‘Mitologia’ della Grande Guerra un secolo dopo

MUTI PASSARON QUELLA NOTTE I FANTI: DOCENTI A CONFRONTO AL LICEO SCIENTIFICO ULIVI

Muti.passaron.quella.notte.i.fanti (I Guerra Mondiale)“Tenere unito il presente al passato”: questo lo scopo del ciclo di incontri ‘Muti passaron quella notte i fanti’, promosso nell’ultimo mese dal Liceo Scientifico Ulivi alla Casa della Musica, in occasione del centenario dell’ingresso Italiano nella Prima Guerra Mondiale. Tre sono stati gli appuntamenti, con la partecipazione di docenti e scrittori, per ricordare quel passato torbido quanto ‘mitologico’ ancora vivo nella memoria contemporanea.

RACCONTI DAL FRONTE, INTERVENTISMO E OPPOSIZIONE – Sonia Pellizzer, coordinatrice del Dipartimento di Storia e Filosofia dell’Ulivi, nonché organizzatrice degli incontri, ha sottolineato come la guerra non si sia mai allontanata da noi, pur non avendola vissuta in prima persona: “Studiare la storia, le guerre e in particolare il ‘900 – sostiene l’insegnante – significa investire nel pensiero occidentale, tracciare un percorso che sappia far distinguere all’uomo tra fonti giuste, false e finte, che sappia dunque capacitarlo di interrogare quelle stesse fonti, tramite lavoro critico, perché le fonti non parlano da sole, hanno bisogno di qualcuno che spieghi per loro”.

La vicenda italiana nel primo conflitto mondiale è stato il tema discusso l’11 febbraio da Marco Mondini, professore dell’Università di Padova, che in termini generali ha ripercorso l’avventura bellica del nostro Paese seguendo le tre parole chiave: partire, raccontare e tornare. Il 18 dello stesso mese, Umberto Sereni, docente dell’Università di Udine, ha espresso, invece, quanto sia paradossale ricordare la guerra, parlare di ‘mitologia della guerra’ proprio mentre un altro conflitto si sta svolgendo in Libia e sembra coinvolgere, implicitamente, anche l’Italia, che nuovamente, come in passato, vede le posizioni dei più grandi scindersi in merito ad un possibile intervento. Sereni ha puntato la propria attenzione in particolar modo sulla città di Parma, che fin dall’inizio si è mostrata tendenzialmente a favore dell’interventismo. “La cultura occidentale non è mai stata pacifista -ha sottolineato Pellizzer- specie se si pensa che da Eraclito in poi la cultura della guerra è stata vista come produttrice di ordine. Un motore di regole, misure e maniere, dunque, che la guerra ha saputo creare con disgusto, proprio mentre si profilava in quel conflitto l’idea che la storia fosse un ‘esperimento sociale’, stando alle parole di Marc Bloch.

L’incontro del 2 marzo ha visto lo scrittore Eraldo Affinati tracciare un percorso storico-culturale che ha mosso i suoi primi passi all’interno della guerra stessa, per poi diramarsi anche oltre di essa. L’esperto ha inoltre attraversato i modi di opposizione e di resistenza alla guerra, partendo dal movimento partigiano e giungendo alle semplici voci di un popolo che chiedeva di porre fine a quella ‘macchina della morte’, purtroppo già avviata, che avrebbe conosciuto solo un breve periodo di sosta prima di rimettersi in moto con la Seconda Guerra Mondiale.

Giacomo UliviGLI STUDENTI: CAPIRE IL PENSIERO DELL’EPOCA – Gli incontri hanno riscosso un buon successo, soprattutto da parte degli studenti delle classi terze, quarte e quinte del liceo. Per questo motivo Sonia Pellizzer ha espresso la sua soddisfazione a riguardo: “Vedere gli studenti venire di loro spontanea volontà, senza alcun obbligo imposto dalla scuola, è stata davvero una gran cosa. Sono venuti in massa, e solo per un loro interesse”. A dimostrazione che, seppur lontana cento anni, la Grande Guerra tiene ancora uniti quanti vedono la storia non come semplice materia ‘noiosa’ da studiare a scuola, bensì come argomento di trattazione quotidiana. In quanto ‘magistra vitae’, la storia “può evitare di ripetere gli errori fatti in passato”, come ha specificato Raffaele, uno studente di terza, cui si è aggiunto il compagno di classe Alessandro: “Della Prima Guerra Mondiale, prima di quest’incontro, sapevo solo in termini generali cosa fosse successo. Vedere i docenti parlarne in maniera più approfondita mi ha aiutato anche a capire quale fosse il pensiero di quegli uomini, politici o semplici cittadini, che hanno fatto o subito la storia di quel periodo”.

Organizzatori dell’incontro sono stati l’Istituzione della Casa della Musica, che ha concesso la sala, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma e, naturalmente, il Liceo Scientifico Ulivi che, invece, ha fatto sì di ricordare, ancora e sempre, gli uomini del passato, per non dimenticare che prima di essere macchina da guerra, l’uomo è sempre uomo, che sia alleato o nemico della propria fazione.

di Paola Cavallo, Gioacchino Di Giorgi, Marco Rossi e Luigi Vitale

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