Dallara, porte aperte per i neolaureati: innovazione, ricerca e lavoro a tutta velocità

IL FONDATORE DELL'AZIENDA DI VARANO: "DA SEMPRE OTTIMI RISULTATI DALLA COLLABORAZIONE CON L'UNIVERSITA' DI PARMA"

DallaraAndare oltre la crisi, pensando a un futuro vicino nel quale i giovani siano la punta di diamante di un’Italia che costruisce e crea il suo avvenire con forza d volontà e grande passione. Questa la filosofia di Gian Paolo Dallara, presidente e fondatore della storica azienda che porta il suo nome, pioniera delle innovazioni tecnologiche nel campo automobilistico, nata nel 1972. Dopo aver lavorato in Ferrari, Maserati e Lamborghini, l’ingegnere torna alle sue origini e fonda, nella sua città natale, Varano de’ Melegari, una casa automobilistica partita con pochi dipendenti e arrivata, dopo tanti sacrifici, ad investire attualmente ben il 20% dei ricavi in attività di ricerca e sviluppo. Stampanti 3D, sistemi tecnologici all’avanguardia, la galleria del vento proprio Varano e l’unico simulatore di Formula 1 disponibile in commercio sono solo alcuni esempi di iniziative che hanno permesso alla Dallara di aumentare le vendite e battere la concorrenza. Attualmente, oltre alla sede principale, l’azienda ha aperto un centro d’ingegneria ad Indianapolis. E dopo l’esperienza in Formula 1, dal 1988 al 1992, è oggi presente in tutti i campionati Formula 3 ed è fornitrice unica per le vetture dei campionati IndyCar, Indy Lights, GP2, GP3, World Series by Renault e Super Formula.

A VARANO SI CERCA CONTINUAMENTE PERSONALE QUALIFICATO – ‘Caratterizzazione meccanica di giunti’ e ‘studi su materiali compositi’ sono alcune delle oscure locuzioni, almeno per chi non è del settore, che legano un’azienda come Dallara al Dipartimento di Ingegneria meccanica e industriale dell’Università di Parma. E questi sono solo alcuni dei temi che trovano un’immediata applicazione pratica a Varano, dove “si è sempre in cerca di personale qualificato che possa portare avanti la ricerca nei settori che più le interessano”, come spiega il professor Alessandro Pirondi, il quale prosegue: “Per questo l’azienda ha finanziato anche progetti che vedono protagonisti sia docenti che studenti”. Realtà come Dallara, infatti, basano gran parte del loro successo sull’innovazione continua ed è ovvio che esista un legame diretto con diverse università italiane ed estere. “Il nostro dipartimento ha realizzato insieme all’azienda di Varano un ciclo di seminari sui materiali compositi, rivolto agli studenti di Ingegneria meccanica. Ed entro la fine del semestre -prosegue Pirondi- ne verrà proposto un altro sulle prestazioni aerodinamiche del veicolo”. Anche le associazioni di studenti di ingegneria mostrano un particolare interesse per l’attività della casa automobilistica, al punto da aver invitato lo stesso ingegner Dallara in dipartimento e ad aver chiesto visite nella sua sede, con numerosi studenti, inoltre, che dopo il tirocinio in azienda firmano persino il primo contratto di lavoro proprio da quelle parti.

DALL’UNIVERSITA’ ALL’AZIENDA – Andrea Giubellini, laureato all’Università di Parma, lavora in Dallara da più di dieci anni. “Mi sono iscritto ad Ingegneria meccanica, con indirizzo ‘strutture’, nel 1998 e finita la tesi sulla quale avevo lavorato in collaborazione con Dallara, il titolare stesso mi chiese di rimanere nella ditta. In quel periodo l’azienda stava entrando in Formula 1 con il progetto Midland e per preparare la tesi avevo imparato ad utilizzare software specifici dell’analisi strutturale, per cui il mio apporto nel loro progetto era importante”. Il classico caso di trovarsi al momento giusto nel posto giusto, tanto che Giubellini, dopo un primo periodo passato a disegnare componenti per la galleria del vento, è oggi responsabile del reparto di analisi strutturali, composto da dodici ingegneri. Il primo incontro tra Dallara e Giubellini risale ai tempi dell’università: “Durante gli studi sentivo il bisogno di legare il mio interesse verso le auto ai libri. Per questo motivo proposi al dipartimento di organizzare incontri con professionisti del settore. E con mia grande sorpresa, oltre a Dallara vennero anche Giancarlo Minardi, Mauro Forghieri e tanti altri. Sarebbe bello se ci fossero percorsi più organizzati per avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, io ricordo di essermi laureato senza aver mai visto una fresa“.

