Parma candidata Capitale Europea dei Giovani 2027. Coinvolti 180 ragazzi nei tavoli di confronto

Intervista all'assessora alle Comunità giovanili del Comune di Parma Beatrice Aimi che spiega il lungo percorso di partecipazione dei giovani del territorio. "Parma prima città europea ad aver adottato lo strumento VIG, valutazione di Impatto Generazionale"

Parma si candida a capitale Europea dei giovani 2027. Tutti gli anni, infatti, il forum europeo della gioventù seleziona una città, ovviamente europea, per assegnargli il titolo di capitale dei giovani.

La città scelta ha l’occasione di mettere in risalto la partecipazione giovanile e dare (finalmente) spazio alle nuove generazioni per favorire un rafforzamento del sentimento di appartenenza europea. 

La prima tappa di questo ambizioso progetto a Parma passa dal Pala Ponti del centro sportivo di Moletolo il 21 ottobre; il che è simbolico perché sarà una vera e propria partita contro tutte le altre candidate. La parola in codice è: piazza. Sia perché è uno dei simboli dell’Italia, ma anche perché è un luogo di incontro e confronto. 

Il metodo di lavoro utilizzato nel corso della giornata, come hanno spiegato gli organizzatori, è stato inventato negli anni ’80 ed è figlio di un’osservazione: durante i convegni i momenti di massima condivisione ed efficienza erano le pause caffè. Perciò l’obiettivo è quello di cooperare come quando si è davanti ad un caffè, in modo attivo.

È Beatrice Aimi, assessora alle Comunità giovanili del Comune di Parma, a dare il calcio di inizio. L’intervento dell’assessora inizia con un’esternazione di tutte le sue preoccupazioni ricordando i fallimenti delle assemblee di istituto che godono di scarsa partecipazione, ma come ogni discorso motivazionale che si rispetti, dopo ogni fallimento, c’è la promessa di redenzione.

Infatti Aimi rilancia con la promessa, e la premessa, che tutto ciò che verrà progettato al Pala Ponti si cercherà di realizzarlo con tutti gli sforzi possibili avendo la coscienza, però, che non tutto potrà essere realizzato.

Beatrice Aimi davanti al pubblico del Pala Ponti

“Siate coraggiosi”

La palla passa a Paolo Verri, manager che sta curando la candidatura della città. Come un vero capitano spiega quanto sia difficile vincere questa partita, infatti, ogni volta che una città italiana si candida per questo prestigioso titolo perde, sempre. 

Come ogni gioco di squadra che si rispetti bisogna giocare la partita tutti insieme coinvolgendo il maggior numero di persone possibile: dai 27 giovani dello Young Advisory Board ai 150 presenti al Pala Ponti, con la speranza di poter arruolare più persone possibili perché, come insegna Verri, più radici ci sono e più frutti ci saranno.

Il manager conclude il suo discorso con tre massime: “Siate coraggiosi e ponetevi sfide alte. Siate pronti al dialogo e alla condivisione. Costruite un lavoro permanente”.

Veronica Frosi e Denis Margarint del team comunicazione spiegano poi il significato del logo, ovvero la P, che ha per oggetto il rimando al famoso logo di Parma capitale della cultura 2020 con l’obiettivo di dare continuità al percorso già intrapreso. 

Il mercato dei temi

Dopo tanto parlare si arriva alla pratica: ha inizio il mercato dei temi. L’obiettivo è quello di trovare diversi argomenti che rappresentano quelli che sono i tavoli di confronto che avranno una durata di circa un’ora.

Ovviamente i temi rappresentano i capitoli del dossier finale che verrà presentato per la candidatura, suddiviso in due turni. Queste tematiche sono stabilite dai ragazzi partecipanti che per semplice alzata di mano hanno proposto il loro tema diventandone capitani del tavolo. Alcuni degli argomenti saltati fuori sono stati: scuola, emergenza alloggi, appennino e castelli, riqualificazione delle aree verdi, sovrappopolazione, hub culturali, musica, felicità, università e collaborazione tra i comuni di tutta la provincia di Parma. Ma anche: arte, salute, sicurezza e integrazione, infrastrutture e trasporti, futuro, sostenibilità ambientale, formazione politica…

La partita è quindi iniziata ma può essere vinta solamente se verranno rispettate le premesse, ovvero, solo se si darà effettiva importanza alla voglia di mettersi in gioco dei giovani. 

