“Ciao amore ciao”: da Ibrahimovic a Ozil, gli addii al calcio giocato del 2023

Ripercorriamo le carriere di coloro che in qualche modo hanno scritto la storia del calcio italiano e mondiale: tra quelli che forse hanno lasciato troppo presto e quelli che hanno ritrovato la pace con sé stessi per dire stop

Ibrahimovic con la sua ultima maglia da calciatore – profilo Facebook Zlatan Ibrahimovic

Zlatan Ibrahimovic, in quest’estate 2023, ha dato l’addio al calcio giocato. E pare essere in buona compagnia: quale altro calciatore ha messo la parola fine alla sua carriera? Ripercorriamo le carriere di coloro che in qualche modo hanno scritto la storia del calcio italiano e mondiale: tra chi forse ha lasciato troppo presto e chi ha ritrovato la pace con sé stesso sufficiente per il definitivo grande addio

Zlatan Ibrahimovic 

Alcune parole spesso non bastano per descrivere la grandezza di figure che hanno ispirato generazioni e generazioni di appassionati. Questo è sicuramente il caso di Ibra, calciatore svedese figlio di immigrati jugoslavi, in attività dal 1999 al 2023. Da Malmo, città in cui è nato, a Milano con la sponda rossonera in cui è diventato leggenda. 

Uno dei pochi eletti a poter vantare di avere indossato alcune tra le maglie più blasonate d’Italia (in ordine cronologico Juventus, Inter e Milan) e aver lasciato il segno con ognuna di esse. Soprannominato Ibracadabra – per le magie che faceva in campo con il pallone – era un giocatore esplosivo grazie al suo fisico prorompente e alle qualità tecniche da fuoriclasse.  

Un finalizzatore di altri tempi, in grado anche di fare il regista offensivo: caratteristica ultima che gli ha dato la possibilità di continuare a giocare ad alti livelli anche all’età di 40 anni; diventando pertanto il giocatore più “anziano” a segnare un gol in Serie A.  

In Svezia e a Milano lo acclamano come un re e i più fanatici come un Dio. Tornato in Italia nel dicembre 2019, dopo una piccola parentesi in USA, dove si pensava avrebbe smesso di giocare, ha riportato il suo Milan a vincere. In quel momento i rossoneri avevano toccato il fondo, ma con il carisma che lo contraddistingue, nel 2022 ha alzato il suo quinto scudetto italiano: “Milano non è Milan, Italia è Milan” – aveva detto infuocando spogliatoio e tifosi milanisti. (il video qui).

Ha letteralmente vinto ovunque sia andato, facendo la differenza dentro e fuori dal campo. Per Ibra bisognerebbe istituire il premio del Pallone d’oro alla carriera, trofeo che da calciatore non è mai riuscito a portarsi a casa, nonostante le sue undici candidature alla vittoria. Tra i tanti trofei in bacheca Ibra conta 12 premi come calciatore svedese dell’anno e il FIFA Puskas Award 2013, con quello che viene considerato uno dei gol più belli della storia del calcio, realizzato nel novembre 2012 contro l’Inghilterra. 

Zlatan è anche il nome del film biografico, diretto da Jens Sjögren, uscito l’11 novembre 2021. La pellicola non ripercorre solo i momenti più importanti della sua carriera sportiva, ma anche quelli della sua vita privata, antecedenti alla sua fama. Una vita segnata da un’infanzia difficile (divorzio dei genitori e povertà) che spesso sfociava in atti di bullismo, risse e furti. Il calcio è stato il suo atto di liberazione, permettendogli di avere una rivincita sulla sua vita. Il giovane di Malmo è riuscito ad uscire dal ghetto per diventare un’icona leggendaria.

Marek Hamsik 

Per i tifosi napoletani e la città di Napoli quello di Hamsik non è di certo un nome qualsiasi. Per anni giocatore simbolo e capitano degli azzurri, ha messo ufficialmente fine alla sua carriera all’età di 35 anni; lo ha fatto con la maglia del Trabzonspor, in Turchia. Nella città di Trebisonda, lo scorso anno, ha vinto lo scudetto che mancava dalla stagione 1983-84 e una Supercoppa di Turchia.   

