Basket Wheelchair: a Parma la finale per la conquista della massima serie

LA LAUMAS ELETTRONICA GIOCO IN GARA PER LA FINAL FOUR DEL CAMPIONATO DI SERIE B

wheelchairSabato 28 e domenica 29 marzo saranno due date importanti da segnare sul calendario del Basket Wheelchair della nostra città: a Parma saranno disputate le finali della Serie B League valide per la promozione in massima serie. “E’ la prima volta che si tiene una finale di basket in carrozzina del genere. Ci sono state manifestazioni organizzate da altre associazioni, ma una con queste caratteristiche è davvero la prima”, annuncia il responsabile organizzativo Bruno Orlandini della polisportiva Gioco Parma. Le gare, che vedranno coinvolte le squadre di Sassari, Lecce, Brescia e ovviamente la Laumas Elettronica Gioco di Parma, verranno disputate al Palaciti di via Lazio e al Pala Moisè di Vicofertile. “Lo scorso anno siamo retrocessi – racconta Bruno – ma ora siamo arrivati alla fase finale”. Domenica 22 marzo, infatti, la Laumas ha battuto per 68 a 37 l’Atletica Sacmi Imola, restando a pari  punti con il Bradipi Bologna e guadagnandosi l’accesso alla finale. “Il nostro girone è stato il più combattuto. Ad esempio – continua Orlandini – c’è il girone D in cui ha giocato il Sassari che non ha perso una partita, ma questa squadra chiama anche professionisti dall’estero”.
L’evento è stato organizzato dalla Laumas Elettronica Gioco insieme alla Federazione Italiana Pallacanestro e al Basket Parma, che ha messo a disposizione la palestra del Palaciti. Parte attiva è anche il Liceo Attilio Bertolucci con il suo indirizzo sportivo. “L’obiettivo – dichiara Bruno – è quello di far provare un’esperienza diversa ai ragazzi: fare da tutor alle stesse società e rendersi conto di cosa vuol dire organizzare e vivere due o tre giorni con ragazzi disabili. Uno di loro farà da speaker, un paio il basket hotel (la registrazione di quello che succede in campo) e altri affiancheranno i dirigenti delle società per tutto ciò che serve alla squadra”. Coinvolto nell’organizzazione della finale, sostenuta da Erreà, anche il Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato che gestirà lo staff dei fisioterapisti.
La finale di Basket Wheelchair che andrà in scena in città, come in generale il basket in carrozzina, avrà le stesse regole del gioco in piedi, con qualche adattamento dovuto al mezzo usato. Tra questi, ad esempio, l’obbligo di palleggi dopo due spinte alle ruote invece che dopo due passi.

wheelchair basketLA FINALISTA DI PARMA – La squadra parmigiana, sponsorizzata dalla Laumas Elettronica e facente capo alla Polisportiva Gioco, quest’anno è composta da soli uomini, ma nel basket in carrozzina “c’è la possibilità di squadre miste” precisa il responsabile. “Lo scorso anno c’erano due ragazze che hanno disputato i campionati europei. Quest’anno una è allenatrice, Anna Piccioni”. Il campionato di Serie B disputato quest’anno è stato di grande successo e la squadra si è sempre mantenuta al vertice della classifica del proprio girone. Nata nel 1984 per volontà di una decina di giovani che volevano cimentarsi in questo sport di squadra, la formazione parmigiana di wheelchair è stata la prima fondata in Emilia Romagna. Si parte lo stesso anno con il campionato di A2, categoria che oggi è stata inserita nella più generica A. Nonostante sia solo all’inizio, la buona volontà e l’impegno dei ragazzi fanno conquistare alla squadra il terzo posto in classifica per ben due anni consecutivi. Nel 1992 vincono il campionato di A2 e salgono in A1, la massima serie, dove rimangono fino al 2000, salvo una parentesi nel 1997. Marco Nicolini, ruolo play – guardia, è uno dei veterani all’interno del gruppo. “Nel 1989 abbiamo avuto un’esperienza eccezionale in Texas – racconta – insieme anche ad altri ragazzi di Reggio Emilia. Nel 1994, invece, siamo stati a Vienna, dove abbiamo vinto il Torneo del Giubileo battendo anche squadre europee di grande livello”. Nel 1996, dopo essersi classificati primi nel campionato di A1, i ragazzi parmigiani del wheelchair si sono aggiudicati la partecipazione alla Coppa Vergauwen disputata ad Atene. “Anche quell’esperienza – continua Nicolini – è stata indimenticabile: è l’equivalente della Coppa Uefa del calcio. Poi c’è stato il particolare del viaggio: di norma è previsto un solo posto in carrozzina sull’aereo e noi volevamo viaggiare tutti insieme. La coppa non l’abbiamo vinta, ma almeno abbiamo cambiato le norme grazie alla nostra caparbietà e a varie telefonate tra la compagnia di volo e le autorità statali, siamo riusciti a viaggiare tutti insieme”. Dopo quest’esperienza la squadra si scioglie, per poi ricomporsi nel 2002 e ripartire dalla serie B. Nel 2008 è di nuovo in A2 e al 2013 risale la retrocessione in B. Se si riuscirà nell’impresa di riconquistare la massima serie lo si saprà il prossimo week-end, dopo i risultati delle finali: certo è che vincere la Final Four giocando in casa, sarebbe il massimo della soddisfazione.

