Tiro a segno: al poligono per sport o difesa?

142 A PARMA I POSSESSORI DI UN PORTO D'ARMI PER DIFESA PERSONALE

11289749_10205432311041692_1420870658_n.000La sezione di Parma del tiro a segno (Tsn), classificata come la più antica società sportiva della zona con oltre 150 anni alle spalle, si presenta oggi come un luogo di ritrovo, dove poter provare la propria arma nella massima garanzia di sicurezza. Proprio questo caratterizza il tiro a segno: data la pericolosità delle armi, le leggi che regolamentano questo sport sono durissime. Di sport, infatti, si tratta, quindi i tiratori che si presentano alla sezione sita in via Reggio sono, oltre che possessori di armi (quindi anche collezionisti), atleti, alcuni nella squadra nazionale per la quale svolgono quotidianamente i propri allenamenti, affiancati anche da coloro che prestano servizio armato, ai quali la sezione è riservata il martedì ed il mercoledì. Il divertimento e la passione per questo sport sono comunque alla base di tutto. Ma quanti civili possessori di armi utilizzano il tiro a segno come sfogo, come allenamento per un hobby maturato nel tempo, e quanti invece come preparazione per una difesa personale?

NUOVE SPECIALITA’ DIFFERENTI – Inizialmente, quando le norme erano più restrittive e le strutture non erano idonee, veniva praticato soltanto il tiro accademico. Adesso, però, sono fiorite nuove specialità attorno alle discipline olimpiche: c’è il tiro ad avancarica, sia con repliche d’armi storiche sia con armi d’epoca; il tiro con armi d’ex-ordinanza, che invece si effettua con pistole e fucili un tempo destinati alle Forze Armate; il tiro dinamico, molto articolato, che si esegue su bersagli posti a distanze diverse e a volte prevede lo spostamento del tiratore lungo il percorso; il bench-rest infine che, essendo un tiro di assoluta precisione, prevede che il vincitore sia quello che fa la rosata più piccola.

IL PIU’ BASSO NUMERO DI INCIDENTI SPORTIVI – Le norme che regolamentano l’accesso al tiro a segno rendono tutti consci della potenziale pericolosità delle armi e, proprio per questa consapevolezza, il tiro a segno vanta il più basso numero di incidenti tra tutti gli sport. Tutto ciò che viene utilizzato al poligono viene registrato, dalle munizioni alle armi con cui vengono sparati i colpi. Le armi, se non se ne possiede una propria (trasportabile solo per i possessori di un porto d’armi), possono essere noleggiate direttamente al poligono, ma le munizioni devono essere acquistate ed utilizzate esclusivamente nella struttura. Non per questo, però, il tiro a segno è un’attività immune al pericolo perché chi sa maneggiare un’arma non solo diventa lui stesso automaticamente un’arma ma anche un possibile pericolo.
Generalmente, infatti, per ricevere l’abilità all’uso e al maneggio delle armi è necessario presentare il certificato del medico curante per attività sportiva non agonistica, approvato dall’usl, ed effettuare un corso teorico ed una prova pratica di tiro. Una volta superata questa prassi, spetta all’istruttore effettuare un esame tecnico sulle prestazioni sportive. “Noi possiamo valutare la capacità tecnica di una persona – afferma infatti uno dei direttori di tiro del Tsn di Parma -, per esempio se rispetta le regole e non fa gravi errori, ma quello che fa fuori di qui non possiamo saperlo né prevederlo”.
L’omicidio-suicidio avvenuto tre anni fa in via Cremonese può essere preso come esempio: una guardia giurata dell’Ivri, iscritta regolarmente al Tsn di Parma, ha sparato quattro colpi a bruciapelo alla sua ex prima di suicidarsi. Nessuno, istruttori compresi, poteva anche solo immaginare quello che sarebbe successo e, proprio per questo, la responsabilità dell’accaduto ovviamente non è di chi gli aveva concesso l’abilità all’uso e al maneggio delle armi.

11267249_10205432320601931_1868625021_nLEGITTIMA DIFESA: UN RITORNO AL FAR WEST? – “Il 90% delle persone che vengono qui hanno ereditato delle armi oppure sono ex cacciatori – continua il direttore di tiro -, poi ci sono anche casi di persone che vogliono imparare ad utilizzare le armi per legittima difesa ma sono comunque pochi”. Per la legislazione italiana possedere armi è reato ma esistono eccezioni per cui, date determinate motivazioni (minacce, attività commerciali a rischio, etc.) ed effettuati i necessari controlli, può essere introdotto il porto d’armi per legittima difesa. Pochi comunque, ad eccezione delle forze armate, i possessori in Italia; a Parma sono 142. Molti di più, però, secondo l’opinione dell’istruttore, quelli che userebbero le proprie armi per difendere se stessi o un famigliare, se in pericolo di vita.
La Camera dei Deputati ha approvato definitivamente la riforma della legittima difesa, nel testo approvato al Senato il 6 luglio 2005.  Il provvedimento, costituito da un solo articolo, modifica l’articolo 52 del Codice penale, in materia di ‘difesa legittima’. Ora, quindi, se un ladro si introduce nella propria casa o attività lavorativa e ci si difende con un’arma (regolarmente registrata) non è più reato. Secondo alcuni risulta sproporzionato il fatto di difendersi con le armi, definendo la cosa come un ‘ritorno al Far West, in quanto legittima l’autodifesa anche se la reazione non è proporzionata all’aggressione. Ma chi, sentendosi sotto minaccia, non farebbe di tutto per difendersi?

 

di Laura Misuraca e Vittorio Signifredi

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