Tik tok terreno fertile per i piccoli imprenditori: il caso di Make Me Wonder

Un mondo in cui le piattaforme mediali aiutano i piccoli imprenditori ad emergere? Esiste già. Raccontiamo il caso di Valentina, che decide di portare il suo artigianato su Tik Tok

I social diventano terreno fertile per i piccoli imprenditori?

Ebbene sì: le piattaforme mediali, specialmente Tik tok, sono abitate con sempre più successo da una nuova classe di content creator costituita da piccoli imprenditori e artigiani. Sono proprio loro ad utilizzare con maggiore assiduità lo smartphone e il potere di esposizione che porta con sé, ai fini di narrare la propria attività, di farla conoscere al pubblico, di incrementarla e di rispolverarla dal peso della tradizione.

Oggi vediamo il caso di Valentina, content creator, piccola imprenditrice e artigiana, che con il suo Make me wonder ha conquistato la rete.

Make Me Wonder: Valentina “meraviglia” la rete portando sulle piattaforme social il suo artigianato

Se si fa un giro su Tik tok, è facile scovare la nuova categoria di content creator costituita dai piccoli imprenditori che utilizzano la piattaforma social per raccontare la propria attività.

Lo fanno tramite video tendenzialmente brevi e dal montaggio impercettibile. Video, che sono scanditi da una serie di signature moves, ovvero dei gesti che fanno da “firma” e che permettono allo spettatore di memorizzare il contenuto del video.

Ispirati da uno studio precedentemente fatto sull’argomento dal giornalista Francesco Oggiano, abbiamo scelto di ascoltare la storia di Valentina, ventiseienne campana che ha scelto di raccontare la sua attività sul web:

La prima domanda che ti porgo, Valentina, non è propriamente una domanda: ti chiedo di parlarmi della tua attività, di raccontarmi cos’è e come nasce.

«Innanzitutto mi presento, sono Valentina e ho ventisei anni.

La mia azienda si chiama Make me Wonder, e fa parte di una società più grande, la Danira S.r.l.

Realizzo prettamente bomboniere artigianali e allestimenti.

In realtà, tutto nasce da una struttura di famiglia presso la quale i miei genitori organizzano eventi, in cui a 19 anni mio padre mi prese a lavorare come hostess. All’inizio doveva essere non altro se non un lavoretto da affiancare agli studi, ma chiaramente non fu così. Nei mesi trascorsi in struttura ho avuto modo di sperimentare sulla mia creatività ed inventiva, realizzando per ogni evento un allestimento dedicato.

Fu allora che quello che doveva essere un lavoretto si è trasformato in una passione, quella che mi ha condotto all’attività che attualmente svolgo, fino a “scontrarsi” quasi con gli studi che stavo facendo e che ho poi ultimato.

Quando mi sono trovata dinnanzi al bivio in cui scegliere se specializzarmi in quello per cui avevo studiato, o se dedicarmi a questo tipo di attività, ascoltai il cuore, scegliendo di proseguire per questa strada.

Qual è stata la prima volta in cui hai pensato di poter portare il tuo artigianato sui social?

«L’inizio di questa “avventura” lo associo sicuramente al periodo Covid, durante il quale mi muovevo ancora principalmente su Instagram. Piattaforma che, tra parentesi, non trovo adatta per far conoscere la propria attività, avendo degli algoritmi più restrittivi rispetto a Tik Tok e ragionando ancora in termini di “community”.

Come sappiamo, il periodo covid fu un periodo in cui noi tutti disponevamo di una gran quantità di tempo, in cui non si poteva uscire di casa.

Il mondo sembrava essersi fermato, ma stava andando avanti. Le persone infatti raggiungevano gli obiettivi che si erano prefissate, e desideravano poterli festeggiare e celebrare, seppur in piccolo.

Ecco, io facevo parte di quel “piccolo”: tramite Instagram e Tik tok ho potuto “raggiungerli”, portando le mie creazioni direttamente nelle loro case.

Il covid e il tempo a disposizione furono anche la scusa giusta per farmi cimentare nella creazione dei primi contenuti.

La prima volta che realizzai un video per mostrare una mia creazione, ricordo di non avere avuto il coraggio di farmi vedere. Mi impegnai però, per realizzare un video carino che mostrasse l’allestimento e le “mini tesi” che avevo realizzato per la mia migliore amica. Quella fu la prima volta in cui pensai di raccontare il mio lavoro sui social»

In termini di visualizzazioni, ti ricordi quando hai cominciato a riscontrare i primi risultati?

«Il primo riscontro l’ho avuto sicuramente con il video che realizzai per mostrare l’allestimento che avevo creato per la mia migliore amica. Lì pensai che se mi fossi impegnata nel conciliare tutto, avrei potuto sfruttare lo schermo per dare “luce” alla mia attività di artigiano, incrementando l’attività della mia azienda.

Il vero “boom” è però arrivato dopo qualche mese di attività su Tik Tok, a luglio del 2022.

