Aumentano i topi in città? Comune e Ausl: “Inutili allarmismi”

ASS. FOLLI: "SEGNALAZIONI DOVE C'E' L'INCIVILTA' DELL'UOMO"

Topolino esce da contenitore“Parma è una città assediata dai topi”, “Siamo arrivati addirittura a dover contare i topi morti vicino alla Cittadella”. Nicola Dall’Olio, capogruppo del Partito Democratico, e Giuseppe Pellacini, consigliere Udc, hanno segnalato – e anche qualcosa di più – la crescente presenza di topi in città direttamente in Consiglio comunale dando la colpa alla gestione porta a porta della raccolta differenziata. Avvistamenti sono stati compiuti anche dai cittadini: il caso più recente è avvenuto al Centro disabili Lubiana di via Oradour con la sorella di uno dei pazienti che ha segnalato la presenza di topi nel giardino della struttura.

Ma qual è effettivamente la situazione? Il numero di ratti in città è rilevante e/o in aumento rispetto agli anni passati? E infine: la vera causa della loro presenza risiederebbe nella gestione dei rifiuti tramite raccolta differenziata porta a porta?

“CASI SPORADICI, LA SITUAZIONE È SOTTO CONTROLLO” – A dirlo è l’assessore all’Ambiente Gabriele Folli, che in passato ha già affrontato e fronteggiato questo problema. Le sue parole si mostrano rassicuranti: “I cittadini possono segnalare gli avvistamenti al numero verde del Comune di Parma, che vengono poi raccolti dal nostro contact center. I dati rilevati dall’inizio del 2015 ad oggi non mostrano incrementi rispetto agli anni passati, si mantengono anzi in linea con quanto riscontrato precedentemente. Considerando che in generale i topi vivono in ambienti urbani, l’amministrazione è sempre disponibile verso opere di prevenzione, affinché non si creino le condizioni ideali per una vera e propria infestazione”. In passato come oggi si tende ad associare il fenomeno ai nuovi metodi di raccolta differenziata, il cosiddetto ‘porta a porta’, ritenuto la causa scatenante della prolificazione di ratti per le vie cittadine: “Non è così – spiega l’assessore – e sono proprio i numeri a confermarlo, oltre che a casi specifici. L’ultimo, ad esempio, riguarda l’avvistamento di topi al Parco Gelati, dove i cittadini disperdono cibo sul prato per dar da mangiare ai piccioni. Più che la raccolta differenziata, è proprio l’inciviltà di alcuni soggetti ad accendere la miccia”.

Come risolvere allora il problema? “Bisogna sensibilizzare maggiormente gli abitanti della città – continua Folli – facendo capire loro che anche un piccolo gesto può essere un beneficio per l’intera comunità: non esporre sacchi colmi di rifiuti aperti o in orari non previsti dalla raccolta e prestare maggiore attenzione alle aree verdi sarebbero già un buon inizio”. E il cComune che fa? “Il pubblico opera sul pubblico, soprattutto in luoghi di aggregazione e circoscritti, attraverso l’impianto di esche (le classiche scatole munite di foro) che però non vengono utilizzate in spazi aperti per evitare di danneggiare terzi e/o estranei alla faccenda. I privati, come gli amministratori di condominio, sono tenuti a fare lo stesso”.

cartello.att.derattATTENZIONE AGLI SPAZI APERTI, MA NIENTE ALLARMISMI – Il dott. Maurizio Impallomeni, medico igienista del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ausl di Parma è dello stesso avviso dell’assessore: “Non ci risultano, negli ultimi tempi, recrudescenze di queste segnalazioni”. È proprio nel suo ufficio del distretto sanitario di Parma che si monitora la situazione e ci si occupa di tutti gli aspetti che riguardano l’igiene e la prevenzione, qui che si esegue un lavoro di vigilanza sul territorio che, in collaborazione con A.R.P.A., valuta e controlla forme d’inquinamento. Il lavoro è svolto attraverso ispezioni effettuate da tecnici della prevenzione i quali, anche a seguito di segnalazioni, si recano sul territorio per valutare aspetti legati alla salubrità e alla sicurezza ambientale.

Ma in concreto, come agisce l’Ausl in caso di bisogno? “Raccogliamo le segnalazioni provenienti dalla cittadinanza – spiega Impallomeni – e di conseguenza attiviamo interventi ispettivi. In genere, le ‘lamentele’ fanno riferimento a spazi aperti che favoriscono la proliferazione di ratti in quanto habitat naturali di questi ultimi e luoghi incivilmente destinati all’abbandono di rifiuti“. Ed è proprio su questo punto che l’Ausl insiste cercando di sensibilizzare sia il pubblico, sia il privato affinché si presti maggiore attenzione a periodiche bonifiche degli spazi verdi e ad un corretto comportamento igienico-sanitario: “Ogni volta che siamo intervenuti per una segnalazione -continua il dottore – abbiamo sempre riscontrato problemi legati all’urbanizzazione del territorio, spesso abbandonato a se stesso. Sicuramente è questa la causa primaria della presenza di intere colonie di ratti”. Quest’ultimi sono stati tra l’altro avvistati nella zona del lungo Parma, in prossimità del centro storico, anche nelle ore diurne, destando l’attenzione di alcuni cittadini: “Si tratta di una zona da tenere assolutamente sotto controllo -dichiara Impallomeni- dato che si presta come luogo prediletto dai topi. Gli avvistamenti sono avvenuti soprattutto dopo la recente alluvione, che ha sicuramente influito morfologicamente sul territorio creando qualche problema. Ma si tratta sempre e comunque di casi isolati“. Per questo, il medico sottolinea il fatto che non si possa parlare di ‘vera emergenza’: “Non bisogna creare inutili allarmismi. L’emergenza c’è nel momento in cui avviene una vera e propria invasione, assente in questo momento”.

QUATTRO REGOLE D’ORO – Per prevenire ogni problema, secondo Impallomeni un cittadino attento deve seguire almeno quattro regole fondamentali: “Regolare manutenzione delle aree verdi, anche con un semplice sfalcio periodico dell’erba; evitare l’abbandono e l’accumulo di rifiuti senza tenere conto delle regole previste dalla raccolta differenziata porta a porta; in caso di avvistamenti, intervenire tempestivamente tramite derattizzazione, tenendo presente che bisogna sempre rivolgersi a ditte specializzate (vietato il fai da te); in ultimo, ma di fondamentale importanza, evitare vivamente di disperdere nell’ambiente sostanze tossiche sotto forma di esche o affini, dato che potrebbero uccidere animali innocenti e danneggiare l’uomo stesso”.

 

di Marica Musumarra, Michele Panariello, Marco Rossi  

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