La collaborazione più importante tra azienda e università rimane, come ricordato anche dai professori del Dipartimento di Ingegneria industriale, quella dovuta al lavoro di tesi di laurea che spesso porta, come conferma Giubellini, all’assunzione dei tesisti in ditta. “Dal punto di vista della preparazione teorica, i dipartimenti di Ingegneria in Italia sono ad un buon livello, ma dal punto di vista degli stage e sul lato pratico c’è ancora molto da migliorare. Le grandi aziende devono trovare negli atenei quel livello specifico che non riescono adingegneria approfondire da sole. E’ questo il nodo fondamentale: le imprese devono poter contare sul fatto che grazie alle competenze dell’università potranno realizzare qualcosa che altrimenti sarebbe stati impossibile”.

Due raccomandazioni da parte di Giubellini, infine, per rendere più attraente il proprio curriculum universitario agli occhi di una azienda. “Dallara fa il 90% del fatturato all’estero: è fondamentale fare almeno un anno di studi lontano dall’Italia, non perché le università siano migliori, ma perché si ha la possibilità di imparare l’inglese e conoscere un’altra cultura. Poi, importante è anche costruirsi un curriculum il più possibile aderente ai propri interessi, approfittando anche della possibilità di seguire corsi in altri atenei”.

MOLTE PROSPETTIVE LAVORATIVE, MA POCHI STUDENTI- In un periodo in cui i neolaureati faticano a trovare un impiego, è una vera notizia che esistano corsi di laurea che invece consentono un immediato inserimento nel mondo del lavoro. “La prospettiva di assunzione nelle aziende per gli studenti dei nostri corsi è molto buona -afferma con sicurezza il professor Giorgio Pagliarini, docente di Fisica tecnica al Dipartimento di Ingegneria industriale-. Tengo veramente molto che questo fatto sia noto: se vi laureate in Ingegneria meccanica le possibilità che restiate senza lavoro sono molto remote, come confermano i dati raccolti da Alma Laurea“. Una notizia che potrebbe interessare chi accinge ad iscriversi all’università. “Come dipartimento abbiamo un numero di studenti basso e stiamo lavorando per incrementarlo. E se Dallara è un caso particolare, perché molti studenti sognano di lavorarci e tutti i posti per stagisti vengono regolarmente occupati, ci sono tantissime aziende che ci chiedono studenti disponibili a svolgere stage retribuiti, ma senza vedere soddisfatte le proprie richieste”. A questo proposito, il professor Pirondi sottolinea come l’Ateneo di Parma abbia contribuito anche a favorire l’assunzione di uno studente disabile in Dallara: il ragazzo ha vinto una borsa di studio lavorando sul tema delle giunzioni incollate ed è stato assunto con un contratto particolare che gli permette di lavorare anche da casa e con strumenti adatti alla sua disabilità. “La Provincia di Parma -precisa Pirondi- ha anche assegnato nel 2012 all’azienda il ‘Premio Qualità Sociale d’Impresa’, proprio per la riuscita di questa modalità di inserimento”.

PIU’ COLLABORAZIONE PER MIGLIORARE – Ma cosa si potrebbe fare per migliorare i rapporti tra dipartimento e aziende come Dallara? Il professor Pagliarini afferma con fermezza che principalmente occorrono due elementi. “Prima di tutto servono studenti: con pochi iscritti si fa fatica a creare progetti che siano continuativi. In secondo luogo, servirebbe più tempo per i docenti, perchè noi in dipartimento non siamo tanti e siamo oberati da un carico burocratico che sottrae molto tempo a tutto il resto”. Un altro aspetto è quello che riguarda le modalità con le quali aziende e dipartimento interagiscono. “Per usare una metafora, le aziende non possono pensare di stare alla finestra e osservare ciò che il dipartimento sforna per vedere se c’è qualcosa di loro interesse, ma occorre una collaborazione più strutturata e progettata nel tempo”. In quest’ottica, il professor Pirondi concorda e auspica che in futuro le aziende “non si rivolgano solo al dipartimento quando hanno un problema da risolvere, ma piuttosto finanziassero assegni di ricerca o indicassero tematiche su cui far lavorare gli studenti, non solo sotto tesi, ma anche in un contesto più continuativo”. In questo modo si creerebbe un rapporto stabile e duraturo che potrebbe agevolare il dipartimento nell’investimento di risorse al fine di avviare un importane trasferimento tecnologico dall’università al mondo del lavoro.

