Scacchipugilato: non lo sai, ma l’Italia ora ha un campione del mondo

Nicolò Tiraboschi, 23 anni, nato a Bergamo, è il nuovo campione del mondo di questo sport tanto particolare quanto sconosciuto ai più

I quinti campionati mondiali della World ChessBoxing Organisation (la federazione dello scacchipugilato mondiale) si sono tenuti a Riccione dal 28 ottobre al 3 novembre 2023. Le competizioni hanno spezzato tutti i record degli anni precedenti – più atleti in gara, più nazioni partecipanti e tutti i cinque continenti sono stati rappresentati da almeno un atleta. Per l’Italia, inoltre, un altro record è stato finalmente battuto: Nicolò Tiraboschi, 23 anni, nato a Bergamo, è stato il primo italiano a vincere la medaglia d’oro; prima di lui infatti altri due atleti italiani (Marcello Gasperini e Gianpiero Sportelli) avevano raggiunto il podio, ma mai sul gradino più alto.

Nonostante i recenti risultati, però, è un dato di fatto che, ad oggi, poche persone sappiano cosa sia lo scacchipugilato, uno sport che unisce due discipline all’apparenza opposte, ma in realtà più simili di quanto si possa immaginare.  

La storia e le origini

Il Chessboxing (scacchipugilato) nasce dall’equilibrio perfetto tra mente e corpo, principio che in realtà non è affatto nuovo (nell’antica Grecia, ad esempio, la preparazione corporea non doveva essere trascurata per quella mentale e viceversa). Lo scacchipugilato è una continua alternanza di due discipline secolari molto particolari: il pugilato – uno degli sport di difesa personale più antichi del mondo, da cui discendono decine di varianti – e gli scacchi, nati in India come gioco da tavolo circa nel VI sec.

Il Chessboxing nasce ufficialmente grazie all’artista olandese Iepe Rubingh che, nel 2003, ispirato dal graphic novel Froid Equateur (1992) del fumettista francese Enki Bilal, codifica lo sport con una variante rispetto a quella originaria nel racconto: invece che un incontro di pugilato seguito da uno di scacchi, Rubingh concepisce un’alternanza continua dei due sport.

Nello stesso anno dà vita anche alla World ChessBoxing Organisation (WCBO), organizzazione mondiale che ha il compito di promuovere lo scacchipugilato ed indire competizioni e tornei. Con sede a Berlino, l’organizzazione viene riconosciuta internazionalmente tanto che, negli anni a seguire, nascono in diversi paesi (quali Bulgaria, Francia, Latvia, Cile, Russia, Turchia ed India) delle federazioni nazionali di scacchipugilato.

La Federazione Italiana ScacchiPugilato A.S.D. (F.I.S.P.) nasce invece nel 2012 – anche se la costituzione vera e propria della federazione risale solo al dicembre 2013 – quando gli appassionati di questo sport si riuniscono a Spoleto per lavorare sul futuro statuto dell’associazione. Essa gode del patrocinio del Coni e dell’associazione mondiale di categoria e ogni anno organizza competizioni nazionali che permettono poi di promuovere i campioni in competizioni internazionali.

Come si gioca a Scacchipugilato 

Secondo il regolamento, l’incontro si basa su undici riprese (round), di cui il primo è sempre scacchi: i giocatori hanno a disposizione quattro minuti per poi passare all’incontro di pugilato – dalla durata di tre minuti per gli uomini, mentre per le donne si contano tre minuti per gli scacchi e due per il pugilato.

L’arbitro poi, nella ripresa di scacchi, ha il potere di ammonire i giocatori qualora temporeggiassero nel fare le proprie mosse: dal momento dell’ammonizione si hanno quindi a disposizione dieci secondi per effettuare la mossa, allo scadere di essi, se il giocatore non muove la pedina, l’incontro viene vinto dall’avversario. 

Le categorie di peso in Italia sono sette per VeteraniSenior e Junior (16-17 anni), dieci per i Giovani (14-15) e undici per i Ragazzi (12-13); queste categorie sono suddivise a loro volta in maschili e femminili.

