quando esce al cinema un nuovo film, di solito questo rimane in programmazione per almeno una settimana, mentre per quanto riguarda “i film restaurati, che siano più o meno conosciuti, hanno spesso già avuto un uscita precedente nei cinema, tranne qualche eccezione. Per esempio Margheritine, che si è visto al cinema Astra il 13 giugno scorso, distribuito dalla Cineteca di Bologna in edizione restaurata, è un film del 1966 e non ha mai avuto un’uscita nei cinema italiani. In generale quelli restaurati sono film che si possono vedere in altri formati che noi riportiamo nelle sale, per cui dal punto di vista della programmazione vengono trattati in modo diverso e in genere vengono proposti come eventi in giorni specifici della settimana, solitamente nei giorni feriali. Questo permette ai cinema di aumentare la varietà della loro proposta al pubblico, affiancando i grandi film del passato, recente o più remoto, ai nuovi film in uscita” ci viene spiegato.

Quindi quello che cambia nella distribuzione dei due tipi di film riguarda principalmente la durata della programmazione, mentre “a livello organizzativo c’è più aderenza tra un film nuovo e uno restaurato, in quanto vengono preparati comunque tutti i materiali promozionali e informativi che sono necessari per un film appena uscito e che poi le sale utilizzeranno”.

Dal momento che la proposta fatta dalla Cineteca di Bologna è costituita da film considerati d’essai, analogamente i film distribuiti trovano la loro sede naturale nelle sale d’essai italiane. La scelta quindi è strettamente legata al tipo di programmazione che ogni sala in generale propone “al cui interno si possono inserire e armonizzare sia i film famosi del passato come per esempio quelli di Hitchcock o di Kubrick, ma anche di uscita più recente come Strade Perdute di David Lynch, fino ad arrivare a film più di nicchia come Margheritine o come Él di Bunuel”.

Come funziona il restauro di un film

fonte: unsplash.com

Il restauro “è un’operazione complessa che parte da una fase di studio della storia del film e dei materiali disponibili dello stesso, infatti, più si va indietro nel tempo, più possono esistere diverse versioni dello stesso film. Per questo è necessario fare anche una ricerca sulla versione che si vuole restaurare: chiaramente si tenderà a restaurare quella integrale, non quelle tagliate o con censure”. È necessario quindi a volte ricostruire la versione di un film, assemblando vari materiali di partenza con un diverso stato di conservazione; su questi viene effettuato un restauro fotochimico; in un secondo momento questi materiali vengono scansionati ad alta risoluzione e si interviene digitalmente sui fotogrammi per eliminare imperfezioni, graffi, righe etc. intervenendo in generale per ripristinare la qualità e le peculiarità originarie sia dell’immagine che del suono. Durante un restauro si interviene infatti anche sulla parte audio, “perché ad esempio un film degli anni ‘40 chiaramente non ha lo stesso audio di un film di recente produzione, per cui si fa il possibile per eliminare eventuali rumori di fondo, sbalzi di volume e irregolarità in generale.”

Tutte queste operazioni possono venire supervisionate dallo stesso regista, se è ancora in vita, oppure dal direttore della fotografia, o comunque da figure che conoscono la storia del film. “In ogni caso il restauro può migliorare la qualità del film, ma non lo devo tradire.”

Si tende naturalmente a restaurare in digitale film realizzati e distribuiti originariamente in pellicola 35mm (un formato che oggi i cinema hanno dismesso) per preservarli e mantenerli disponibili a chi li volesse proiettare con i nuovi standard tecnologici disponibili; benché “in realtà anche il digitale non è immune da deperimento e da obsolescenza; la tecnologia fa sempre passi avanti e non è escluso che in futuro si possa richiedere un restauro per adattare il film a una nuova risoluzione in futuro”.

È interessante (anche se forse banale) notare che la smaterializzazione di questi processi ha notevolmente abbattuto i costi di distribuzione; infatti, se prima era necessaria una copia del film in pellicola per ogni sala in cui lo si voleva proporre (e la pellicola aveva costi decisamente più alti), oggi con la digitalizzazione delle immagini non è più così.

Per quanto riguarda le scelte di restauro e la loro successiva distribuzione, queste seguono criteri diversi: “il restauro di un film ha un costo notevole per cui ogni realtà produttiva o istituzione che si impegna a promuovere un restauro lo fa o in base a esigenze commerciali legate alla distribuzione di un determinato film e ai risultati economici che questo poi potrà ottenere oppure, in un’ottica più culturale, prediligendo operazioni legate a ricorrenze, anniversari di film o registi etc”. Chiaramente in ogni Paese si sarà più portati a prediligere il restauro di film nazionali o dell’opera di un singolo regista, come è stato il caso dell’intera opera di Pasolini nel 2022, poi distribuita dalla Cineteca di Bologna anno in cui ricorreva il centenario della sua nascita. (qui la locandina)

In generale chi vuole promuovere e impegnarsi in un’opera di restauro cinematografico (cineteche, case di produzione o di distribuzione etc) si potrà avvalere di finanziamenti pubblici appositamente stanziati e volti alla preservazione del patrimonio cinematografico che fa capo ad un determinato Paese, ma anche di finanziamenti elargiti da realtà private impegnate in una politica di investimento culturale.

di Nicola Sabatelli

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