Un architetto in Sudafrica, il calcio senza confini di Fabio Pellacini

PARTE IN CERCA DI LAVORO E SI RITROVA A GIOCARE NELLA PREMIER ZAMBIANA. MA PRIMA DI TUTTO C'E' L'UNIVERSITA'

pellaciniParmigiano, classe 1986, Fabio Pellacini ha fatto del calcio una parte importante della propria vita. Quello che infatti doveva essere un viaggio in cerca di lavoro nel continente africano, qualche anno fa, si è trasformato in un’esperienza calcistica di notevole livello, nei campionati zambiani e sudafricani, dove il centrocampista parmigiano ha disputato partite importanti.

L’ESPERIENZA AFRICANA – E’ il 2011 quando, conseguita la laurea in Architettura (per la magistrale ci siamo quasi), dopo una breve vacanza in America durante la quale lascia il calcio. Fabio decide di trasferirsi in Africa, in Zambia, grazie all’appoggio di un parente della madre. “Era mia intenzione – racconta– andare lì per un’esperienza lavorativa, ma appena arrivato sono stato contattato da alcuni italiani di un’associazione di calcio zambiana che mi hanno proposto un provino”. Un provino andato bene e così, ecco che per Fabio è iniziata una nuova avventura, imprevista.

In Zambia le squadre sono tutte affiliate ai corpi di Stato e non ci sono sponsor privati: “Io giocavo nei Green Buffaloes, la squadra dell’esercito. La mia quotidianità era scandita dagli allenamenti, due volte al giorno, mattina e pomeriggio. I miei compagni erano soldati e insieme dormivamo nelle camerate. Se si giocava in trasferta, al giovedì si partiva per il ritiro che durava fino alla domenica, giorno del match. Non c’erano pause, il lunedì riprendevano subito ad allenarci”. Fabio continua definendo i giocatori zambiani atleticamente talentuosi e preparati, ma inferiori per ciò che riguarda la tattica rispetto agli standard italiani, mentre la Premier League zambiana, in cui ha giocato, corrisponde alla nostra Lega Pro. “Non essendo un cittadino zambiano -racconta ancora Fabio- la società ha avuto difficoltà a recuperare il mio transfer internazionale per potermi tesserare, quindi ho giocato un po’ di partite solo dopo l’arrivo del documento dato che per ottenerlo ci è voluto veramente un sacco di tempo”. Comunque, in questa il centrocampista-architetto parmigiano ha conosciuto giocatori che nello stesso anno si sono aggiudicati la Coppa d’Africa battendo la Costa d’Avorio. Una bella soddisfazione.

IL RITORNO IN ITALIA –Dopo l’esperienza nella Premier League a Fabio viene offerto un contratto con i Kaiser Chiefs di Johannesburg, dove la Seria A “è al livello di quella italiana”. È infatti, come spiega, il quarto campionato più sponsorizzato al mondo, l’organizzazione è professionistica e il giro d’affari è elevato. “Per mettermi in forma e farmi abituare al loro modo di giocare, mi hanno sballottato tra diverse squadre. Lì ho fatto grandi amichevoli, ma poi avevo la necessità di tornare in Italia per qualche settimana e non mi hanno concesso il permesso”. E questo è stato l’episodio che ha chiuso la carriera calcistica di Fabio Pellacini in Africa, che tornato in Italia non smette di giocare, militando tra Eccellenza e Serie D.

Il calcio è una bella parentesi della vita, ma anche lo studio è importantissimo. Quando ero piPellaciniù giovane – specifica – ho pensato di dedicarmi al calcio professionistico, ma poi per varie ragioni tra cui un pesante infortunio, ho lasciato perdere”.

RIMPIANTI? – “Si, sono dispiaciuto di non aver sfruttato al meglio quell’occasione. Giocando bene lì sarei potuto tornare in Europa da professionista” ammette il giovane parmigiano, che comunque consiglierebbe a tutti un’esperienza come la sua: “Non vivendo in prima persona altre realtà non si possono sapere i benefici che si possano trarre dall’andare all’estero. La mia scelta è stata azzardata, sono partito per lavoro e mi sono ritrovato a giocare a calcio. Ci sono cose che non si possono calcolare. Ho imparato quanto sia importante sfruttare le occasioni che si presentano nella nostra vita, tornare alla propria routine è sempre possibile mentre i famosi treni, passano una volta sola. Vi sono esperienze nella vita che formano in tutto e per tutto”.

GLI ESORDI – Fabio Pellacini comincia a giocare a calcio fin da bambino, tra gli otto e i dieci anni, e prosegue, dopo il settore giovanile, nella Meletolese, squadra reggiana che attualmente milita in Eccellenza. Il pallone, tuttavia, non è l’unica passione di Fabio, che in quegli anni si iscrive alla facoltà di Architettura, di cui tutt’ora sta frequentando la specialistica a Milano. La famiglia, come egli stesso racconta, lo ha appoggiato nel periodo di passaggio dopo il conseguimento della laurea triennale, e nell’esperienza in Africa. Oggi, tornato in Italia gioca nel Fanfulla, una squadra del lodigiano.

di Samanta Carrea, Chiara Corradi e Emanuele Maffi

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