Quando collaborare part-time è un duello con la burocrazia

UN'AGEVOLAZIONE NON SEMPRE AGEVOLE: STUDENTI CHIAMATI IN PIENA ESTATE O DOPO LA LAUREA

Università, sede borgo CarissimiI capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto, con borse di studio, assegni alle famiglie, ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso” .(Art. 34 della Costituzione Italiana).

Era il 1948. Quasi 70 anni fa. I padri costituenti stabilirono con chiarezza che chiunque si fosse dimostrato capace, doveva essere in grado di accedere ai livelli più alti di istruzione. Non solo. Lo Stato in quanto tale doveva impegnarsi a ‘rendere effettivo questo diritto‘ tramite una serie di benefici, accessibili tramite concorso. Passando però dalla teoria alla pratica, burocrazia annessa, l’accesso a tali agevolazioni non sembra sempre così agevole. Almeno stando alle vicende riguardanti le collaborazioni part-time, le famose 150 ore, che, a partire dall’inizio di ogni anno accademico, a Parma come nelle altre varie Università vengono proposte tramite un bando.

A detta di alcuni studenti la situazione è piuttosto complessa. A chi, in cima alle graduatorie, ha svolto senza intoppi la collaborazione nelle varie strutture dell’Ateneo, si contrappongono diversi casi sfortunati legati per lo più all’incertezza dei tempi della chiamata e ai meccanismi di scorrimento della graduatoria, da quest’anno gestite da Er.Go come spiega Ornella Terzi, addetta alle graduatorie dell’ente: “Solamente a partire da quest’anno accademico, il 2015/2016, la competenza riguardo le collaborazioni part-time è passata dall’Università al nostro ente“.

Il problema, infatti, sembra nascere a monte. “Il mio nome è nella graduatoria definitiva approvata l’anno scorso e relativa al 2014/2015, solo che non sono stato ancora chiamato”, racconta Stefano, iscritto al secondo anno di un corso magistrale dell’Università di Parma.
Diversi studenti che hanno presentato domanda tutti gli anni, nonostante idonei, soltanto due volte su cinque sono stati chiamati per svolgere la collaborazione. Un’altra studentessa, Martina, anche lei al secondo anno di laurea magistrale, racconta problematiche simili: “Quando ho chiesto agli uffici competenti perché non ero stata ancora chiamata, mi hanno risposto che dovevo aspettare perché la chiamata viene effettuata solo una volta che sono arrivati al tuo numero in graduatoria“. Nulla di grave fin qui, ma Martina fa notare che questa situazione rischia di complicare di fatto un’agevolazione economica su cui in molti contano per attutire le spese universitarie da sostenere. Il problema non sembra riguardare solamente pochi casi isolati.

In alcun casi la ‘chiamata’ è arrivata in concomitanza con lo svolgimento del tirocinio, costringendo gli studenti a scegliere. La stessa studentessa spiega che alcuni suoi colleghi sono stati chiamati per svolgere le 150 ore di attività lavorativa nel mese di luglio: “Solo che alcuni erano fuorisede, ed in quel periodo si trovavano in Puglia, in Campania. Son dovuti tornare in piena estate, senza contare il fatto che un paio di loro si erano già laureati, e qualcuno aveva iniziato anche a lavorare. Si tratta di una situazione strana: in altre Università stabiliscono che laureandi e fuorisede hanno la precedenza rispetto agli altri in graduatoria”. Dall’ufficio tasse e contributi per il diritto allo studio, tuttavia, chariscono che esiste la possibilità di rifiutare la prima chiamata nel caso di impedimenti: “Se contattato per la prima volta, uno studente può rifiutare e attendere in quel caso una nuova disponibilità. Se rifiuta una seconda volta però, perde il diritto che aveva acquisito e di fatto viene cancellato dalla graduatoria”.

Le diversità rispetto ad altri Atenei non finiscono qui, anche se bisogna tener conto della disponibilità di fondi e posti. Lo stesso Stefano, laureato a Bologna prima di iscriversi a Parma, fa notare alcune discrepanze tra i due Atenei: “Qui mi hanno spiegato che le domande vengono raccolte tramite il sito, successivamente vengono stilate le graduatorie, prima provvisorie, poi definitive, e viene pubblicato anche il numero di posti disponibili. Per il 2014/2015 mi hanno detto che c’erano 300 posti. Ma va tenuto conto del fatto che ti chiamano solo quando e se c’è disponibilità economica. A Bologna era diverso, le chiamate proseguivano fino all’esaurimento della graduatoria. Inoltre sapevamo già come eravamo smistati nei vari uffici. Appena scattava l’anno nuovo, iniziavano a chiamarti, tenendo conto del periodo di disponibilità che avevi precedentemente indicato“.

C’è da augurarsi che, pur nella complessità di rispondere forse a troppe richieste rispetto alle disponibilità delle strutture, si riesca ad intervenire sui meccanismi di gestione delle graduatorie, dando risposte e certezze per far sì che un diritto degli studenti non vada perso nei meandri della burocrazia.

 

di Luca Mautone e Giuseppe Mugnano

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