Chiude Omegle, il fondatore dichiara “non voglio avere un infarto a trent’anni”

“Talk to Strangers” era il motto del sito, sì ma...a quale costo?”

Era il 2009 quando, dalla cameretta del diciottenne Leif K-Brooks, nasceva Omegle: lanciata ufficialmente il 25 marzo di quell’anno, la piattaforma nasceva dall’idea che “se Internet è una manifestazione del ‘villaggio globale’, Omegle è stato pensato per essere un modo per passeggiare lungo una strada di quel villaggio”. Si sa però che, in un villaggio, le strade da poter percorrere sono molte, alcune di queste molto buie come quella che, alla fine, ha condotto Omegle a chiudere definitivamente l’8 novembre 2023.

Ma che cos’era Omegle?

Dal suo ufficiale lancio, la piattaforma in meno di un mese contava già 150.000 visite al giorno, un traguardo così importante raggiunto con un’idea di base davvero semplice: conoscere persone nuove, estranei da tutto il mondo e parlare del più e del meno; il tutto senza mettere a ‘rischio’ il proprio corpo fisico. Omegle infatti non necessitava di riconoscimenti: per iniziare una videochat non servivano né mail ne numeri di telefono, grazie all’anonimato bastava solo inserire tag specifici (cantanti, sport…) che permettevano poi all’utente di connettersi con altre persone con i medesimi interessi; il tutto ruotava attorno a chat o videochat in cui ognuno poteva in ogni momento disconnettersi, ed eventualmente passare alla successiva, senza che fosse più rintracciabile.  

Come racconta anche il fondatore Leif K-Brooks, nella lunga lettera di ‘addio’ pubblicata alla chiusura del sito, Omegle è stato usato nel corso degli anni come punto di incontro tra culture diverse, un mezzo di comunicazione e conoscenza potentissimo con il quale scoprire usi e costumi di paesi dall’altra parte del mondo, pur stando comodamente seduti tra le quattro mura di casa.  

Se da una parte Omegle era una piattaforma di scambio, arricchimento, un modo per combattere la solitudine e la timidezza che talvolta limita le persone a fare conoscenze; dall’altra però nascondeva anche un lato oscuro…che a pensarci bene non era nemmeno così nascosto.  

Il lato scuro di Omegle

Negli ultimi anni però il costo di Omegle, per Leif K-Brooks, era diventato insostenibile; a tal punto che egli stesso dichiara sul suo defunto sito: “Per quanto vorrei che le circostanze fossero diverse, lo stress e le spese di questa lotta – insieme allo stress e alle spese esistenti per il funzionamento di Omegle e la lotta contro il suo uso improprio – sono semplicemente troppi. Il funzionamento di Omegle non è più sostenibile, né dal punto di vista finanziario né da quello psicologico. Francamente, non voglio avere un infarto a 30 anni”. L’insostenibilità della situazione, per il creatore della piattaforma, derivava principalmente dalle numerosissime cause legali nel quale Omegle si trovava coinvolto in prima linea. La chiusura definitiva però, si attribuisce ad un negoziato tra Omegle ed una vittima di abusi sessuali, identificata come A.M., che nel 2021 aveva intentato una causa contro la piattaforma stessa, per averla messa in contatto con un pedofilo alla tenera età di undici anni: la ragazza sarebbe stata poi costretta nei tre anni successivi a scattare foto e video nuda. 

L’anarchia a prova di anonimato

Omegle torna popolare soprattutto nel 2020, quando a causa della pandemia l’unico modo per avere contatti al di fuori della propria casa era, appunto, il web. E se da una parte la tutela dell’anonimato permetteva agli utenti di sentirsi più protetti, anche facendosi vedere in faccia, dall’altro lato però questa legge permetteva anche di compiere azioni terribili per poi non lasciare nemmeno una traccia di sé: l’anonimato ha creato quini un terreno fertile per i crimini, un terreno che rendeva difficile per le forze dell’ordine perseguire poi i trasgressori.  

Già nel 1886, lo scrittore inglese Robert Louis Stevenson scriveva “The strange case of Dr Jekill and Mr Hide” (Lo strano caso del Dr. Jekill e Mr. Hide). Il libro raccontava di un uomo borghese, Dr. Jekill per l’appunto, del tutto rispettato dalla società -un uomo ‘perbene’ che aveva però un terribile segreto: con l’obbiettivo di creare una pozione che riuscisse a separare la parte cattiva, presente in ogni uomo, da quella buona; Jekill ogni notte si trasformava nel suo alterego –Mr. Hide- che, non essendo riconoscibile da nessuno, dava sfogo ai suoi impulsi più oscuri commettendo crimini terribili per poi ‘tornarne ad essere Dr. Jekill’ come se nulla fosse successo.  

Come Mr. Hide, anche Omegle si era così trasformato in un luogo dove ognuno poteva dar sfogo alla parte più oscura, ai propri pensieri più cupi. Solitamente, infatti, questo tipo di pulsioni vengono tenute a freno dal cosiddetto ‘buonsenso’; freno fondamentale che però con Omegle e l’anonimato veniva a mancare: nessuno si conosceva e nessuno poteva essere rintracciato, una combinazione perfetta per dare sfogo a ciò che, nella vita di tutti i giorni, restava sepolto dentro di noi.  

Di Francesca Boschian 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*