VOCE Podcast Live, Luca Bizzarri ci insegna a ridere delle nostre fragilità

La prima edizione della rassegna dedicata ai podcast ha avuto tra i protagonisti il comico e scrittore che tra lacrime e risate ci accompagna in un viaggio alla riscoperta di noi stessi

Locandina "Voce podcast live" (Credit: Comune di Parma)

Sono stati due giorni intensi al Teatro al Parco di Parma dove è andata in scena la prima edizione di VOCE Podcast Live, manifestazione organizzata dal Comune e dall’Assessorato alla Cultura e dedicata ai podcast e a coloro che ci raccontano delle storie grazie alle loro inconfondibili voci.

“Il podcast è ormai entrato come costume nell’abitudine di consumo di tutti noi” sostiene Lorenzo Lavagetto, vicesindaco e assessore alla Cultura di Parma. “Abbiamo deciso di puntare su attori di indiscutibile fama, affermatissimi, che svilupperanno il podcast direttamente davanti al pubblico”.

Queste affermatissime voci sono state, nella giornata di venerdì 17 novembre, quelle di Nicola Lagioia (Fare un Fuoco), Chiara Tagliaferri e Maria Luisa Frisa (Sailor) e Luca Bizzarri (Non hanno un amico) mentre nella giornata di sabato 18 novembre si sono alternati sul palco i racconti di Sabrina Efionayi (Storia del mio nome), Matteo Caccia (Alla grande), Pablo Trincia (Dove nessuno guarda) e a chiudere Roberto Saviano (Le mani sul mondo).

Qualche dato sull’ascolto dei podcast in Italia

Sebbene l’invenzione dei podcast veri e propri risalga addirittura al 2003, quando Adam Curry e Dave Winer inventano la tecnologia RSS feed per la creazione di radio libere online, il formato a cui noi oggi siamo abituati a pensare quando si parla di podcast è decisamente differente rispetto al passato.

Sicuramente il periodo della pandemia, perlomeno in Italia, ha aiutato decisamente a diffondere ancora di più la moda di questo tipo di tecnologia tutt’altro che nuova. Nella ricerca che NielsenQ (NIQ) per Audible ha condotto e pubblicato a giugno 2023, si stima che i podcast contino attualmente 17 milioni di ascoltatori e ascoltatrici in tutto il Paese, con un incremento del +7% negli ultimi 5 anni.

Il dato interessante e che rende i podcast un qualcosa di completamente nuovo nel panorama dei media culturali è la possibilità di ascoltarli in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora: sempre secondo questi dati, le italiane e gli italiani ascoltano i loro programmi preferiti un po’ ovunque e quando capita, durante le faccende di casa, mentre tornano in auto dal lavoro, sul divano la sera per rilassarsi, sia durante la settimana che nei weekend.

E non si creda che sia una ‘roba per giovani’: sebbene la fascia con il più ampio pubblico sia quella compresa tra i 18 e i 34 anni, la percentuale di over 55 che ascolta almeno un podcast al mese è in forte crescita, dimostrando ancora una volta il carattere sì innovativo, ma anche trasversale e decisamente poco normativo dei podcast moderni.

Vicesindaco del Comune di Parma Lorenzo Lavagetto e Luca Bizzarri. Foto di Lorenzo Lavagetto

Luca Bizzarri torna al successo con il podcast Non hanno un amico

Ospite di punta della serata di venerdì 17 novembre è stato Luca Bizzarri: la metà del duo comico “Luca e Paolo”, classe 1971, da alcuni mesi scrive e conduce quotidianamente un podcast di successo che si intitola Non hanno un amico e che viene realizzato in collaborazione con Chora. In massimo 7 minuti Bizzarri ci racconta il meglio e il peggio di ciò che accade in Italia, mischiando sapientemente la cronaca dei fatti a un’ironia che nasconde sempre una velata ma pungente critica sociale.

