“Come tu mi vuoi”: il film del 2007 riportato in voga da Tik Tok

Negli ultimi anni sempre più spesso le piattaforme social sono solite rimandare in voga film del passato. “Come tu mi vuoi” trasportato dai primi anni 2000 ai giorni nostri grazie a Tik Tok

Negli ultimi anni sempre più spesso le piattaforme social sono solite rimandare in voga film del passato. Oggi siamo qui per parlare del caso più recente che ha visto coinvolto il film diretto da Volfango De BiasiCome tu mi vuoi” trasportato dai primi anni 2000 ai giorni nostri grazie a Tik Tok.

Giada, come tu mi vuoi

Questione di equilibrio

La ragione per la quale è bastato poco per rimandare in voga un film come “Come tu mi vuoi” a distanza di quasi vent’anni, è probabilmente rappresentata dal fatto che almeno una volta nella vita ci siamo sentiti Giada, interpretata dalla bellissima e bravissima Cristiana Capotondi.

Il film, attualmente disponibile su Prime Video, racconta di Giada, una ragazza brillante, profonda, appassionata e… arrabbiata. Arrabbiata con un sistema che porta con sé una falla enorme, dentro la quale non sa ancora di potersi perdere.

Giada, studentessa modello, ha occasione di approcciarsi al mondo da lei profondamente analizzato e criticato, grazie all’incontro con Riccardo, interpretato da Nicolas Vaporidis nei panni di uno studente scansafatiche, snob e rigorosamente alla moda.

Quest’ultimo infatti, in seguito ad un ricatto paterno si trova costretto a studiare, chiedendo l’aiuto di Giada, che in quello stesso momento aveva affisso dei volantini per dare ripetizioni, dovendo pagarsi gli studi che i suoi genitori non erano più pronti a sostenere.

Gli incontri tra i due, inizialmente rigidi, iniziano a scomporsi quando Riccardo, sotto giudizio del cugino, decide di provarci con Giada al solo scopo di non pagare più le lezioni. Ecco che la Giada che consociamo all’inizio del film, composta e piena di sovrastrutture, la vediamo abbandonarsi, e abbandonare quell’idea radicale che nel tempo si era fatta del mondo e della vita.

Inizia a legarsi al giovane romano, ma non sa che lui continua a deriderla alle sue spalle per preservare la propria credibilità con i suoi amici, che erano non altro se non la sua versione amplificata.

Per Giada è troppo tardi: ha ormai fatto cadere i muri che si era costruita, aveva assaggiato il sapore della vita, riuscendo a godersene per la prima volta i semplici piaceri. Tutto questo grazie a Riccardo, che armato della sua spensieratezza era riuscito a farle cambiare prospettiva.

La ragazza, decisa a conquistarlo, avvia con l’aiuto inaspettato di Fiamma, amica di Riccardo, una vera e propria metamorfosi. Giada passa dall’essere una ragazza chiusa, con la testa sempre china sulle spalle, ad essere una bellissima donna con la schiena sempre dritta, pronta a farsi strada e conquistare tutti, senza curarsi troppo dei mezzi.

Il punto è: dal titolo e da quanto detto fino ad ora si può evincere che Giada faccia tutto per amore di un uomo che la non la vuole così com’è.

L’ardua verità, però, è che Giada tutto quello che fa, lo fa per se stessa, perché desidera farlo, per non smettere di provare l’ebrezza che la vita vissuta in un certo modo le aveva lasciato sulla pelle. Certo, dimenticandosi per un momento di chi fosse stata fino a quel momento, ma probabilmente lo dimentica perché – anche quella che era stata fino a quel momento – non era la vera lei. Quella, doveva ancora nascere.

Quello che le mancava per scoprirsi davvero, era infatti l’equilibrio, che riesce a trovare solo facendo i conti con un mondo di persone che sono semplicemente… persone: semplici, brutti, bellissimi, corruttibili e sorprendenti esseri umani, come lei stessa scoprirà di essere.

Questo equilibrio lo troverà alla fine del film, quando riesce a coniugare la vecchia versione di sé con quella nuova, nell’abbraccio di riconciliazione con Riccardo.

Vecchie glorie del passato & social: cos’è il marketing della nostalgia

Una delle tendenze più rilevanti degli ultimi anni, riguarda sicuramente un marcato e caloroso ritorno al passato voluto e adottato da moltissime piattaforme social. Si tratta di un trend che ha sposato alla perfezione il recupero di cimeli cinematografici dal passato.

Il caso di Come tu mi vuoi è il più recente ed è quello che più ha destato la curiosità del pubblico di Tik tok, ma non è certo l’unico.

La Disney per esempio ha ampiamente utilizzato questa tecnica, riportando nelle sale i remake delle storie più classiche: uno fra tanti, il caso de La Sirenetta – The Little Mermaid – remake dell’omonimo film d’animazione Disney del 1889, a sua volta basato sull’omonima fiaba di Hans Christian Andersen.

Si tratta di un film diretto da Rob Marshall e anche in questo caso la strategia di marketing risulta abbastanza evidente: il riportare nelle sale la fiaba rivisitata in chiave moderna, rappresenta un modo per suscitare senso di nostalgia nelle vecchie generazioni, che saranno spronate a portare al Cinema i più piccini per condividere con loro questo viaggio emotivo.

Allo stesso tempo, saranno curiose di verificare se il prodotto originale sia o meno coerente con il prodotto “originale”, col quale avevano giù curiosità.

Il punto infatti, è proprio quello: destare curiosità nel pubblico, insieme a quello di provocare un forte senso di canaglia nostalgia.

Si tratta di una vera e propria strategia di marketing, che prende proprio il nome di marketingg della nostalgia.

Si tratta di provare ad evocare nello spettatore un ricordo positivo in modo da creare una connessione emotiva tra il cliente ed il prodotto e, in questo caso, tra il cliente (spettatore) ed il film.

In questo senso i social hanno rappresentato un veicolo di fondamentale importanza per creare l’hype necessario a rendere l’attesa dell’uscita del film, uno stimolo continuo per la mente del futuro spettatore. Lo hanno fatto propagando il messaggio sociale della rivisitazione in chiave moderna, per esempio, oppure alimentando il possibile distacco tra prodotto originale e remade.

In questo modo i produttori hanno potuto assicurarsi il guadagno prima ancora di entrare concretamente nelle sale cinematografiche.

Infatti alla base del marketing della nostalgia c’è una ragione alquanto evidente: rievocare un ricordo nella mente dello spettatore o incuriosire una fetta di pubblico è nettamente più semplice di costruirsi un pubblico da zero, per cui il guadagno sarà conseguentemente più cospicuo.

Di Gianna Maria La Greca

Immagine: Prime Video

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