Uragano Clark: chi è la 22enne che sta cambiando il basket femminile

Se vi avessero detto che nel 2024 la partita di basket con più ascolti su ESPN e ABC dal 2019 sarebbe stata una partita collegiale femminile ci avreste creduto?

18,9 milioni di spettatori di media su ESPN e ABC, con picchi di 24,1 milioni, la maggior parte dei quali entusiasti di vedere giocare una sola cestista: Caitlin Clark. Classe 2002, al quarto anno di college ad Iowa, Clark ha infranto record su record in questi anni arrivando a essere la migliore marcatrice della storia della NCAA, il torneo universitario statunitense, uomini compresi.

Questo 3 marzo, infatti, ha superato il record di 3.667 punti segnati da Pete Maravich che reggeva ormai dal 1970, grazie a una media annuale di 31,6 punti a partita (32,2 al momento del sorpasso). Nella carriera collegiale la media di punti per partita è di 28,6, una cifra incredibile che insieme ai 7,1 rimbalzi e 8,2 assistenze fanno intuire il perché di tutto questo interesse verso una ventiduenne. La corsa verso il titolo si è fermata in finale gli ultimi due anni, ma la vittoria più grande resta l’attenzione che ha donato al basket femminile, spesso trascurato anche nel paese culla della pallacanestro.

L’effetto Caitlin

Le sue ultime tre partite nella carriera universitaria hanno raccolto un totale di 45,4 milioni di spettatori, superando per ognuna di queste gli spettatori medi negli Stati Uniti delle finali NBA dell’anno precedente. Numeri così impressionati che hanno portato anche l’avversaria Dawn Staley, allenatrice di South Carolina e tra le altre cose portabandiera statunitense alle olimpiadi di Atene, a complimentarsi con Clark per il supporto e per l’impatto che ha dato alla pallacanestro femminile, augurandole il meglio anche per la futura carriera nella WomenNBA. Dopo l’attenzione attirata da Sabrina Ionescu, giocatrice WNBA in forza a N.Y. Liberty per aver infranto il record di Stephen Curry, giocatore NBA dei Golden State Warriors, al Three Point Contest dell’All Star Game, sembra che Clark possa dare la spinta definitiva alla WNBA per competere con la controparte maschile, almeno in termini di ascolti negli Stati Uniti.

Cercando di non dare troppe responsabilità a una giovanissima come Clark, è impossibile non considerare l’interesse che suscita come la più grande possibilità per le giocatrici dell’NBA femminile di affrontare tutte le problematiche emerse negli ultimi anni avendo dalla loro parte un numero triplicato di ascolti.

https://twitter.com/espn/status/1777091112131313760?t=FYNGeNAoC8I_jKfoUNpwNQ&s=08

Ma… in Europa?

Al momento nel nostro continente non sembra esserci alcuna Caitlin Clark a destare scalpore; non nel basket, per lo meno, dato che abbiamo realtà, dalla pallavolo allo sci alpino, che fanno ben sperare. Anche qui in Italia spesso sono le singole atlete a portare attenzione sul loro sport, come d’altronde successo con Sinner nel tennis: da Paola Egonu a Sofia Goggia sicuramente il talento non manca, a mancare sono spesso le infrastrutture e una sensibilizzazione all’importanza dello sport sin da piccole. Nonostante questo, lo sport femminile è da qualche anno in evidente crescita, in particolare per quanto riguarda il settore calcistico.

I mondiali di calcio sono sicuramente l’evento sportivo femminile più seguito, confermato sia dai numeri di spettatori paganti sia dagli ascolti TV. Durante il mondiale del 2023 in Australia e Nuova Zelanda sono state 21 le partite con più di 40.000 spettatori paganti, con un picco di 75.000 per la partita di esordio, e la finale tra Inghilterra e Spagna ha avuto nei rispettivi paesi uno share televisivo del 65,7% e dell’86%. L’Italia anche in questa occasione ci ha tenuto a non smentire i soliti comportamenti sessisti, sia assistendo poco e niente alla propria nazionale prima che uscisse dalla competizione, sia non trasmettendo la finale in una rete generalista ma relegandola al canale tematico RaiSport (unico caso tra i principali paesi europei).

Questo ci suggerisce il tema fondamentale: la mancanza di una copertura mediatica sufficiente. Perché, se molti report confermano che l’interesse intorno agli sport femminili sta crescendo, la compravendita dei diritti televisivi è ancora un problema evidente dato che vengono comprati a pochissimo, quasi sempre in paytv e praticamente mai in chiaro se non riguarda la nazionale, o non comprati proprio. Tutto questo si traduce in stipendi e spettatori più bassi di quelli potenziali, in alcuni casi tarpando le ali a eventi sportivi che potrebbero riscontare molto più interesse di quanto si immagina.

La battaglia del futuro prossimo per gli sport femminili sarà proprio quella di diventare accattivante per chi paga i diritti, al fine di offrire uno spettacolo migliore a chiunque si ritrovi a usufruirne anche casualmente e una spinta motivazionale maggiore a coloro che sognano un giorno di diventare atlete professioniste, nella speranza che possano emergere più Caitlin Clark a facilitare il processo, conquistando cuori e portafogli.

di Cristiano Guagliardo

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