Una mostra per i cento anni del CNR

il più importante ente pubblico nazionale di ricerca, contribuisce al progresso nei settori scientifico-tecnologico e economico-sociale del Paese

I cento anni dalla nascita del C.N.R.(Consiglio Nazionale delle Ricerche) – 1923- 2023 – sono stati ricordati a Roma, nella sede del C.N.R., con un’importante mostra.

Una scenografica installazione multimediale interattiva di coinvolgente impatto immersivo e undici keywords come sfide della ricerca: sostenibilità, biodiversità, transizione ecologica, transizione digitale, energia pulita, economia circolare, scienze della vita, one health, patrimonio culturale, pace e diplomazia scientifica.

Quasi una metafora dell’Ente come sfera celeste.

Cosa è il C.N.R. e come si è sviluppato in questi cento anni?

Il C.N.R. è il più importante ente pubblico nazionale di ricerca, contribuisce al progresso nei settori scientifico-tecnologico e economico-sociale del Paese con progetti nei molteplici settori della conoscenza attraverso un patrimonio di risorse umane di circa 8.500 dipendenti di cui oltre 5550 impegnati in ricerca o di supporto alla ricerca, una rete scientifica di decine di Istituti e sette Dipartimenti, le basi di ricerca permanenti ai Poli, accordi bilaterali con altri Paesi a livello mondiale.

La nascita del C.N.R. nel 1923 fu il momento di arrivo di un complesso percorso iniziato allo scoppio del primo conflitto mondiale in un’epoca in cui l’internazionalismo scientifico veniva messo in discussione e la cultura scientifica veniva coinvolta dal conflitto, potendo in modi diversificati contribuire alle sorti belliche. A livello internazionale in questi anni era sorto il Consiglio internazionale delle ricerche (1919). Nel 1915 la Royal Society aveva formato un Consiglio di Comitato di Guerra. In Francia la Direction des Inventions Interéssant la Défense Nationale rendeva noto che era opportuno “intraprendere tutte le ricerche scientifiche che fossero richieste dai Ministri della Guerra e della Marina”.

In Italia nasceva nel 1916 il Comitato nazionale scientifico tecnico per lo sviluppo e l’incremento dell’industria italiana per rafforzare il legame tra ricerca scientifica e mondo industriale. Nel 1919 veniva istituita una Commissione per elaborare il progetto di un Consiglio Nazionale delle Ricerche e nel 1923 fu finalmente promulgato il decreto istitutivo del C.N.R., aderente al Consiglio Internazionale delle Ricerche. Vito Volterra (1860 – 1940) – illustre matematico, fisico, presidente dell’Accademia Nazionale delle Scienze, del Bureau International des Poids et Mesures, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei – ne fu il primo presidente.

Dopo la guerra Volterra si era impegnato fortemente nella creazione di un ente nazionale collegato al Consiglio Internazionale delle Ricerche, di cui era vicepresidente. Nelle sue intenzioni il C.N.R. doveva essere faro di ricerca scientifica e di fervide collaborazioni internazionali.

I primi anni del C.N.R.

Alla presidenza di Volterra nel 1927 succedeva lo scienziato Guglielmo Marconi (1874-1937), che curò il coordinamento scientifico multidisciplinare al fine di “guidare lo sviluppo di tutti i rami della scienza applicata nell’intento di renderci sempre più indipendenti dalle importazioni dall’estero”.

Marconi fu polo di equilibrio fra incessante ricerca di fondi e freno alla ricorrente strumentalizzazione settaria dell’istituzione. Dopo Marconi illustri chimici, matematici, ingegneri, fisici, medici si sono succeduti alla presidenza dell’Ente. I primi tempi della vita del C.N.R. furono caratterizzati dalla tendenza centralizzatrice dello Stato nella vita dell’Ente, tendenza frenata dal Direttivo Guglielmo Marconi-Nicola Parravano nell’intenzione di sviluppare una maggiore autonomia istituzionale.

