Parma Calcio Balilla, un affare di famiglia

MARTINA ZANICHELLI, FIGLIA DEL FONDATORE MARIO, NEL GIRO NELLA NAZIONALE

via cavourSarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di giocare una partita a calcio balilla, conosciuto anche come biliardino. Generalmente, stecche e ometti si possono facilmente trovare in luoghi che favoriscono la socializzazione come bar, sale giochi e oratori. Ed è proprio in un oratorio che ha avuto origine la passione di Mario Zanichelli, presidente e capitano del Parma Calcio Balilla.

Nato a Porporano, sin da piccolo è stato a contatto con il biliardino grazie soprattutto al “bravo e furbo” parroco del paese, don Enore Azzali, il quale alternava le lezioni di catechismo a partite all’ultimo goal “favorendo la socialità, il rispetto delle regole e togliendo, ovviamente, i giovani dalla strada“.

LA NASCITA DELLA SQUADRA – Nel 2010, anno in cui fu organizzato il torneo di selezione ai campionati italiani allo stadio Tardini, Zanichelli decise di parteciparvi con un suo collega, qualficandosi alla fase successiva a Saint Vincent. Purtroppo, quello stesso anno l’azienda spons0r dei due chiuse i battenti e da quel momento fu chiaro ad entrambi che sarebbero potuti andare avanti solo in un modo: fondando una squadra. E così, dopo il primo periodo di difficoltà e incertezza per capire come muoversi, nacque in breve tempo il Parma Calcio Balilla. Necessaria, però, una precisazione: sebbene l’associazione sia una, le squadre vere e proprie in realtà sono due, il Parma e il Porporano, con lo stesso identico stemma nei colori e nella forma.


calcio balillaDI GENERAZIONE IN GENERAZIONE
– I componenti si sottopongono ogni settimana ad almeno tredici ore di allenamento, divisi in ogni giorno dalle 9 a tarda notte. Questo a dimostrare che il calcio balilla “non è semplicemente un gioco, ma può essere anche uno sport ‘serio'”. Una passione che Mario ha trasmesso anche alle persone più vicine. Anzi, una passionce che ha prodotto persino nuovi campioni, come la figlia Martina, vera e propria rivelazione. “Da bambina giocavo spesso con lei per divertimento, facendola vincere apposta, come fa ogni genitore. Solo cinque anni fa ha iniziato a fare sul serio anche lei, in occasione un’interregionale a Marina di Ravenna, dove mi ritrovai senza un attaccante. Aveva solo tredici anni.

Da lì il passo è stato breve: l’anno dopo Martina si iscrive infatti ai campionati italiani, prima categoria esordienti e poi assoluti, risultando la più giovane giocatrice mai vista fino a quel momento. Due anni fa, inoltre, ha avuto l’onore di essere convocata per la nazionale italiana ai campionati mondiali di calcio balilla a Nantes, diventando campionessa italiana di biliardino ad appena sedici anni.

Non solo in famiglia comunque, ma anche al lavoro e in vacanza, Zanichelli si porta dietro tutta la sua passione: nell’azienda farmaceutica in cui lavora ha fatto installare dei biliardini così da poter svagare un pò con i colleghi durante le pause, mentre a Marcelli di Numana, località marittima in provincia di Ancona, ha organizzato varie inziative per promuovere il calcio balilla tra i giovani, con un risultato sorprendente. Basti pensare che uno dei giocatori in squadra è originario di quel paese.

calciobarillaTANTI VALORI IN UN SOLO SPORT – Tuttavia, sottolinea Mario, il calcio balilla non è solo allenamento e sacrificio, ma anche solidarietà e fare squadra, valori imprescindibili. “Laddove sia possibile partecipare, non ci tiriamo mai indietro a tutto ciò che ci viene proposto”. E infatti, le iniziative che hanno visto in campo la squadra sono molteplici, sin dalla sua fondazione: si passa dal torneo per disabili al Palasprint alla donazione di biliardini al reparti di Pediatria e al Padiglione Barbieri per Riabilitazione dell’Ospedale Maggiore; dalla promozione nelle scuole allorganizzazione del primo torneo di calciobalilla in collaborazione con l’Admo. In particolare, il 28 marzo si terrà la seconda edizione di quest’ultimo in piazza Garibaldi, con ospiti d’eccezione tra cui Andrea Aiello, ex pallavolista della Maxicono, e i ragazzi di Io Parlo Parmigiano.

Tutto questo con la volontà di sottolineare il valore sociale di questo sport, ma anche il suo potere riabilitativo: durante la partecipazione al reparto Barbieri uno dei medici lì dentro gli comunicò che aveva fatto un ottimo lavoro poiché il calcio balilla rappresenta un valido strumento per la riabilitazione. Sorprendentemente, è anche il secondo sport più giocato al mondo dopo il vero calcio. “Anche nei paesi più poveri, come quelli africani -conclude infatti Zanichelli- è possibile trovare un calcio balilla, magari vecchio e consumato o addirittura prodotto artigianalmente”.

di Luisa di Capua e Guendalina Truden

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