Il dominio assoluto della MaxiCono: 25 anni fa il Grande Slam

IL RICORDO DEI PROTAGONISTI: "AVEVAMO LA SENSAZIONE DI CENTRARE SEMPRE LA VITTORIA, NON AVEVAMO ALCUN DUBBIO"

Scansione0014rSi sono dati appuntamento a Parma per festeggiare un anniversario importante e per l’occasione  si sono riuniti proprio tutti. Sono gli atleti, l’allenatore, il presidente Magri e i dirigenti della Maxicono ritrovatisi il 9 maggio scorso nella sala del Consiglio comunale per festeggiare 25 anni da una stagione indimenticabile che sembra davvero irripetibile: quella del 1990 durante la quale la Maxicono pallavolo maschile si aggiudica quattro trofei realizzando uno storico Grande Slam.

ALLE ORIGINI DEL MITO – È il 1946 quando il gruppo del Dopolavoro Ferroviario e alcuni studenti del Liceo classico Romagnosi fondano la squadra di pallavolo maschile tra le più antiche e titolate d’Italia: la Pallavolo Parma. In seguito alla prima fusione con il Cus l’andamento della formazione è altalenante: i primi successi e il titolo di Campioni d’Italia, agguantato due volte di seguito nel ’50 e nel ’51, si alternano a una retrocessione sfiorata nella stagione 1963/64. Qualche stagione dopo c’è una separazione dal Cus e una nuova fusione con un gruppo già sponsor di squadre di calcio e ciclismo: la Salvarani. Nel campionato 1968/69 la formazione parmigiana conquista il terzo scudetto, a distanza di diciotto anni dal primo. Gli anni Settanta non sono molto fortunati: c’è una nuova fusione con il Cus e una retrocessione in Serie A2 con un ripescaggio avvenuto solo in un secondo momento. Nel decennio successivo la squadra viene rilevata della Parmalat e Santàl diventa sponsor principale. È in questo periodo che, ribattezzata Parma Volley Ball, la squadra conquista lo scudetto, si laurea Campione d’Europa e vince tre Coppe Italia. Finita l’era Parmalat comincia quella Motta sotto la sponsorizzazione Maxicono. Sono anni  in cui la squadra si conferma competitiva e vincente e nel 1990 la celebre formazione di Giani, Bracci, Zorzi, Galli, Stork e Renan, guidata da un giovanissimo Gian Paolo Montali, realizza il grande slam aggiudicandosi in rapida successione quattro prestigiosi trofei: scudetto, Coppa Italia, Coppa delle Coppe e Mondiale per Club. Successivamente la squadra ottiene altri successi importanti, ma, dopo l’addio dello sponsor Maxicono, la sua storia è destinata ad avere una brusca interruzione nel 2002, anno nel quale la società rinuncia all’iscrizione per la successiva stagione, terminando così la propria attività.

Scansione0048rI PROTAGONISTI –  “La cosa che più ci ha colpito è quella sensazione che avevamo tutti, come squadra, di riuscire ad arrivare a centrare la vittoria in ogni singola manifestazione. Non avevamo alcun dubbio”. Così il capitano Claudio Galli ricorda quella grande impresa che non fu  solo un episodio. “Tutta l’annata, di tutte le cinque vittorie, rappresenta un ottimo ricordo”. Aggiudicarsi un grande slam non è cosa da poco, e Galli lo sa bene: “Non c’è una ricetta per ottenere una stagione perfetta altrimenti succederebbe abbastanza spesso. È una concatenazione di eventi particolari, di un momento storico, di una squadra eccezionale. Anche in altri sport, non soltanto in Italia ma anche in altre nazioni, capita veramente di rado che una squadra sportiva possa arrivare a vincere nell’arco di una sola stagione tutte le manifestazioni a cui partecipa”. Nonostante siano passati diversi anni, i protagonisti della storica stagione del ’90 sono rimasti molto legati tra loro, come sottolinea il centrale. “Per me la Maxicono ha rappresentato tantissimo a livello lavorativo e umano: lo dimostra il fatto che dopo venticinque anni abbiamo avuto la voglia, il divertimento e il piacere di ritrovarci tutti insieme anche per ricordare aneddoti successi in quella stagione. Non erano presenti alla riunione  soltanto giocatori, ma anche giornalisti, dirigenti e allenatori. Sono arrivati da tutta Italia e addirittura Stork, il palleggiatore americano, è arrivato appositamente dagli Stati Uniti per questa festa. Credo – conclude Galli – che questo possa dimostrare quello è stato il legame di quella grande squadra e anche tra noi”.