Hamsik che bacia lo stemma del Napoli nel 2018 – profilo Facebook Marek Hamsik

È considerato una leggenda del club partenopeo. I numeri parlano da soli: giocatore del Napoli con più presenze in tutte le competizioni (520) e fino a qualche anno fa recordman di gol, 121, (poi superato dai soli Mertens – 148 – e Insigne – 122). Con 408 incontri disputati in Serie A è secondo nella classifica dei calciatori stranieri con più presenze con una sola squadra, dietro a Javier Zanetti.  

Dodici le stagioni che l’hanno visto militare con la maglia azzurra. Tra alti e bassi, “Marekiaro” è riuscito a conquistare due Coppe Italia (2012 e 2014) e una Supercoppa italiana (2014). Nella stagione 2017-18, con Sarri in panchina, ha sfiorato la vittoria del campionato; non sono bastati 91 punti (record ancora imbattuto della storia del Napoli). 

Come un vero tifoso napoletano si è comunque concesso di festeggiare la vittoria dello scudetto, arrivato lo scorso maggio, con un video sul suo profilo Instagram, in cui ha usato parole come gioia, felicità, adrenalina e amore; “Strafelice di questo momento indimenticabile per noi napoletani, godiamocelo, sempre forza Napoli” – ha scritto lo slovacco sotto al post.    

Domenico Criscito 

Criscito emozionato che saluta la sua gente per l’ultima volta – profilo Facebook Genoa CFC

Il 19 maggio 2023, Domenico Criscito, detto “Mimmo”, ha giocato la sua ultima partita con il grifone. A 36 anni, si è regalato una serata speciale, verrebbe da dire un lieto fine come nelle migliori favole.  

Nell’aprile della stagione 2021-22, il capitano rossoblù aveva sbagliato il calcio di rigore decisivo contro la Sampdoria, condannando i suoi alla retrocessione in Serie B. Quest’anno, dopo un avvio non proprio brillante, ha riportato il Genoa in massima serie e nell’ultima partita di saluto al calcio giocato, davanti ai suoi tifosi, ha segnato il gol del definitivo 4-3 contro il Bari, all’ultimo minuto di recupero e proprio nella porta dove l’anno prima aveva sbagliato nel derby della lanterna.  

Quella col Genoa è una relazione amorosa che ha inizio nel 2003, quando Mimmo aveva appena 16 anni. Diciamo un amore controverso: non si delinea durante un arco di tempo continuo, ma è sicuramente duraturo. Tornerà ben quattro volte a Genova, purtroppo senza mai vincere nulla in Italia.  

Il suo palmares si è arricchito grazie all’esperienza Russa, nello Zenit San Pietroburgo di Luciano Spalletti dove, dal 2011 al 2018, ha collezionato due Campionati russi, due Supercoppe e una Coppa di Russia. 

Criscito ha comunque scritto la storia del Genoa, collezionando ben 291 incontri e 31 gol, diventando il sesto calciatore più presente. Il capitano dal cuore rossoblù, una vera e propria bandiera

Tre grandissimi del calcio mondiale: Joaquin, Gareth Bale e Mesut Ozil

È d’obbligo fare una menzione d’onore per altri tre giocatori che hanno scritto pagine su pagine di storia del football.   Lo spagnolo Joaquin, capitano del Real Betis Siviglia, ha detto addio al calcio a 41 anni. È nato e cresciuto con la maglia verdebianca addosso, portando per ben tre volte la sua squadra alla conquista della Coppa del Re. Ha inoltre stabilito il record di marcatore più anziano dell’Europa League ed è diventato il calciatore con più presenze nella storia del campionato LaLiga.  

“Mister 100 milioni” ha detto stop. A soli 33 anni, si è conclusa la carriera di Gareth Bale. Il gallese ha chiuso con il titolo di MLS vinto con i Los Angeles. Bale ha vinto tutto: 19 i titoli con il Real Madrid, di cui 5 Champions League. Ha fatto le fortune della nazionale gallese, riportandola ai Mondiali dopo 64 anni e diventando primatista – di presenze (111) e reti (41). 

Ultimo, ma non per importanza, Mesut Ozil. Il calciatore tedesco, campione del mondo nel 2014, era sparito dai radar negli ultimi anni. L’aveva ospitato il campionato turco, precisamente, in quest’ultimo anno, il Basaksehir. Ce lo ricordiamo però sicuramente con le maglie di Real Madrid e Arsenal. Con i “Gunners” ha vinto ben 8 trofei: 4 FA Cup e 4 Community Shield; dimostrando di essere un fuoriclasse della trequarti campo e di valere un posto tra le leggende del club. 

di Pier Giorgio Tumminia

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