L’Erotic Theatre per una risata catartica

L'Insolito Festival mette in scena l'erotico, un altro punto di vista sul mondo che si accende nel buio più totale per uno sguardo da non dimenticare

Un successone quello di E.T. Erotic Theatre e dell’Insolito Festival che ha deciso di portarlo in scena. Sabato 31 e domenica 1° ottobre sono state serate speciali, tutte andate sold out, al WoPa.

L’Associazione Micro Macro ha sempre cercato di creare eventi particolari e unici, progetti poi riproposti per questo Festival. Erotic Theatre nasce proprio per Insolito Festival, quindi con i criteri dell’insolito e cioè di fare uno spettacolo in un posto inusuale come il Workout Pasubio.

Progetto molto particolare in prima nazionale, un lavoro curato dalla stessa Flavia Armenzoni, direttrice dell’Insolito Festival, che con artisti come Beatrice Baruffini e Agnese Scotti, Emanuela Dell’aglio e Irene Grossi, Alain Moreau, fa dell’erotico un momento ironico e divertente, destinato a soli adulti affinché questi possano ricordare come “sviluppare un punto di vista erotico sul mondo“, così spiega Beatrice Baruffini. Ogni replica si è composta di tre spettacoli in uno, tre corti, tre pezzi brevi, divisi per sale, con il pubblico che si è spostato in ognuna di queste per ritrovarsi a guardare ogni volta un modo diverso di pensare l’erotico. Il primo lavoro è stato “Post hot it” di Beatrice Baruffini con Agnese Scotti, poi “Luminosi” di Emanuela Dell’aglio con Emanuela Dell’aglio e Irene Grossi e infine “Estate 69” di e con Alain Moreau del TOF Théatre. Tre spettacoli tutti diversi, per stili e storie, ma che avevano come tematica centrale l’erotico.

POST HOT IT

Il protagonista in scena di Post hot it è Eros impersonato da un post-it colorato, un oggetto che si fa soggetto. Questo si relaziona irriverente con Agnese Scotti, la quale, con fatica iniziale, alla fine riesce ad interagire con lui. “L’artista dovrebbe sviluppare un punto di vista erotico sul mondo”, dice Beatrice Baruffini che dalla regia incoraggia l’artista ad essere erotica. Con sottofondo musicale, Eros si incolla alle labbra dell’attrice per un bacio infinito. Lei prova a resistergli, ma cede: “Aspetta Eros – riesce senza fiato a dire – adesso ricordo, anche io posso essere erotica, ricominciamo tutto da capo”. Con movimenti eccezionali iniziano a flirtare col pubblico aprendosi a molteplici possibilità.

Lo spettacolo si divide in quattro atti d’amore. Il primo era legato allo sguardo: Agnese Scotti stacca tanti post-it dal blocchetto quanti sono i tipi di sguardi. “Un punto di vista parte quasi sempre dagli occhi e gli occhi sono quasi sempre chiusi”.

L’atto secondo riguarda il bacio. “Passiamo ai due tipi di bacio, i più conosciuti.” Il post-it si attacca alle sue labbra per poi velocemente staccarsi e intraprendere tutto un viaggio del corpo. “E se un’artista deve sviluppare un punto di vista erotico sul mondo non può fare altro che limonare, il mondo.” Con sottofondo musicale l’attrice dimostra tra teoria e pratica come avviene tutto questo. Così due linguette tra le mani si incontrano prima timide poi spudorate, e limonano, limonano anche con lei.

L’atto terzo è l’autoerotismo femminile. Con le spalle rivolte al pubblico imbarazzata Agnese Scotti inizia a masturbarsi. Ansima forte e quando arriva all’orgasmo è subito festa. Il pubblico non può che applaudirle.

Infine, l’atto quarto riguarda l’atto sessuale. Ci mostra prima l’unione a due, con un punto di contatto di facile realizzazione, poi quella a tre e poi l’orgia. L’orgasmo è possibile raggiungerlo facilmente se con accompagnamento musicale. Lo spettacolo finisce con il raggiungimento di un orgasmo collettivo.

LUMINOSI

In una camera da letto una donna in vestaglia si prepara per l’incontro col suo amante. Nota, davanti ad uno specchietto, i segni del passare della sua giovinezza così decide di attenderlo al buio per evitare eccessivi vergognosi svelamenti. Il pubblico non può che immaginare i corpi seguendo le voci nella speranza di scorgere qua e là il movimento di ombre. Più che ombre si seguono le luci, luci falliche, fari in mezzo al buio. Quindi, il membro dell’amante e poi anche quello del marito si sono fatti luminosi indossando il nuovo giochino di lei: un preservativo fosforescente. I peni diventano prima una spada laser con richiamo a Star Wars, “Combatti! Sono tuo padre!”, ma anche un razzo pronto a partire: “si avvisano i gentili genitali che siamo pronti al decollo.” Three, two, one inizia l’amplesso, in tutte le posizioni, alla ricerca della comodità. Ma difficile è farlo con quel buio. Quando il marito scopre dell’amante della moglie, inizia il duello di scherma con i peni a forma di spade laser. Ma nessuno vince perché alla fine a decidere è la vagina, fosforescente anche lei. Due serpenti striscianti fosforescenti si avvicinano richiamati dal suono di quella incantatrice. Ma lei respinge tutti e due. Non li lascia entrare. In sottofondo “Il cobra non è un serpente” di Donatella Rettore. Lo spettacolo è finito in un nulla di fatto.

Estate ‘69

L’anziano Jean, una marionetta a misura d’uomo, toccandosi la fede nuziale, ricorda l’anno 1969, anno in cui lui e sua moglie con la due cavalli si nascondono alla ricerca di un posto lontano dagli sguardi. Dopo aver percorso chilometri su e giù per le montagne, tra prati verdi e mucche pascolanti, la macchina si ferma al di là degli alberi. Una tovaglia a quadretti, una bottiglia di vino, del cibo, una radio, un ombrellone. Non serve null’altro per un magnifico picnic all’insegna del relax. Niente di erotico all’orizzonte fin quando un innocuo picnic si è trasformato in una grande scena di sesso. Dietro l’ombrellone si nascondeva una coppia completamente nuda alle prese con mille posizioni sessuali.

Erotic Theatre è stato un vero e proprio successo, per cui ci sono volute molte straordinarie repliche. Non si tratta solo di uno spettacolo esilarante, ironico, divertente, irriverente. Non è solo uno spettacolo in cui l’erotico fa da protagonista, ma è anche uno spettacolo dove si è vista la bravura di registi e artisti che da soli hanno reso possibili scene impensabili. I modi di Beatrice Baruffini, Parma li conosce bene, ma è anche grazie ad Agnese Scotti che dei semplici post-it hanno potuto prendere vita. Emanuela Dall’aglio e Irene Grossi hanno impersonato totalmente al buio più di due personaggi, riuscendo comunque a farci “vedere” tutto. Alain Moreau, famoso per lavorare con le istallazioni, artigiano di miniature, è riuscito a trasportare la mente indietro come a riviverlo veramente. Non si è pianto mai così tanto dal divertimento. E si sa che il pianto serve da catarsi: libera, sfoga e, da un momento di tensione, porta al rilassamento.

di Fabiola Veca

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