Dello stesso avviso anche Carlo Alberto Cova che oggi si occupa del movimento pallavolistico con particolare attenzione al settore giovanile di Parma, città dove è cresciuto come persona e atleta. “Penso che una delle componenti essenziali sia stata quella di non pensare mai alla stagione perfetta, vivendo appuntamento per appuntamento, concentrati solo a dare il meglio nell’occasione”. Come spiega anche nel suo libro ‘Visto da dentro’, Cova racconta di essere stato prima di tutto un tifoso della Maxicono. “La possibilità di giocare in quella squadra proprio in alcuni dei suoi anni più fulgidi mi ha fatto sempre sentire un privilegiato“.  Nonostante le distanze e i diversi percorsi di vita intrapresi, i rapporti di amicizia tra i giocatori sono rimasti sempre ottimi. “Un altro punto a nostro favore è stato sicuramente il sapere remare tutti quanti, squadra, staff, dirigenza e pubblico nella stessa direzione, senza che vi fosse mai alcuna forma di attrito particolare”. Un’unione messa alla prova anche dal ‘corteggiamento’ di altre società verso non pochi giocatori della Maxicono. “Soprattutto i miei compagni più forti e famosi – sottolinea Cova – sono stati molto bravi a non farsi mai distrarre dalle sirene di nuovi grossi ingaggi che stavano entrando nel mondo del volley proprio in quel periodo”.

PAROLA DI AVVERSARIO – Il nemico numero uno della splendida stagione del ’90 fu senza dubbio il Modena, battuto sul campo per tre volte consecutive nella finale scudetto. A ricordare la rivalità è Andrea Lucchetta altro grande ex giocatore militante nel Modena nella stagione ’89-’90 e parte della “generazione dei fenomeni” che sfornò talenti in quegli anni irripetibili costellati di successi continui a livello internazionale per la pallavolo maschile italiana. “C’è sempre stata grande rivalità tra Parma e Modena, due grandi squadre che si equivalevano, ma in quell’anno la mia compagine stava ponendo le basi per diventare una corazzata che l’avrebbe portata alla vittoria di quattro scudetti consecutivi – racconta l’attuale commentatore Rai – , Parma invece, purtroppo per la città e i giocatori, dopo alcuni anni da quel Grande Slam, è finita nel dimenticatoio”. L’elogio e il ricordo vanno a tutti quei grandi atleti detentori di un bagaglio tecnico senza eguali, se paragonati ai giocatori di oggi. “I nostri palloni, gli Mg bianchi, non ti concedevano nulla, in termini di tecnica individuale dovevi essere precisissimo, oggi invece pare ridotta ai minimi termini per focalizzarsi sulle azioni che devono essere il più spettacolari possibili”.

Per il futuro di Parma Lucchetta si augura un nuovo slancio del movimento pallavolistico. “Bisognerebbe puntare sulla pallavolo femminile e continuare a dare degli impulsi che non siano soltanto delle piccole scintille. Tutti i tifosi della mia generazione sarebbero ben lieti di tornare, un giorno non troppo lontano, ad emozionarsi per un nuovo e avvincente derby emiliano“.

 

di Greta Bisello e Samanta Carrea

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