LA POLISPORTIVA GIOCO –  La Polisportiva Gioco Parma è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro che opera da 25 anni sul territorio parmense organizzando attività sportive a misura delle persone. Gioco nasce nel 1983 nasce nel centro di Parma, precisamente vicino la piazza di Santa Maria dei Servi, dove dal 1982 ha sede il centro di accoglienza don Gnocchi che ospita bambini e ragazzi poveri, disabili ed emarginati e li incoraggi a praticare sport. L’obiettivo della Polisportiva, infatti, è proprio questo: coinvolgere i ragazzi in attività che portino alla socializzazione, perché molte volte si trovano soli dopo aver concluso il percorso scolastico, spiega Bruno Orlandini.
Come racconta Nicola Perrotta, uno dei fondatori dell’organizzazione, la Polisportiva nasce da un progetto di dodici ragazzi aiutati dal ‘barista di fiducia’ Ernesto Rosi, detto Titti, e dal centro don Gnocchi, da cui inizialmente prende il nome la Polisportiva don Gnocchi. Al momento della fondazione i ragazzi praticano sport su cui si sentono più sicuri, come l’atletica leggera, il ping-pong e il nuoto. Amici, autisti di autobus e fisioterapisti si rendono disponibili per allenare i giovani atleti e per spingerli a migliorare, in un primo momento, senza iscriverli a competizioni. Titti, eletto presidente della Polisportiva, si adopera da subito per trovare fondi (per carrozzine da gara, autobus) in modo da consentire ai ragazzi di partecipare alle loro prime gare. I disagi, tuttavia, sono molti, come spiega Sergio, l’accompagnatore dei ragazzi nella prima trasferta a Bari. Ricordando qualche aneddoto, racconta che i grandi problemi iniziano alla stazione di Parma, che al tempo non ha l’ascensore per salire fino ai binari, così i venti atleti devono spingersi, bilanciando il loro peso sulle ruote delle carrozzine, su per le scale fino alla banchina. Per salire sul treno, invece, è necessario che Sergio venga aiutato da un’altra persona perché deve far salire prima le persone e accompagnarle al loro posto, poi caricare le carrozzine. Arrivati a Bari c’è un autobus che aspetta i ragazzi, ma un palo al centro del mezzo impedisce l’accesso alle carrozzine, per questo uno di loro estrae un cacciavite e lo smonta tra le risate del gruppo e dell’autista. Ma, nonostante tutto, le prime gare sono un successo. “Venti medaglie d’oro, sei nuovi record nazionali e record di Pasquale nel lancio del giavellotto”, come racconta Sergio ne ‘Il libro di Giò’ di A. Franceschetti dedicato ai 25 anni della Polisportiva Gioco Parma.
Oggi, per fortuna, i problemi di trasporto sono risolti, anche grazie al pulmino che i clienti di una grande azienda hanno regalato  all’associazione. Con gli anni è cresciuta anche l’offerta della Polisportiva con l’inserimento di nuovi sport come l’hockey, la pallavolo, la danza, l’escursionismo, la handbike e, ovviamente, il basket.

 

di Samanta Carrea e Chiara Corradi

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