FORMULA SAE: LA STRADA GIUSTA PER VARANO– Nel 2006 è nato anche a Parma il progetto Formula Sae che vede ogni anno la costituzione di un team che partecipa alla nota competizione internazionel. E tra gli sponsor della manifestazione compare, ovviamente, anche la casa automobilistica di Varano. “Dallara tiene molto a questo evento -spiega il professor Giorgio Toderi, coordinatore del team e faculty advisor-. Non è un mistero che per le nuove assunzioni gli addetti al personale abbiano istruzioni per accordare una netta preferenza a chi ha fatto parte del team“. Gli studenti hanno infatti l’occasione di lavorare ad un progetto che viene poi concretamente realizzato, con l’università che dà la possibilità di testare, tramite la competizione, la riuscita del proprio lavoro, con grande soddisfazione da parte dei membri del team, il quale, con un “budget annuo che è 1/7 di quello del team di Torino ci siamo classificati tra i primi 10.

Un esempio dei risultati che si possono avere quando l’ateneo si apre all’esterno e si fa stimolare da una sana competizione, inoltre, è il fatto che i ragazzi di Unipr Racing Team sono riusciti a realizzare la prima auto in Italia con tubi di carbonio e giunzioni in alluminio, con pochi fondi a disposizione e senza uno spazio ufficiale in cui lavorare al progetto.

SPAZIO ALL’AZIENDA, PARLA DALLARA –  “Se devo esprimere un giudizio sulla qualità del dipartimento di Ingeneria meccanica dell’Università di Parma questo non può che essere positivo: i nuovi ingegneri hanno una formazione molto buona che gli permette di entrare nel mondo del lavoro già preparati” dichiara con convinzione Gian Paolo Dallara. E nonostante all’azienda di Varano arrivino stagisti dalle più importanti università del mondo, l’opinione su quelle nazionali si conferma molto soddisfacente: “Ritengo che, contrariamente a quello che si sente spesso dire, il sistema universitario italiano sia ottimo. Questo perché insegna ad avere una elasticità mentale che consente di continuare ad imparare anche una volta finito il percorso di studi, una qualità preziosa che è meno spiccata tra gli studenti stranieri che pure sono molto specializzati”. La strada da seguire è quindi quella di fare in modo che non si perdano le tradizioni di insegnamento accademico e investire sul capitale umano presente nelle università. “Stravolgere il nostro sistema di ricerca e formazione per adeguarsi al resto del mondo -continua l’ingegner Dallara- non è una scelta produttiva. Insegnare materie teoriche che possono sembrare troppo generali consente invece fornire una base che possa far lavorare un ingegnere per 40 o 50 anni “. Per quanto riguarda più direttamente i rapporti con l’Università di Parma, il presidente si dice molto fiducioso che le collaborazioni già esistenti  possano crescere moltissimo nei prossimi anni, sulla scia di quanto già Ing. Dallara-1tracciato in precedenza: “In particolare, parlo della consuetudine degli stage in azienda, che ha sempre dato ottimi frutti. Questo è un momento che promette molto bene, sono convinto che la mia volontà e quella dei docenti del dipartimento permetteranno di costruire progetti molto interessanti. Come azienda, con gli studenti di Formula Sae ci troviamo molto bene, penso che ci ha fatto parte del team racing dell’Università di Parma sia un vero appassionato di automobili, perché solo una grande passione porta a passare il proprio tempo in un progetto di quel genere”. E se nonostante questo la realtà mostri che ci siano ancora tanti ostacoli per i neolaureati, la fiducia che le cose possano presto cambiare è molto forte: “Credo che l’Italia a breve si risolleverà da questa crisi, e quando ciò accadrà per i giovani che hanno capacità e passione si apriranno moltissime porte. Porte che per chi si laurea in unambito come l’Ingegneria meccanica sono già discretamente aperte”.

di Chiara Corradi e Adriano Arganini

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