Intervista all’assessora alle Comunità giovanili Beatrice Aimi

L’assessora Aimi racconta che l’idea della candidatura è nata dopo pochi mesi di mandato, con l’obiettivo di responsabilizzare i giovani e “incoraggiare la loro partecipazione alla società, rafforzandone l’identità europea”. Il percorso durerà per tutto il quadriennio: 2023-2027 con la presentazione del dossier agli inizi di novembre e, attraverso una serie di azioni e protagonismo giovanile, si concluderanno nel 2027, ovvero, l’anno in cui si scoprirà la città vincitrice.

“Abbiamo cominciato il percorso la scorsa primavera con una call aperta a tutti i giovani della città dove sono stati selezionati ventisette (come gli Stati membri dell’UE) giovani ‘commissari’ – continua Aimi – che sono andati a costituire una sorta di Young Advisory Board dell’assessorato che ho l’onore di guidare. La prima tappa del percorso è stata la realizzazione di un weekend “trasformativo”, una due giorni di formazione finalizzata allo sviluppo delle competenze al changemaking, in grado di consentire ai giovani del territorio di Parma di avere gli strumenti necessari per padroneggiare la complessità del mondo attuale e progettare azioni di protagonismo giovanile per il bene comune”.

“La seconda tappa ha previsto l’allargamento della rete partecipativa. – spiega l’assessora – E’ stata infatti aperta una seconda chiamata generale rivolta a tutti i giovani dai 16 ai 35 anni che si è conclusa in un grande evento partecipativo che si è svolto il 21 ottobre scorso dal titolo: ‘Parma una grande piazza per l’Europa’”.

“Una terza e significativa tappa del dossier di candidatura è stata l’aver introdotto lo strumento di Valutazione di Impatto Generazionale (VIG) delle politiche pubbliche, in linea con il Decreto del 3 giugno 2021.La valutazione di impatto generazionale si propone quindi come indicatore per misurare la c.d. “altezza del muro” che i giovani devono superare per aprire le tre principali porte che conducono alla vita autonoma e adulta: la porta di una propria abitazione, le porte del luogo di un lavoro dignitoso e la porta dell’ospedale per assumere responsabilmente la maternità e la paternità, con il combinato disposto di un persistente gender pay gap e le difficoltà di accesso al credito. Il Comune di Parma ha adottato tale strumento – primo e unico Comune in Europa – dedicato all’analisi e alla verifica sistematica dell’impatto generato dalle politiche pubbliche”.

Le iniziative attualmente vigenti sono volte a restituire ai giovani la fiducia perduta nei confronti dell’autorità e di offrire anche luoghi di aggregazione, incontro e confronto. Tutto ciò ispirato anche dalle parole di Alessandro Rosina, professore ordinario di demografia e statistica sociale, citato dall’assessora: “Ciò che funziona con i giovani non può cadere dall’alto, va invece costruito insieme a loro dal basso, offrendo non solo protagonismo ma anche un mix di impegno e responsabilità, possibilità di sperimentare e mettersi alla prova con soggetti istituzionali (e non solo) disposti a rimettersi in discussione”.

Dai punti di forza si passa alle difficoltà nel coinvolgere i giovani, infatti, le emergenze che ci si trova a fronteggiare non possono essere affrontate con i giusti strumenti per via della scarsità di risorse umane e culturali.  “Si rende quindi oggi più che mai necessario un cambio di paradigma sul lavoro con i giovani che sia in grado valorizzare le tante cose che si stanno facendo quotidianamente nei territori, ma anche di guardare oltre cogliendo le numerose sfide che i giovani si troveranno ad affrontare nel XXI secolo.”

“Parma sarà l’unica città appoggiata dal Consiglio Nazionale Giovani, organo consultivo nazionale a cui è demandata la rappresentanza dei giovani nella interlocuzione con le Istituzioni. A gennaio, durante gli Stati Nazionali della Gioventù, sigleremo a Roma proprio questo importantissimo protocollo di intesa”.

L’obiettivo è ben definito e la partita è iniziata e l’augurio, più che la vittoria fine a se stessa, sia invece l’inizio della vera partecipazione giovanile alla vita politica e culturale della città.

di Andrea Tessicini

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