Fra il 1927 e il 1937 vennero emanati Decreti organizzativi e di riordino del C.N.R., che evidenziavano la significativa dipendenza dal Governo; nel 1937 fu inaugurata la nuova sede centrale a Roma, non lontana dalla Città universitaria.

E’ del marzo del 1945 – quando la liberazione del territorio italiano non era ancora ultimata – il decreto che riconosce il C.N.R. promotore della ricerca scientifica italiana. Nella successiva situazione dell’Italia liberata le attività scientifiche riprenderanno, supportando le politiche di ricostruzione e il C.N.R. diventa organo di consulenza del Comitato Interministeriale per la Ricostruzione.

Vasti furono gli ambiti di ricerca in cui il C.N.R. si mosse nei primi tempi della sua vita. Se ne ricordano alcune vicende.In ambito matematico gli importanti finanziamenti all’U.M.I (Unione matematica italiana), la partecipazione alla vita scientifica matematica internazionale, la nascita dell’Istituto per le applicazioni del calcolo (I.A.C., poi I.N.A.C.), istituto di rilevanza mondiale di ricerca matematica interno al C.N.R. Negli ambienti di Fisica attorno al Comitato Fisico nazionale del C.N.R. lavoravano scienziati del livello di Enrico Fermi, Enrico Persico, Orso Mario Corbino, Quirino Majorana, Enrico Bompiani, fra gli altri. Si rafforzava anche il settore dell’Astronomia: il neo-nato Comitato Astronomico nazionale e i centri astrofisici impiantati ad Arcetri, Asiago e Merate ne sono esempi illuminati. Se i primi anni della presidenza Volterra evidenziavano la scarsa rilevanza del settore dell’Ingegneria nel C.N.R., nel 1929 veniva costituito anche il Comitato nazionale per l’Ingegneria; la ricerca in questo settore si affermò velocemente, grazie alla naturale propensione applicativa dell’Ingegneria, che era fra gli intenti costitutivi del C.N.R. Il Comitato nazionale geologico del C.N.R. nasceva nel 1928, in un momento storico in cui aveva rilevanza politica lo studio del territorio nazionale e coloniale e anche nell’ottica di innovare pregresse conoscenze geologiche italiane ottocentesche (il celeberrimo naturalista Antonio Stoppani era ancora nume tutelare!).

Nella ricerca chimica del C.N.R. una delle figure più significative fu Nicola Parravano (1883-1938), direttore dell’Istituto di chimica del Consiglio Nazionale delle Ricerche e presidente dell’Unione internazionale di chimica pura e applicata (I.U.P.A.C.). Nomi di spicco collaborarono in questi anni con l’Istituto fra cui Giulio Natta (1903-1979) – premio Nobel con Ziegler per la chimica nel 1963 – e Francesco Giordani (1896-1961) – successivamente presidente del C.N.R. (1943-1944) e fra gli scienziati designati per la progettazione di Euratom. Durante la sua direzione il Comitato chimico diventò potente agenzia di finanziamento della ricerca. In ambito medico il Comitato per la Medicina dedicò molte energie alla ricerca in ambito di Medicina del lavoro – tema con risvolti economici e politici rilevanti – di Medicina dello Sport e di numerose patologie.

Ma la ricerca ferveva anche in altri settori: Radiocomunicazioni attraverso il Comitato nazionale di radiotelegrafia scientifica (la presidenza fu ovviamente assegnata a Guglielmo Marconi), Agraria attraverso il Comitato nazionale per l’Agricoltura, Geografia attraverso il Comitato di Geografia, Biologia attraverso il Comitato biologico.