Un incontro di scacchipugilato può terminare a causa di diversi fattori: KO, scaccomatto, per una decisione da parte del giudice o a causa dell’esaurimento dei minuti disponibili di uno dei due giocatori. Nel caso la partita di scacchi termini in pareggio prima dell’undicesima ripresa, si fa una ripresa ancora di pugilato e, se non vi fosse nel frattempo una conclusione prima del limite, si verificano i punteggi dei giudici nel pugilato: l’atleta che ha fatto più punti vince.  

Queste due discipline, che all’apparenza sembrano l’una l’opposto dell’altra, sono in realtà molto più compatibili di quanto si pensi: il parallelismo è tra qualcosa che, in movimento, deve essere colpito e qualcosa di statico che si deve capire come far muovere; denominatore comune è, quindi, la concentrazione.  

Le difficoltà maggiori in questo sport riguardano infatti la concentrazione, la disciplina, la prontezza e la tattica: tutte qualità che devono essere mantenute a un buon livello anche durante il cambio dall’incontro di pugilato agli scacchi (quando magari si è andati in limite di ossigeno o si è sopraffatti dall’adrenalina). La gestione di scenari con condizioni opposte, da uno sport estremamente fisico ad uno estremamente intellettuale, è ciò che caratterizza quindi lo scacchipugilato, rendendolo uno sport che allena la mente, il corpo ma anche il cosiddetto ‘sangue freddo’.  

I campionati di Riccione e la vittoria italiana, li racconta Nicolò Tiraboschi

A Riccione trova la vittoria Nicolò Tiraboschi (classe 2000) che, con un passato da ex-scacchista e un solo anno di boxe alle spalle, riesce a battere l’avversario francese Tony Infantino costringendolo a ritirarsi ad un passo dallo scaccomatto. Così Tiraboschi riesce a portare a casa il primo oro italiano per la categoria Under 65kg. Ci siamo fatti raccontare un po’ di più riguardo al rapporto con lo scacchipugilato e alla recente vittoria.

Come hai conosciuto questo sport? Da quanto tempo lo pratichi?

A Bergamo c’è un altro chessboxer che ha avuto il titolo di campione europeo, Daniele Rota. Frequentavo lo stesso circolo di scacchi e sentivo parlare dei suoi risultati. Questo anni fa, ma non avevo mai pensato di cimentarmi anche io. L’intenzione è arrivata a ottobre dell’anno scorso, quando ho iniziato a fare pugilato, e da lì la palestra è diventata la mia seconda casa. Direi che più che praticare scacchipugilato, sono un ex-scacchista che fa boxe. Questo era il mio primo torneo di chessboxing, e direi che è andato bene“.

A proposito del tuo primo torneo, raccontaci un po’ dei campionati di Riccione, le emozioni e la vittoria

“Vincere è stata una grande soddisfazione. Sto sacrificando tanto per i miei obiettivi e nell’ultimo periodo senza risultati soddisfacenti. Questo mondiale è stato importante, soprattutto per quanto mi ha alzato l’autostima. Forse oltre che al risultato in sé sono i numerosi complimenti che ho ricevuto dagli altri atleti e spettatori che continueranno a darmi energia per molto tempo. Ottenere risultati importanti è fondamentale, per me, anche per poter dare l’esempio e ispirare altri ragazzi che nella vita vogliono arrivare da qualche parte. Forse adesso i miei consigli valgono qualcosa di più. Infine, la vittoria ha significato tanto perché sono un ragazzo che punta molto in alto, e tutti quelli con cui parlo dei miei sogni (progetti) mi dicono che sono irrealizzabili. Questo è il primo piccolo passo per dimostrare che ho ragione io e torto loro”.

Come mai è così poco conosciuto in Italia lo scacchipugilato? In quanti luoghi si pratica?

“È solo 20 anni che esiste. Non ci sono veri e propri luoghi dove si fa chessboxing in Italia”

Qual è la cosa che ti piace di più del tuo sport?

“Le persone che lo praticano. Sia che vinci sia che perdi c’è qualcuno che viene a darti supporto. Spesso senza neanche parlare la stessa lingua. Poi si vede il coraggio dello scacchista che sale sul ring senza essere davvero capace, cercando solo di sopravvivere, o il pugile che cerca di durare 3 minuti alla scacchiera per poi dare tutto nella boxe spingendo come un toro. Sono piccole cose che rendono tutto più affascinante”.

di Francesca Boschian 

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