“Sì pronto, parlo con il Premier?” e altri scherzi incredibili

Come sia possibile fingersi qualcun altro e ingannare centinaia di persone resta un mistero, ma qualcuno è stato in grado di farlo.

Dal profilo Facebook di Giorgia Meloni

Vittima di uno scherzo telefonico, il premier Meloni è stata sulla bocca di molti giornalisti e presentatori televisivi più del solito. Due comici russi, Lexus e Vivan, sono infatti riusciti a parlare al telefono con il premier fingendosi il presidente dell’Unione Africana.

Le reazioni a ciò che è successo sono state molteplici: da chi si è dichiarato sconcertato a chi si è schierato dalla parte di Meloni, difendendola e mettendo invece in risalto la fallacia dei sistemi di sicurezza, in particolare del lavoro di Francesco Talò, ex consigliere diplomatico del governo Meloni, dimessosi qualche giorno dopo lo scherzo. 

Ladri di voci…e di volti

Come sia possibile effettivamente che una coppia di comici sia riuscita ad eludere la sicurezza di un governo nazionale resta un mistero, considerando anche la loro, comprensibile, riluttanza nello spiegare i loro trucchi, anche per non rivelare quante siano effettivamente le persone che collaborano per la riuscita dei loro scherzi. 

Alexey Stolyarov, in arte Lexus, intervistato da Lilly Gruber nel programma Otto e mezzo ha fermamente evitato di rispondere alle domande poste dalla giornalista sui metodi di infiltraggio che i due comici avrebbero utilizzato per rendersi invisibili alla sicurezza italiana, delegando la responsabilità di rispondere al premier e al suo staff. L’unica cosa che ci è dato sapere è la bravura del duo in fatto di travestimenti.

Non è infatti la prima volta che riescono a parlare con personalità così influenti: da Angela Merkel a Emmanuel Macron, da Jens Stoltenberg a Pedro Sánchez, fingendosi sempre qualcuno di diverso. I due non hanno preso di mira solamente esponenti politici, ma anche uomini e donne del campo dello spettacolo: nella loro trappola risultano nomi come Elton John e la scrittrice J. K. Rowling. Incredibilmente, il caso del premier Meloni ha avuto una notevole risonanza, più di quanto sia successo con tutti questi altri personaggi, ugualmente famosi e, spesso, con posizioni molto simili in ambito politico. Anche le personalità ‘rubate’ sono state molto diverse tra loro, da Vladimir Putin a Volodymyr Zelensky, passando addirittura per Greta Thunberg e suo padre. 

I due comici hanno sempre sostenuto di effettuare questi scherzi solamente per loro stessi, senza lavorare per nessun Governo, Intelligence e chi più ne ha più ne metta. Certo è da dire che il duo comico – e chiunque agisca con loro – ha un talento veramente formidabile ed è in grado di infiltrarsi anche nei più, apparentemente sicuri, luoghi. 

Una domanda ora sorge spontanea: è davvero così difficile fingersi qualcun altro e riuscire ad ingannare un così grande numero di persone? 

I più bravi? Forse, ma non i primi

Grazie proprio a questo tipo di scherzi, ad esempio, è nata la carriera del giornalista e attore Paolo Calabresi, faccia de Le Iene e famoso proprio grazie ai suoi numerosi travestimenti. Tanti sono i volti che Calabresi ha preso in prestito durante la sua carriera, ma la sua passione per il camouflage nasce molto prima del programma che poi lo ha reso famoso.

Lo scherzo, forse più famoso e che coinvolse più persone, fu quello che fece travestendosi da Nicholas Cage e riuscendo così ad assistere alla partita Roma-Real Madrid. Fingendosi appunto il famoso attore riuscì ad ingannare tutto lo staff del club spagnolo, partendo proprio dal presidente della squadra, che non solo lo accolse con tutti gli onori, ma gli regalò la maglia personalizzata e la tessera onoraria del club.

Questa non era però la prima volta in cui l’attore si fingeva qualcun altro; il suo repertorio di imitazioni è composto da decine di personalità diverse, tra cui anche John Turturro e un fantomatico diplomatico di Monaco al servizio della famiglia reale. 

Paolo Calabresi allo stadio Santiago Bernabeu, 2008

La pratica degli scherzi su larga scala non è solo un fatto nostrano: l’attore e regista Sasha Baron Cohen mise in atto una simile strategia durante le riprese del suo film Borat Subsequent Moviefilm. L’attore in questo caso interpreta l’omonimo personaggio Borat, giornalista del Kazakistan, tanto estroso quanto terribilmente provocante, viste le sue caratteristiche estremamente stereotipate. Baron Cohen, durante la produzione e registrazione delle scene del film, ha rubato la personalità del proprio personaggio, fingendosi lui in modo da poter filmare le vere reazioni della gente comune alle sue estreme azioni.

Il film, girato interamente durante la quarantena, ha visto l’attore in situazioni fuori dal comune, come ad esempio dover condividere l’alloggio con due americani profondamente conservatori o partecipare ad una assemblea del Ku Klux Klan. Azioni che in un caso hanno richiesto l’intervento di forze armate per allontanarlo da una folla inferocita che aveva riconosciuto l’attore.

Negli USA ha avuto anche particolare risonanza mediatica il caso dell’ex sindaco di New York Rudy Giuliani, che ebbe reazioni particolarmente ammiccanti nei confronti dell’attrice Maria Bakalova, fintasi una giovane reporter pronta ad intervistarlo.

Tre casi certamente molto diversi, ma che dimostrano quanto possa essere apparentemente facile fingersi altre persone, mettendo la propria voce e anche il proprio viso ben in vista, senza comunque essere riconosciuti.

di Elena Camuti Borani

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