Il secondo Dopoguerra

Dopo la riorganizzazione del 1946 entravano in funzione i nuovi Comitati. Negli anni ’50 le difficoltà della penuria postbellica di mezzi finanziari tendevano ad essere superate grazie al miglioramento della situazione economica nazionale e alla presenza del C.N.R. in contesti di ricerca internazionale, in questi decenni aumentata notevolmente.Nel 1959 veniva istituita la Commissione per le ricerche spaziali, che sviluppò importanti studi su nuovi satelliti (il San Marco, del 1964) e che rappresentò il Paese negli ambiti internazionali che portarono alla nascita di E.S.R.O. (European Space Research Organisation), E.L.D.O. (European Launcher Development Organisation), cammino da cui si sviluppò nel 1975 E.S.A. (European Space Agency).

Il C.N.R. contribuiva alla costituzione nel 1946 dell’I.S.O. (International Organization for Standardization) – la più importante organizzazione mondiale di definizione di “norme tecniche” – partecipava all’I.C.S.U. (International Council for Science) e sviluppava il suo dialogo con organismi internazionali (N.A.S.A., U.N.E.S.C.O., O.C.S.E., F.A.O., C.E.E.).

Gli ambiti in cui si mosse il C.N.R. nel secondo Dopoguerra sono vasti e articolati. Ne ricordiamo alcuni. Nel settore della fisica nel 1951 fu creato come struttura del C.N.R. l’Istituto di fisica nucleare – poi Istituto nazionale di fisica nucleare (I.N.F.N.) – che realizzò il primo acceleratore italiano di elettroni; nello stesso periodo cominciava la partecipazione del C.N.R. alle attività del C.E.R.N. (Conseil européen pour la recherche nucléaire) di Ginevra. Nel 1954 nascono i Laboratori Nazionali di Frascati (L.N.F.) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, centri di importanza internazionale e nel 1968 viene fondato il Laboratorio di Cibernetica del C.N.R. Rilevante fu la collaborazione con C.I.S.E. (Centro Informazioni Studi ed Esperienze) e C.N.R.N. (Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari) – che nel 1982 diventava E.N.E.A. (comitato nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell’Energia Nucleare e delle Energie Alternative) – anche nella prospettiva di ricerche applicative pacifiche dell’energia nucleare.In questi decenni le ricerche spaziali ebbero punte di diamante.

Dopo il Progetto SAN MARCO, che coinvolse significativamente il C.N.R., il Progetto SIRIO (1968), programma di ricerca spaziale nazionale per le telecomunicazioni satellitari, si concretizzò nel 1977 con il lancio del satellite SIRIO. Inoltre, il primo P.S.N. (Piano Spaziale Nazionale), affidato in parte al C.N.R.Per molti decenni il C.N.R contribuì significativamente al finanziamento dei celebri corsi di matematica del C.I.M.E. (Centro Internazionale Matematico Estivo), sorto sotto gli auspici dell’U.M.I. (Unione matematica italiana) come strumento scientifico di contatto con la ricerca matematica internazionale.

Nel 1961 fu istituito l’importante Centro nazionale di Chimica della Macromolecole in sezioni nazionali, di cui direttori furono, fra gli altri, il premio Nobel Giulio Natta (1903 – 1979) e suoi allievi. In ambito di Ingegneria il C.N.R. confermava il ruolo di promotore nella ricostruzione del paese; un settore di importante e innovativa operatività era quello delle tecnologie per la Conservazione dei beni culturali.

Nel campo dell’Informatica il C.N.R. acquisì dall’azienda inglese Ferranti il FINAC (Ferranti-INAC), secondo calcolatore elettronico assemblato in Italia. La grande C.E.P. (Calcolatrice elettronica pisana) del Centro studi calcolatrici elettroniche di Pisa (1961) fu in parte finanziata dal C.N.R. Inoltre, lo I.E.I. (Istituto di Elaborazione dell’Informazione), centro di ricerca del C.N.R., fu sede dei primi importanti studi italiani sull’Intelligenza Artificiale.