In un video in cui mostravo un consistente ordine di una cliente, la ringraziavo scherzosamente per non aver chiesto nessun tipo di sconto. Quel video raggiunse oltre un milione di visualizzazioni, catturando l’attenzione di molti, anche di coloro che si sono sentiti liberi di sindacare sulla mia etica lavorativa, non comprendendo la mia ilarità. Quella volta ebbi modo di interfacciarmi veramente sul potere di esposizione che un social come Tik tok porta con sé, e fu una cosa positiva, seppur dovetti fare i conti con il secondo lato della medaglia, ovvero l’hate a cui si può andare in contro.

Come hai reagito in quell’occasione?

«In quell’occasione ho semplicemente capito che non avrei più voluto creare contenuti del genere, non per i commenti negativi a cui sono andata in contro. Infatti, ci tengo a precisare che sono molto aperta nell’ascoltare il parere altrui, laddove questo venga espresso in modo educato.

Decisi che non avrei più “giocato” in tal senso perché nel mio interesse di base non c’è l’hype. Non mi interessa avere quella risonanza, io voglio fare emergere il mio prodotto.

La mia attività sui social non è mirata al raggiungimento della popolarità, non sono un’influencer. Io sono sempre un artigiano, una piccola imprenditrice che vuole utilizzare la “popolarità” raggiunta per far conoscere il proprio prodotto. Per questo, di lì in poi mi dedicai prettamente al racconto e alla valorizzazione dello stesso.

Credi che questo tuo percorso ambivalente da artigiano e content creator, ti abbia aiutata? Lo ricominceresti?

Rispondo di si ad entrambe le domande, al mille percento. Io ritengo che i social siano un mezzo potentissimo, come ti dicevo.

Molte volte mi è capitato di discutere, anche con i miei amici, sull’ipotetica fine dell’era dei social.

La mia risposta è sempre una: è probabile che molte delle figure che stanno nascendo e si stanno formando sui social scompaiano prima o poi, questo non lo metto in dubbio.

Come ogni fenomeno infatti, anche questo troverà la sua fine. Tuttavia ritengo che ciò non abbia niente a che vedere con il mio lavoro da artigiano, che ha come scopo semplicemente quello di mostrare il proprio prodotto utilizzando i social come semplice e puro mezzo, come una vera e propria vetrina tramite la quale far crescere un’attività giovane come lo è la mia»

Se dovessi dare un consiglio a qualcuno che desidera cominciare a raccontare la sua attività su Tik tok così come hai fatto tu, cosa gli diresti?

«La prima cosa che suggerirei è di non avere paura di mostrarsi nel racconto che si fa del prodotto.

Come ti dicevo, io all’inizio non avevo il coraggio di farlo, ma ho da subito riscontrato le differenze quando ho cominciato.

Le persone hanno bisogno di associare un volto al contenuto proposto. Questo, unito all’uso di un linguaggio semplice, farà in modo che lo spettatore, nonché (si spera) futuro cliente, possa nutrire fiducia nei nostri confronti e sentirsi più a suo agio, come “parte” di qualcosa.

In fine, mi sento di consigliare di non tralasciare la cura dei contenuti.

Infatti, siamo talmente bombardati da immagini e video, e sopratuttto le scorriamo così velocemente, che per forza di cose queste devono avere un impatto, devono spiccare.

Anche se, probabilmente, il consiglio maggiore – che avrei voluto dessero a me quando ho cominciato – riguarda più l’aspetto umano. Consiglio di proseguire per la propria strada, di rimanere sempre sicuri della propria etica e soprattutto delle proprie capacità. Di non farsi scoraggiare quando il racconto che si farà non avrà il riscontro desiderato, e di non abbattersi quando si incepperà nei propri prodotti o contenuti “imitati” da qualcun altro. Anche questo fa parte di quel secondo lato della medaglia a cui alludevo all’inizio.

Alla fine prevarranno sempre la sincerità e la cura dei dettagli, che sono cose che le persone anche da dietro uno schermo riesce a percepire.»

Schermata tik tok di New Martina

Dalle parole di Valentina si può evincere che la sostanziale differenza che distingue questa nuova fascia di content creator dai “diventati famosi” degli anni precedenti, come li chiama Oggiano, è lo scopo perseguito.

Il fine ultimo non è quello di diventare famosi, ma quello di sfruttare la visibilità raggiunta per incrementare il proprio core business.

Lo scopo viene raggiunto accompagnando lo spettatore dalla prima all’ultima fase della realizzazione del prodotto presentato, provocando in chi guarda un forte senso di soddisfazione. Questo, unito alla storia del prodotto abilmente narrata attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice e colloquiale, rappresenta la chiave del successo.

Non a caso, dei colleghi della nostra Valentina possiamo ritrovarli in New Martina, che con il suo martinizzare i cellulari, oltre a diventare la regina delle cover ha conquistato tik tok raggiungendo oltre 7,4 mln di followers; o nell’Estetista del cambio gomme, che riuscendo a trasformare il pedicure in qualcosa da guardare quando ci si vuol rilassare, ha raggiunto quasi 5 mln di followers sulle piattaforme.

Di Gianna Maria La Greca

Prima immagine: Schermata Tik tok di Make Me Wonder

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