Baby Reindeer, una storia vera

Arrivata su Netflix qualche settimana fa, Baby Reindeer fa già parlare tantissimo. Scritta, ideata e interpretata da Richard Gadd, è una serie ispirata alla vera storia dell’attore protagonista ed è un turbinio di emozioni contrastanti.

L’11 aprile 2024 è uscita su Netflix la miniserie di sette episodi Baby Reindeer, subito tra le più viste del momento e che racconta la vera storia di Richard Gadd, ideatore e interprete stesso della storia. Quando il comico in difficoltà compie un gesto di gentilezza verso una donna, Martha, si scatena in lei un’ossessione morbosa verso Richard, che la porterà a tormentarlo e stalkerarlo. A tratti disturbante e difficile da guardare, il comico scozzese classe 1989 ripercorre la sua storia fatta di abusi e stalking in sette episodi che riescono a spiazzare e a coinvolgere colpendo lo spettatore dritto allo stomaco.  

Una storia autobiografica

Baby Reindeer si ispira alla storia vera di Richard Gadd, comico scozzese trasferitosi a Londra per inseguire il sogno di diventare stand-up comedian. Nella serie Netflix il suo personaggio, da lui anche interpretato, si chiama Donny e per sopravvivere nella grande città inizia a lavorare in un pub. È proprio qui che per la prima volta incontra la sua futura stalker, Martha Scott: la donna si presenta a Donny come un avvocato di successo; tuttavia, non ha nemmeno i soldi per pagare una Coca-Cola. Donny decide di offrirgliela e rimane colpito dalla risata e dal carattere della donna che, da quel giorno, si presenta sempre al pub e passa tutta la giornata lì, ascoltando e ridendo alle battute di Donny. Presto si scatena in Martha un’ossessione per Donny che la porterà a presentarsi ad ogni suo spettacolo, a mandargli numerose mail ogni giorno e a convincersi che tra loro ci sia qualcosa. Quando Donny inizia a frequentare altre donne, Martha diventa sempre più aggressiva e minacciosa, costringendo Donny ad andare alla polizia che, però, non lo prenderà davvero sul serio.

Lo stalking che subirà Donny sarà il fulcro della trama, ma durante i sette episodi verrano raccontati episodi altrettanto traumatici che ha vissuto il protagonista, rendendo Baby Reindeer una serie tanto tosta da vedere quanto cruda e reale, in grado di trasmettere molteplici emozioni e sensazioni di confusione, empatia, rabbia e disgusto. Il lavoro fatto dagli attori, soprattutto da Jessica Gunning che interpreta Martha, è notevole e rende la serie un perfetto mix di emozioni: Baby Reindeer è a volta cupa e disturbante, parla di cose pesanti e umane, anche con un po’ di ironia, e fa commuovere ed arrabbiare nello stesso momento.

crediti: The Hollywood Reporter

Seppur la serie racconti fedelmente l’orribile vicenda vissuta da Richard Gadd, con alcuni dettagli reali, come i veri messaggi inviati da Martha che vengono mostrati sullo schermo, ci sono alcune differenze che cambiano dalla serie alla vita reale. Richard Gadd ha voluto utilizzare un nome inventato, Martha, e non quello vero della sua stalker, oltre ad aver dichiarato che anche l’aspetto fisico della donna sia volutamente diverso da quello della vera stalker. La scena in cui Donny crolla sul palco raccontando tutto ciò che ha subito venendo ripreso e diventando virale non è, nella realtà, accaduto. Anche la sentenza ricevuta da Martha non rispecchia totalmente la realtà: Gadd non ha mai rivelato la pena ricevuta dalla sua stalker, che nella serie viene arrestata, condannata a nove mesi di carcere e cinque anni di ordine restrittivo. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da Richard Gadd, si può intuire che la vera stalker non sia mai stata arrestata in quanto Gadd stesso ha dichiarato di non voler mandare in prigione una persona che era a “quel livello di disagio mentale”, specificando poi che la situazione “è ora risolta” e lui prova “sentimenti contrastanti a riguardo”.