Le attività di ricerca in ambito di Scienze della Terra ruotarono attorno a due importanti scienziati: i geologi Angelo Bianchi – membro di rilevanti istituzioni scientifiche nazionali e premio reale per la mineralogia dell’Accademia Nazionale dei Lincei – e Giuseppe Schiavinato – rettore dell’Università Statale di Milano, promotore di importanti Progetti “finalizzati” e della presenza dell’Italia nella ricerca geologica internazionale.

La ricerca negli ambiti medico e biologico si segnalava per l’ eterogeneità: genetica, radiobiologia, embriologia, patologia, neuropsicologia, neurofisiologia sono alcuni dei settori. Il Comitato per la Biologia e la Medicina contava sull’apporto di celebri scienziati: i premi Nobel Rita Levi Montalcini e Daniel Bovet, Giuseppe Moruzzi, Luigi Luca Cavalli-Sforza, Lamberto Maffei e alcune future stelle internazionali: i giovani Mauro Mancia, Piergiorgio Strata, Giovanni Berlucchi.In ambito psicologico, dopo la creazione nel 1939 della Commissione per le applicazioni della Psicologia del C.N.R. di cui fu presidente Agostino Gemelli – fra i fondatori della ricerca psicologica italiana – il C.N.R. si avvalse della collaborazione di eminenti scienziati: Marcello Cesa-Bianchi, Gaetano Kanisza, Adriano Ossicini, Raffaello Misiti; quest’ultimo aprì fortemente la ricerca a importanti settori della conoscenza – lavoro, biologia, sociologia, linguistica, intelligenza artificiale.Negli anni ’60 il C.N.R. completava la sua strutturazione con l’introduzione dei Comitati “umanistici”.

Il Comitato per le Scienze storiche, filosofiche e filologiche si apriva a settori di ricerca fino all’epoca non grandemente percorsi (cinema, lingue straniere) e si avvaleva della collaborazione del C.N.U.C.E. (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico). All’interno dei questo fervore di studi sorgerà successivamente il Progetto infrastrutturale BIBLOS, Biblioteca Umanistica Virtuale interna al sito Internet del C.N.R. Il Comitato per le Scienze giuridiche e politiche si segnalò per molteplici indirizzi di ricerca fra cui quelle per affidamento dalla C.E.E. attraverso il C.N.R. e lo studio per la riforma del processo civile; fra le molte figure di spicco all’interno del Comitato Vittorio Frosini (1922-2001), padre dell’Informatica giuridica italiana e degli studi sui rapporti fra Cibernetica e Diritto.

Infine il Comitato per le Scienze economiche e sociali diede sistematico e forte impulso a questi rami della conoscenza, precedente frequentati in modo non continuativo nel C.N.R. Vennero attivati gruppi di ricerca per lo studio dello sviluppo industriale del Paese, intraprese collaborazioni internazionali (World Atlas of Agriculture, programma COSPOS fra Italia e Stati Uniti) e col C.E.R.I.S. (Istituto di Ricerca sull’Impresa e sullo Sviluppo) del C.N.R., avviati importanti Progetti “finalizzati”.

I tempi più recenti

Nei decenni successivi sono stati varati importanti interventi strutturali e operativi: nel 1975 il nuovo inquadramento giuridico-amministrativo del C.N.R. e i diciotto Progetti relativi a cinque macroaree disciplinari (salute, ambiente, energia, alimentazione, nuove tecnologie) di assoluta priorità nella programmazione economica del paese, nel 1978 gli undici Progetti di “seconda generazione” multidisciplinari in concorso con università, enti pubblici, mondo dell’industria. Al passaggio fra i due secoli si situano riforme che hanno grandemente influito sull’organizzazione del C.N.R. (Decreti legislativi 19/1999 e 127/2003) con l’ abolizione dei Comitati nazionali e una rinnovata focalizzazione della sua mission anche alla luce di programmi internazionali di ricerca.

