Imparate a volervi bene

IL BLOG DI MARICA MUSUMARRA

Nonostante in moltissimi casi io ragioni più come un uomo (traumi adolescenziali che non si risolveranno mai), stavolta voglio cogliere l’occasione della ‘festa’ delle donne per buttare giù qualche riga su un argomento che in genere evito di affrontare.

Perché? Perché appunto ragiono come un uomo. E per una volta faccio la femmina.

Ho scritto una tesi sulla figura della madre. Ho parlato con una quarantina di donne, di età differenti, di città sparse per l’Italia. Ho ascoltato e riportato le loro storie, le loro esperienze, i loro ricordi. Rileggendo, ho capito io in primis quanto le donne siano cambiate in cento anni di storia e mutamenti sociali, quanto siano diventate forti e indipendenti, quanto abbiano conquistato e ottenuto. Mi sono resa conto che chi ha vissuto prima di me, chi è stata ragazza prima di me ha dovuto subire e sopportare ingiustizie e restrizioni che io personalmente non immaginerei neanche. Praticamente, vivo in condizioni che mia nonna e mia madre potevano solo sognare, quelle condizioni per le quali le donne delle generazioni passate hanno combattuto senza arrendersi mai.

Quando si parla di ‘parità tra i sessi’ sono perfettamente d’accordo. Gli esseri umani sono tutti uguali, non sussiste la presunzione di elevare l’uomo al di sopra della donna. Si trovano entrambi sullo stesso piano, con uguali diritti e uguali doveri. L’uno ha il dovere di rispettare l’altra e viceversa; l’altra ha il diritto di essere rispettata dall’altro e viceversa. E così in ogni cosa. Ma purtroppo questo fin troppo spesso non accade.

Non è questo il luogo adatto per stilare il lungo elenco di casi di donne maltrattate, violentate e uccise dagli uomini che amano. Di donne che ancora oggi sono costrette a combattere per ottenere il diritto di studiare o di esprimere il loro pensiero. Di donne che devono rinunciare a diventare madri perché discriminate sul luogo di lavoro. Piuttosto, voglio utilizzare il mio spazio per lanciare il mio personale appello a tutte le donne che leggeranno: imparate a volervi bene.

Vogliatevi bene, e non sottomettetevi a chi dice di amarvi e poi vi manda all’ospedale per le botte. Vogliatevi bene, e non accontentatevi di chi vi promette che cambierà e poi rifarà puntualmente gli stessi errori. Vogliatevi bene, e non rinunciate alla vostra vita per un amore astratto che, a parte nella vostra testa e nel vostro cuore, in realtà è solo un grande castello di sabbia.

Ma soprattutto, vogliatevi bene e imparate che una donna deve essere amata, rispettata e stimata non solo per la sua bellezza, ma anche (e principalmente, aggiungo) per la sua intelligenza. E se continueranno ad esistere ‘donne’ che puntano solo sull’apparire distruggendo il proprio essere, la lotta estenuante di chi ci ha preceduto sarà semplicemente inutile.

Vorrei dedicare questo pezzo a chi secondo me è realmente donna: a chi rimane accanto al proprio uomo nonostante i momenti di difficoltà; a chi è disposta a compiere delle rinunce per le persone che ama; a chi si rimbocca ogni giorno le maniche per permettere ai propri figli di realizzarsi; a chi, invece, un figlio l’ha perso e nonostante ciò ha trovato la forza per andare avanti; a chi è riuscita a dire ‘no’ alla violenza e ha avuto il coraggio di denunciare; a chi non utilizza il proprio corpo per ricevere attenzioni e fa del suo carattere un punto di forza.

Care donne, imparate a volervi bene. C’è un concetto importante che né la violenza, né il dolore, né le ingiustizie potranno mai togliervi: la dignità. Sta a voi decidere se farne merce di scambio o se preservarla, proteggerla e portarla con onore sul palmo di una mano, in nome di quelle donne alle quali è stata (ed è tuttora) forzatamente sottratta con ogni mezzo. Se sarete voi le prime a difenderla e a non intaccarla, nessun altro lo farà.

“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”.

– William Shakespeare –

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*