Parma Calcio, dalle ceneri è nata una (squadra) rosa

PER LA PRIMA VOLTA I GIALLOBLU HANNO UNA FORMAZIONE AL FEMMINILE

parma calcio femminile“Il calcio? Una grande passione“. Non hanno dubbi le ragazze della neonata squadra femminile del Parma 1913, che sta disputando il campionato di Serie C. È la prima volta, nella sua storia centenaria, che la società crociata iscrive ad un campionato una squadra femminile e questo è grande traguardo per uno sport, prevalentemente maschile, che sta riscuotendo sempre più successo nelle ragazze. Una rosa di ventisei atlete: la più giovane, Stella Botti, è nata nel 2000 ed è già stata convocata nella Nazionale Under 17, mentre la veterana è Cristina Romanini, che insieme al mediano Samanta Arrigoni, è dell’annata 1973. 

PARMA E IL CALCIO FEMMINILE – Il Parma Calcio 1913 femminile nasce a luglio, grazie alla volontà dei nuovi proprietari della squadra, coinvolti nella rinascita dopo il crac Ghirardi – Leonardi. Non è una novità parlare di calcio femminile nella realtà parmigiana, anche se in seguito all’associazione con una squadra maschile di livello, la considerazione è aumentata: “Gioco a calcio da trent’anni – rivela Cristina Romanini, già leader storico della squadra femminile dei Crociati Noceto – e quando ho iniziato, nel 1986, in provincia di Parma c’erano almeno dieci squadre. Poi l’attenzione al nostro sport è diminuita e attualmente, oltre a noi, c’è solo la squadra giovanile di Vicofertile. È un peccato, perché oggi se una ragazza volesse giocare a calcio, deve per forza andare almeno a Reggio Emilia”. Il problema principale a cui si deve la scarsa popolarità del calcio femminile è invece, secondo Johara Boselli, prima punta della formazione, la mentalità: “In Italia si fa ancora fatica a vedere una donna giocare a calcio“.

UNA NUOVA OPPORTUNITA’ – L’attuale rosa proviene per la maggioranza dalla squadra femminile dei Crociati Noceto, fallita l’anno scorso. “Appena è stata resa pubblica la notizia della creazione di una squadra femminile affiliata al Parma 1913 mi hanno tempestato di telefonate, tutte volevano venire a giocare” continua la Romanini. Nelle prime due settimane di allenamento è stata effettuata una selezione alla ricera di atlete con le caratteristiche per rientrare nel progetto della società. La Boselli arriva da cinque anni militati nella Reggiana, ma appena ha saputo della possibilità di tornare a Parma ha colto l’occasione. Debora Fragni, neolaureata in Biologia ed esterno destro della squadra, ha invece realizzato un sogno: “Sono nata e cresciuta a Parma. La mia intenzione quest’anno era di smettere, le mie priorità erano cambiate e volevo dedicare tutto il tempo che avevo allo studio e al lavoro. Poi sono venuta a conoscenza del progetto: il mio sogno fin da piccolina è sempre stato quello di indossare la maglia crociata e di giocare nella squadra della mia città. Poco dopo è arrivato l’incontro con il mister e poi con la nuova società e da lì ho capito che forse il mio sogno si stava realizzando.”

LE GRANDI DIFFICOLTÀ’ DEL CALCIO FEMMINILE – In altri stati dell’Europa il calcio femminile è più sviluppato ed ha un seguito maggiore, anche da parte dei media e del pubblico. “L’impressione – aggiunge Fosca Calloni, giocatrice originaria di Tabiano e fino allo scorso aprile in forza all’Arezzo – è che parma calcio femminileParma, come quasi tutte le altre città italiane, si sia accorta solo ora del calcio femminile”. Quello ‘in rosa’, inoltre, è in realtà un campionato molto costoso, tra spese di iscrizione e costo delle trasferte. E spesso manca la volontà delle società di allargarsi a questo settore. “L’altra differenza fondamentale tra il calcio femminile italiano e quello europeo – aggiunge la Fragni –  è che negli altri stati questo sport viene considerato come un vero e proprio lavoro, con tanto di contratto per professioniste, mentre in Italia non siamo altro che dilettanti, giochiamo solo per passione“. Di calcio femminile non si vive: nemmeno in Serie A le ragazze riescono a mantenersi esclusivamente con i propri stipendi e in ogni caso alla fine della carriera devono provvedere a cercarsi un lavoro. “Una differenza eclatante anche rispetto al calcio maschile, se si pensa che i calciatori potrebbero vivere di rendita per il resto della loro vita”, riprende la Boselli. “C’è un abisso tra noi e il calcio maschile – continua Fragni -: noi facciamo tanti sacrifici per poter fare quello che ci piace, spesso rimettendoci denaro e tempo, mentre i ragazzi lo fanno per lavoro percependo uno stipendio”. Sotto molti aspetti quello di paragonare i due sport sarebbe comunque un errore, in quanto il calcio femminile ha una tecnica differente: il gioco è più lento e la struttura fisica delle ragazze è meno potente, viene considerata più la tecnica che la forza. Gli allenamenti della squadra sono due o tre volte alla settimana e, grazie ad uno staff tecnico molto preparato, sono mirati ed intensi: si svolgono di sera, perché la maggior parte delle ragazze della rosa di giorno lavora o studia.

L’INIZIO DEL CAMPIONATO – Nonostante l’età e gli obiettivi diversi delle ragazze, lo spogliatoio delle gialloblu è come una grande famiglia. La prima partita di campionato si è disputata domenica 4 ottobre e la squadra si è preparata con grande grinta, ottenendo la vittoria casalinga per 3-0 sulla Virtus San Mauro Mare. Sul campionato, Fosca Calloni non ha dubbi: “Ci sarà competizione, perché ci sono delle squadre di buon livello. Epoi per le avversarie giocare contro il Parma, con la storia che porta con sé la squadra maschile,  sarà uno stimolo maggiore”. La Fragni, che ha disputato in categorie più alte come la B e la A, è concorde: “Certo, il ritmo del campionato di C è più basso e più rispetto alle categorie maggiori, ma anche qui si possono incontrare squadre toste che possono metterci in difficoltà sull’aggressività che è il nostro punto debole e su cui stiamo lavorando per migliorare”. La giovane punta Boselli spera di arrivare in Serie B, già dall’anno prossimo, mentre la leader Romanini, che fa il factotum, diminuendo i minuti in campo già dall’anno scorso, conserva il suo sogno di indossare la maglia del Parma, di cui è tifosa fin da piccolissima: “Bastano anche solo 5 minuti”.

di Chiara Corradi

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