Seguiva un periodo di importanti normative segnate dagli statuti degli anni 2010-2015 e con la definizione in Dipartimenti di forte impostazione inter- e trans-disciplinare. Nell’aprile 2021 è stata nominata presidente del C.N.R. Maria Chiara Carrozza, prima donna a ricoprire questo ruolo e precedentemente Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Attualmente i sette Dipartimenti sono organizzati in macroaree.Il Dipartimento di Scienze biomediche sviluppa conoscenza relativa ad aspetti fisiologici e patologici di organismi viventi – dalle scienze della vita di base alle malattie umane e possibili interventi terapeutici.

Il Dipartimento Scienze del sistema Terra è coordinamento del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, polo di riferimento per la ‘Stazione dirigibile Italia’ alle isole Svalbard e sviluppa ricerca su clima, atmosfera, sistemi acquatici e terrestri.

Il Dipartimento di Scienze fisiche e tecnologie della materia affronta ricerche su nanostrutture e trasferimento dell’informazione con realizzazione di sistemi di elaborazione fortemente innovativi.

Il Dipartimento di Scienze bio-agroalimentari propone nuove soluzioni in aree quali, fra le altre, conservazione del patrimonio genetico animale e vegetale, agricoltura sostenibile, allergeni alimentari, diagnosi fitosanitarie.

Il Dipartimento di Scienze chimiche e tecnologie dei materiali si intreccia in modo altamente significativo con molteplici attività di tutte le strutture del C.N.R. Il Dipartimento di Ingegneria, ICT e tecnologie per l’energia e i trasporti si occupa, fra gli altri ambiti, di nuovi materiali, aerospazio, Cyber-Security, diagnostica medica, monitoraggio ambientale, conservazione nel settore dei beni culturali, mobilità intelligente.

Infine, il Dipartimento di Scienze umane e sociali, patrimonio culturale si focalizza sul complesso patrimonio delle Scienze umane e sociali attraverso macrosettori (giuridico, sociale, cognitivo, linguistico), diversi ma uniti dalla comune esigenza di contribuire alla comprensione più ampia del patrimonio culturale.

E’ del 2022 la presentazione del piano di riorganizzazione e rilancio del C.N.R. Fra la vastissima rete di attività del C.N.R. un ruolo importante rivestono gli Eventi.Molti gli eventi organizzati dal C.N.R.; nella impossibilità di ricordarli tutti, se ne riportano alcuni recenti anche in relazione al Centenario dell’Ente.

Oltre alla Mostra la Scienza si fa in 100 di cui in apertura di questo testo, nel 2023: Le forme dell’invisibile, viaggio tra le meraviglie della nanotecnologia. Laboratorio di sostenibilità: visite didattiche ai laboratori dell’I.M.E.M. (Istituto dei Materiali per l’Elettronica e il Magnetismo) per documentare e interessare allo Sviluppo Sostenibile anche in relazione alle tecnologie innovative. Antropoce, La Terra a ferro e fuoco: Antropocene indica l’epoca attuale, caratterizzata dalla prevalenza umana, protagonista della trasformazione della Terra messa a “ferro e fuoco” dall’Uomo. Immagini, video, installazioni in un percorso di accompagnamento anche interattivo attraverso processi difficilmente avvertibili nella quotidianità per la distanza spaziale o temporale che li caratterizza.

Con i suoi Dipartimenti inter- e multi-disciplinarii e migliaia di ricercatori e con la sua molteplicità di eventi il C.N.R. si conferma a Cento anni dalla sua fondazione il più grande Ente di ricerca del Paese in settori fondamentali della conoscenza e con un’intensa attività di accordi con enti di ricerca internazionali di primaria importanza.

di Guido Cavallera

Bibliografia:

Simili R., & Paoloni G. (a cura di), Per una storia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Laterza: Roma-Bari, 2001Bianco L., La ricerca e il Belpaese, Donzelli Editore: Roma, 2014.

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*