Infine, il finale stesso della serie è aperto a libere interpretazioni e Richard Gadd ha dichiarato a proposito: “Mi piace l’ambiguità del finale, non voglio in un certo senso dargli un significato preciso. Penso che possa essere interpretato in molti modi diversi. Non so cosa sia nella mia testa, quel finale è il mio elemento preferito dell’intera serie”. L’attore ha poi aggiunto: “Dal momento in cui mette le cuffie fino alla fine, sentendo il messaggio, alzando gli occhi… Quella è la mia parte preferita dell’intera serie. Penso possa essere interpretata in molti modi e mi piace che possa essere così. Sono piuttosto curioso all’idea di scoprire cosa pensano le persone”.

Il coraggio di Richard Gadd

Come ha svelato Richard Gadd, la donna nel corso di quattro anni gli ha inviato ben 41.071 e-mail, oltre 350 ore di messaggi vocali, 744 tweet, 46 messaggi su Facebook, 106 pagine di lettere e anche diversi regali insoliti, tra cui una renna giocattolo da cui deriva il soprannome con cui Martha chiama Donny e dei sonniferi.

La storia che viene raccontata è di per sé impressionante e lo è ancora di più se si pensa al fatto che è l’autore che interpreta la sua stessa storia, riportando a galla i traumi e gli abusi subiti in un certo periodo della sua vita. Baby Reindeer è, così, una serie dolorosa e tocca lo spettatore che, di fronte ad una sofferenza così grande, empatizza con i personaggi immedesimandosi e provando sentimenti contrastanti: pena, rabbia, tristezza, dolore.

crediti: The Hollywood Reporter

La storia procede percorrendo la vita presente di Donny, tranne nel quarto episodio, profondamente toccante e in certi momenti pesante da guardare, in cui viene svelato attraverso un flashback con estrema crudezza quello che ha dovuto subire e sopportare Donny in un momento di grande fragilità emotiva e lavorativa. Da quel momento in poi, la vita di Donny cambia: per quanto disprezzi Martha inizia a provare una sorta di empatia per lei e non riesce a liberarsene del tutto. È come se nella sofferenza che gli provoca la donna, Donny trovasse una sorta di comfort zone distorta. Ci troviamo di fronte alle scelte di Donny che sembrano a volte condannare le follie di Martha e a volte assecondarle. Probabilmente, è proprio questo quello che accade nella realtà di chi vive lo stalking: si crea quasi un rapporto di dipendenza con il persecutore. Richard Gadd, ad ogni modo, ci ha regalato una serie spiazzante, sincera quanto basta per essere credibile sullo schermo, che riflette sulla tossicità dei rapporti e sull’identità.

Le ripercussioni nella vita reale

Visto il grande successo ottenuto, moltissimi spettatori hanno visto e accolto positivamente la serie ma, come spesso accade, sono molte le persone che hanno iniziato a dar vita a teorie e speculazioni sui personaggi e sul racconto, distraendosi dal reale scopo della serie. Addirittura, è stato trovato un profilo Twitter che apparterrebbe alla vera Martha Scott. Inoltre, per quanto riguarda la figura di Darrien, molte persone hanno pensato si trattasse del reale attore e regista Sean Foley, accusato quindi di aver commesso le violenze e gli abusi mostrate nella serie ai danni di Richard Gadd.

Insomma, su Internet stanno circolando tantissime notizie e teorie quasi sicuramente false. A proposito di ciò, Richard Gadd stesso ha commentato attraverso una storia di Instagram con le seguenti parole:People I love, have worked with, and admire (including Sean Foley) are unfairly caught up in speculation. Please don’t speculate on who any of the real-life people could be. That’s not the point of our show. Lots of love, Richard xX.” (Le persone che amo, con cui ho lavorato e che ammiro (incluso Sean Foley) sono ingiustamente coinvolte in speculazioni. Per favore, non speculare su chi potrebbero essere le persone della vita reale. Non è questo lo scopo del nostro spettacolo. Tanto amore, Richard).
Lo scopo reale di Baby Reindeer, quindi, si allontana da tutte le speculazioni e si avvicina alla riflessione allenando l’empatia. Una serie sicuramente impegnativa e pesante, ma altrettanto importante e da vedere.

crediti: Today

crediti immagine iniziale: The Hollywood Reporter

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