Omeopatia, antivaccini e OGM: guerra fredda di un dibattito sterile

SCIENZA O PSEUDOSCIENZA, IN COSA CREDERE?

omeopatia“A man with a conviction is a hard man to change. Tell him you disagree and he turns away. Show him facts or figures and he questions your sources. Appeal to logic and he fails to see your point. We are familiar with the variety of ingenious defenses with which people protect their convictions, managing to keep them unscathed through the most devastating attacks”. Leon Festinger – When prophecy Fails

Quello attuale è un mondo in cui l’informazione viaggia alla velocità della luce, dove con uno smartphone si ha a disposizione praticamente tutto lo scibile umano, dove muoversi è sempre più facile e i confini sono via via più labili. E in questo contesto di totale libertà di informazione l’utente inesperto si trova spesso in balia della rete, tra articoli dalla dubbia obbiettività, fonti non confermate e fatti rivisitati. Anche grazie a questo far west digitale si stanno diffondendo molte teorie pseudoscientifiche, alcune estremamente pericolose. Ma esiste un filo conduttore che accomuna gli anti-vaccinisti e gli anti-OGM? E tra chi si rivolge a cure omeopatiche e compra prodotti biodinamici? Prima di rispondere, bisogna analizzare alcuni fatti.

RISCHIO AUTISMO? ZERO PROVE – Non esiste nessuna prova scientifica, alcun esperimento svolto o ricerca perpetrata con canoni accettabili, che dimostri una qualche correlazione tra i vaccini e l’autismo. Questo è ciò che si chiama un dato di fatto, qualcosa su cui la comunità scientifica concorda all’unanimità. Eppure, pochi mesi fa si è potuto assistere ad un calo evidente delle vaccinazioni. “E’ stata fatta una campagna criminale incresciosa, infatti c’è stato un picco di influenze altissimo, i media hanno avuto una parte molto importante in questo” commentava un farmacista di Parma. Meno assoluta, ma pur sempre netta è la risposta ad un’altra domanda: i rimedi omeopatici funzionano? No, o almeno questa è la conclusione a cui sono giunti numerosi studi, tra cui il più recente e forse più completo è quello svolto dal National Health and Medical Research Council, dove sono stati analizzati 176 studi individuali e indipendenti contenuti in 57 revisioni sistematiche. Il giudizio non lascia molto spazio al dubbio: “Non c’è nessuna evidenza emersa da ricerche su esseri umani che indichi l’efficacia dell’omeopatia sulle condizioni cliniche considerate -quelle legate agli studi analizzati ndr- non c’è stato alcun studio di buona qualità, ben definito e con abbastanza partecipanti che abbia l’omeopatia come più efficace di un placebo”.

QUESTIONE DI FEDE? – Quindi come si giustifica la nascita e la pericolosa diffusione dei movimenti anti-vaccinisti? È qui che entra in gioco Leon Festinger, psicologo e sociologo statunitense vissuto il secolo scorso. Durante gli anni ’50 si infiltrò in una setta, i Seekers (cercatori), per studiare gli effetti dello smascheramento di una profezia tra persone fervidamente credenti. Quando nessuno dei fatti predetti si verificò, Festinger poté assistere a qualcosa di veramente sbalorditivo: la fede dei discepoli si era solo intensificata, nessuno mise in dubbio la veridicità del culto. omeopatia2Le conclusioni che ne trasse lo studioso aprono l’articolo: “Un uomo con una convinzione è un uomo duro da cambiare”. Non c’è ragionamento, evento, confutazione che possa distogliere un uomo dalla propria certezza. Per comunicare con questo tipo di persone bisogna partire dal presupposto che i ragionamenti tradizionali non funzionano, gli argomenti razionali non attecchiscono. In più, è da considerare che naturalmente anche chi supporta temi accettati dalla comunità scientifica spesso cade in errori logici, per esempio prendendo fonti favorevoli alla sua tesi come più autorevoli delle altre, oppure interpretando in chiave soggettiva alcuni eventi.

PAROLA AI FARMACISTI – Su questo punto, la convinzione sui benefici dell’omeopatia coglie anche coloro che sono più vicini al pubblico e, quindi, più influenti: i farmacisti. Questa figura professionale è molto importante per i pazienti, i quali si rivolgono a loro per consigli estemporanei sulle piccole patologie che non richiedono necessariamente l’intervento del medico. “Non mi chieda come funziona perché nessuno lo sa. Però funziona – afferma il farmacista di Strada Garibaldi -. Non la consigliamo per tutte le patologie tuttavia, in alcuni casi, funziona anche meglio”. Spiega che le persone sono spesso spaventate dagli effetti collaterali dei medicinali tradizionali.

Maura Verdino, dipendente della farmacia vicino la stazione, è una fervente sostenitrice dell’omeopatia: “La davo a mia figlia fin da bambina. La consiglio spesso ai clienti che arrivano senza ricetta perché se si sbaglia rimedio, semplicemente non funziona e non si fanno danni”. La convinzione è colei che fa da padrona in questo campo. Ma ci si può fidare di qualcosa che non è scientificamente dimostrato?

ESPERTI DA TASTIERA – Un altro caso interessante è presentato dalla biodinamica, tecnica di coltivazione che si presenta come biologico con l’aggiunta di alcune pratiche non troppo scientifiche. Corno letame, diluizioni che ricordano molto quelle omeopatiche, dinamizzazioni, sono solo alcuni dei trattamenti e dei procedimenti che lasciano in dubbio i tecnici del settore. Eppure sempre più persone cercano prodotti biodinamici, dai vini fini agli yogurt, passando per pappe e semplici ortaggi. D’altra parte è forte l’opposizione agli OGM, argomento sicuramente molto discusso e di cui è difficile farsi un’idea precisa, basata però spesso su disinformazione e luoghi comuni. La omeopatia3rete è piena di articoli su verdure frankenstin, fragola-pesce e altre ‘creature’ degne dei peggiori scienziati del male, che non fanno altro che gettare fumo negli occhi a chi vuole informarsi con criterio.

Quindi come possiamo uscire da questa guerra senza fine, fatta di posizioni trincerate da certezze inattaccabili? Un presupposto sicuramente fondamentale è l’informazione, non ingenua con i primi articoli che capitano, ma consapevole ed approfondita; analizzare una fonte, capirne l’affidabilità generale e quella su temi specifici è un ottimo inizio. Su una base di solidi dati si può cominciare a costruire un’opinione personale, argomentando con raziocinio ed empatia, senza mai dimenticarsi che nella discussione l’importante non è prevalere, ma capire.

di Silvia Moranduzzo e Matteo Buonanno Seves

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