È la politica a rendere “politico” il Comics23, non ZeroCalcare

Come una manciata di fumettisti è diventata il nemico interno numero uno

La scelta di Zerocalcare di non partecipare al Lucca Comics&Games 2023 ha fatto da trampolino di lancio anche per altri: lo seguono a ruota anche la fumettista FumettiBrutti, la tiktoker La Biblioteca di Daphne e Amnesty Italia. Per questo proprio l’associazione è stata accusata di razzismo dal paladino dell’uguaglianza sociale Matteo Salvini e si è difesa definendo il vicepremier ignorante in materia. Il movente di questi diserzioni sta nel patrocinio dell’ambasciata israelina al Lucca Comics, che ha incaricato i due fumettisti israeliani Asaf e Tomer Hanuka di disegnare il manifesto ufficiale della fiera.

Il patrocinio è stato obiettato dagli artisti – e da Amnesty – per ragioni di coerenza e il festival è stato molto apertamente criticato da parte delle loro community per essere complice (indirettamente, è chiaro) del genocidio che Israele sta attuando a Gaza; le accuse, per altro, sono le stesse rivolte al premier Giorgia Meloni dopo l’astensione dal voto per la risoluzione Onu. Queste dinamiche finiscono per dimostrare quanto eventi apparentemente irrilevanti sul piano politico possano essere, in realtà, teatro di propaganda e di scontri.

I fumettisti si sono trovati in mezzo ad una bufera mediatica, tra chi li sosteneva con l’hashtag #freepalestine e chi invece li accusava di razzismo, anche in seguito alla decisione dei due fumettisti israeliani di non partecipare al festival. Per giustificare la sua scelta e per difendersi dall’aver espresso la propria opinione (pazzesco che ce ne sia davvero bisogno), Zerocalcare ha rilasciato pochi giorni fa a Internazionale 24 tavole illustrate in cui, screenshot alla mano mostra tutte le accuse che gli sono state vomitate addosso nell’ultima settimana, anche da parte di esponenti della politica – tra cui il vicepremier Matteo Salvini e il senatore Maurizio Gasparri, neo assunti Avengers dell’inclusione e dei diritti umani.

A quanto pare la politica italiana, che continua a seguire un approccio internazionale alla vicenda israeliano-palestinese, non si sente in grado di prendere una decisione definitiva in politica estera (per assurdo l’astensione è stata ritenuta la scelta più equilibrata e imparziale, o almeno così ha dichiarato la premier Meloni), ma quando si tratta di dare contro a una manciata di artisti, di cittadini, che ha espresso un’opinione, ecco pronta la modalità ‘leone da tastiera’ di certe figure politiche che, piuttosto che instaurare uno scambio di idee, cercano di puntare il dito più velocemente possibile.

Dopo quella del razzismo, l’accusa più gettonata per i fumettisti è stata quella di aver boicottato il Lucca Comics. È successo davvero? Nel 2022 sono stati venduti 319mila biglietti, quest’anno “solo” 314mila: caspita, davvero un rovinoso boicottaggio! Tuttavia, se unicamente per l’assenza di tre o quattro persone, l’evento fosse fallito, probabilmente il festival più che di rilievo internazionale sarebbe stato una sagra di paese; per di più, una sorta di autosabotaggio c’è stato: sotto i post dei social del festival sono numerosi i commenti di chi, pur avendo comprato il biglietto mesi prima, ha comunque subito ore di coda per il ritiro dei bracciali per accedere ai padiglioni.

L’aggressività, che avrebbe potuto essere un semplice e sano disaccordo, con la quale gli artisti sono stati attaccati dalla classe dirigente del Paese, sempre pronta a correre ai ripari a costo di essere ipocrita e ridicola è ingiustificata e ingiustificabile…ma se i politici si indignano di fronte alla scelta di ZeroCalcare, probabilmente non hanno mai letto i suoi fumetti: ma si sa, per cogliere spunti interessanti non basta guardare le figure.

di Tommaso Sarti

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