Questo titolo così accattivante appare spesso ambiguo, soprattutto per i neofiti: chi sono quei ‘loro’ che non hanno un amico, e soprattutto, perché? Secondo Bizzarri, i ‘loro’ siamo noi ogni volta che compiamo un gesto senza chiederci se stiamo per commettere o meno una sciocchezza e che non abbiamo mai il coraggio di metterci veramente in discussione.

“Cosa stai facendo?” Perché quella è una frase che ti può dire solo un amico, qualcuno che ti vuole bene. Pensate a quante cose brutte non sarebbe successe se noi tutti avessimo qualcuno di fianco che ogni tanto ci dice “Ma cosa stai facendo?”.

E da qui, ovviamente ironizzando, Bizzarri porta gli esempi più famosi e recenti del panorama nazionale, dalla Venere del fallimentare progetto Open to Meraviglia imbastito dalla ministra Daniela Santanchè alle molestie di Andrea Giambruno nei confronti delle colleghe, fino al mancato ritiro dalla scena politica di Silvio Berlusconi quando la stella del suo successo ha iniziato a brillare sempre meno. La domanda è sempre la stessa, “ma possibile che nessuno di loro abbia avuto qualcuno che gli suggerisse di non fare quelle castronerie che poi questi soggetti hanno comunque compiuto o detto? E questo succede spesso anche a noi, a volte faremmo bene a chiederci cosa ci direbbe un nostro amico se fosse lì con noi: la risposta potrebbe sorprenderci”, suggerisce Bizzarri.

Ma quindi, non si può più dire nulla?

Bizzarri apre il proprio show chiedendosi: “Ma è vero che non si può più ridere di nulla? La comicità è un sistema troppo complesso, non lo puoi ridurre a “questo si può dire e questo no”, chi decide cosa si può o meno dire? Con quale autorità? Su chi possiamo fare le battute? Le battute servono proprio a sottolineare delle nostre caratteristiche in maniera comica. Le battute non tolgono niente, nemmeno i diritti, ma bisogna saperle capire. La metà delle nostre indignazioni non esisterebbero se capissimo le differenze tra il soggetto e l’oggetto della battuta”.

Ma a Bizzarri non basta usare belle parole, vuole passare ai fatti e incatenando, uno dietro l’altra, battute, imitazioni, risate e qualche lacrima sul finale, ci si ritrova davanti a un comico che ha la forza e l’intelligenza di saper parlare di qualsiasi cosa, di saper scherzare su tutto e su tutti senza mai cadere nell’arroganza, nel paternalismo e nel cattivo gusto. Così Bizzarri si può permettere di prendere in giro qualsiasi argomento capiti a tiro: la classe politica, i giovani di oggi e quelli di ieri (con la sola differenza che questi ultimi “combinavano le stesse malefatte, ma almeno se le tenevano segrete”), ma anche il periodo del Covid, le chat di condominio su Whatsapp e un rapporto tra genitori e figli che oggi sa tanto di incapacità di sapersi confrontare (a proposito, vi consigliamo di ascoltare la puntata del podcast Non hanno un amico di lunedì 20 novembre che Bizzarri ha letto in anteprima e che parla proprio di questo).

Eppure, è proprio paradossalmente in quei pochi momenti davvero seri in cui Bizzarri cita una frase di un brano di Ivano Fossati o in cui condivide con noi la sua confusa idea di amore riflettendo sulle proprie scelte di vita privata, che ci viene data la vera lezione della serata. La nostra capacità di ridere non ha solamente a che fare con il saper fare battute o scherzare degli altri, ma riguarda la nostra intima abilità di saperci guardare dentro, di prenderci gioco di noi, delle nostre fragilità e dei nostri limiti e avere il coraggio di affrontarli. In un mondo malato, alle prese con mille patologie – non solo fisiche – una risata ci può davvero guarire.

di Cora Bettoni

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