Il fenomeno dello “starlike”: le social star devono stare sui carpet, ormai

Alla Mostra del cinema sfilano anche influencer, tiktoker e personaggi del piccolo schermo: ecco perché non erano fuori posto

Giulia Salemi, influencer e conduttrice (Photo by Stefania D’Alessandro/Wirelmage)

Il Festival di Venezia ormai è concluso, ma alcune polemiche sono proseguite fino ai titoli di coda: a sfilare sull’importante tappeto rosso di riferimento, infatti, non soltanto grandi attori, ma anche (grandi) influencer: ecco cos’è il discusso fenomeno della starlike (Divismo 3.0 – Ugo Di Tullio).

I divi non sono più quelli di una volta: ecco perché

Il fatto che il panorama artistico, nella sua interezza, si sia di gran lunga dilatato negli ultimi anni è un grande ed importante dato di fatto, che fa luce sul cambiamento che sta interessando la società contemporanea ormai da diverso tempo. Quello che sta accadendo, potrebbe essere interpretato come una sorta di processo di vetrinizzazione della società stessa, dovuto all’effetto prodotto dai sempre più emergenti fenomeni di auto narrazione sul web.

Ormai tutto è considerato buon materiale da postare, da mettere – appunto – in vetrina: che si tratti di avventure o disavventure, di corpo o anima, l’importante è saperne estrapolare un contenuto video o fotografico mirato al confronto con gli utenti che abitano l’internet e che grazie alle loro interazioni hanno contribuito alla nascita (nemmeno così recente) di una figura di grande rilievo: l’influencer.

Fra utente e influencer, esiste un particolare tipo di relazione, definito parasociale. Un rapporto di tipo confidenziale – seppur a distanza – che assume questa denominazione, proprio perché pur riprendendo le caratteristiche delle vere relazioni sociali (quelle offline), rimane in realtà in superficie. È un rapporto, dunque, fittizio, reso tale da un sottile velo di distanza lasciato appositamente dall’influencer.

Da queste premesse nasce la nuova forma di essere divi nel terzo millennio: la Starlike.

Sotto questa denominazione rientrano tutti coloro che per professione (o interesse personale) hanno studiato o approfondito la loro conoscenza su un tema, prodotto o servizio, promuovendosi inizialmente tramite YouTube o blog e che successivamente sono stati nuovamente presi in considerazione dai consumatori/utenti, una volta che si sono catapultati all’interno del mondo social.

Basti pensare a Chiara Ferragni con i suoi 13,1 milioni di followers, che fa un po’ da capostipite. O ancora Giulia de Lellis, Giulia Salemi, Rosa Perrotta: giovani donne che, passando per strade diverse, sono tutte approdate sul vastissimo mondo social, diventando idolo indiscusso di milioni di ragazzine.

Questo è un aspetto che ancora oggi non sembra essere ben integrato all’interno dello scenario collettivo, come si evince dai commenti social, lasciati sotto ai post raffiguranti gli influencer protagonisti delle più ambite esperienze. Bisogna dunque fare pace col fatto che gli individui che si tende ad idolatrare, sono quelli che piace immaginare più come persone che come personaggi, e la ragione è che la loro – comunque inarrivabile – naturalezza, fornisce uno specchio in cui potersi oggettivare.

Influencer alla Mostra del Cinema: la parola d’ordine è followers

Perché però gli influencer sfilano alla Mostra del Cinema di Venezia, in mezzo alle star del grande schermo? Domanda che migliaia di persone hanno posto, in modo più o meno cortese, agli stessi personaggi, content creator, volti del piccolo schermo. La risposta è alquanto semplice: per… soldi, soldi, soldi.

Soldi che non entrano direttamente nelle tasche dei suddetti personaggi, i quali sono soltanto portatori sani di sponsorizzazioni: sono gli sponsor, infatti, a contribuire economicamente alla messa in scena del festival, la cui realizzazione – diciamolo pure chiaramente – costa diversi milioni.

Attraverso il grande numero di followers, infatti, volti noti del web hanno la possibilità di fare da testimonial per conto dei vari sponsor che, seguendo l’equazione follower=visibilità, sono ben felici di presenziare all’evento nel modo (attualmente) più proficuo ed intelligente possibile. Un esempio lampante, uno di quelli che ha suscitato più scalpore e più commenti, può essere fornito dalla presenza dell’influencer bergamasca Paola Turani alla prima del festival di Venezia, come testimonial Campari.

La sua presenza è stata così discussa per via di un momento particolare che ha preso vita sotto i riflettori della passerella: l’influencer viene ripresa intenta a salutare il pubblico presente, il quale, però, sembra essere alquanto insofferente. Quel momento, estrapolato dalla serata, fa presto a fare il giro del web, scatenando i commenti ilari degli haters più accaniti.

Ci credo non l’abbiano salutata, qualcuno sa chi sia?

Beh… sì. Almeno 2 milioni di persone, stando ai dati di Instagram, sanno chi sia Paola Turani. Di sicuro, Campari lo sa e questo, nell’economica dello spettacolo, è più che sufficiente.

di Gianna Maria La Greca

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