Volkswagen e blocchi del traffico: ma quanto inquina davvero un’auto?

A PARMA IL TRAFFICO PRODUCE IL 40% DELL'INQUINAMENTO. "CAMBIANDO IL PARCO AUTO CAMBIAMO LE EMISSIONI"

smog.400x250Das Auto, l’auto del popolo, la tedesca: Volkswagen. Protagonista indiscusso di tv e giornali nel settembre 2015, il mito a quattro ruote è crollato nell’inchiesta ‘Dieselgate’ avviata a seguito di uno studio commissionato nel 2014 dall’ente no profit specializzato in ambiente e trasporti ICCT (International Council on Clean Transportation) che ha rilevato la presenza di un software in tutti i motori diesel 2.0 TDI Euro 5, capace di ‘truccare’ le emissioni di NOx (ossidi di azoto) riducendole ad hoc per la durata dei test in laboratorio. A questo proposito Maria Beatrice Curti, Volskwagen manager del gruppo Baistrocchi, non rilascia dichiarazioni ma si limita a precisare che a Parma non si sono rivelati ancora casi eclatanti e che la società, attenta ai suoi clienti è alla ricerca di soluzioni alternative.

Resta, di fatto, l’ennesimo scandalo ambientale che ha scosso l’opinione pubblica in tema di inquinamento, prerogativa del 7° programma di azione dell’Unione Europea per l’ambiente che sempre più sta orientando le politiche degli Stati membri fino al 2020.
E’ in questo contesto che anche a Parma dal 1° ottobre sono entrare in vigore, non senza proteste dal mondo degli automobilisti, le nuove limitazioni alla circolazione del programma per la qualità dell’aria Pair 2015 (Piano Aria Integrato Regionale) varato dalla Regione Emilia Romagna. Eliminati i ‘blocchi del giovedì’, la nuova normativa fino al 31 marzo prevede la limitazione strutturata sui giorni feriali, dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, delle sole tipologie di mezzi più inquinanti: mezzi diesel fino all’Euro 3, benzina fino all’Euro 1 e ciclomotori fino all’Euro 0. A queste si aggiungono le ‘domeniche ecologiche’ e i provvedimenti emergenziali che ogni singolo Comune può attuare secondo l’accordo di programma.

A fronte delle nuove limitazioni al traffico, sono tantissimi i veicoli fuorilegge e i proprietari costretti a scegliere mezzi alternativi o acquistare veicoli meno inquinanti, chi può.

MA QUANTO INQUINA DAVVERO UN’AUTO? – “Il mondo dei trasporti – spiega Agostino Gambarotta, professore al Dipartimento di Ingegneria industriale e direttore del Centro Interdipartimentale per l’Energia e l’Ambiente dell’Università di Parma – pesa per il 30% nel consumo di energia, quindi è evidente che abbia un impatto notevole sulle emissioni inquinanti”. Come confermato da Legambiente, infatti, le auto sono responsabili di un terzo del PM10, il 40% circa degli ossidi di azoto (NOx), due terzi del benzene e di CO2 rilasciati nell’atmosfera. “Il problema – sottolinea Gambarotta – è che, a differenza delle emissioni centralizzate degli impianti termoelettrici, sui quali è possibile effettuare verifiche, misure e controlli, per le auto non è così immediato, poiché in Italia ci sono più di 50 milioni di veicoli, gestiti da persone che non sempre sanno cosa c’è sotto il cofano. Inoltre è difficile mettere insieme la riduzione degli inquinanti e dei consumi e al tempo stesso produrre delle auto con prestazioni sempre più significative. Per fare un esempio: il motore diesel ha tutt’ora problemi di emissioni più elevate rispetto al motore a benzina, però consuma di meno. È possibile abbattere le emissioni del diesel al di sotto dei limiti di legge, ma con dei sistemi di post-trattamento abbastanza complessi e costosi”.
C’è da dire che, grazie alle stringenti normative europee e al miglioramento dei motori, sono stati fatti passi avanti nell’ultimo decennio: il Pm10, ad esempio, nei motori a benzina è passato da 27 mg/km dei veicoli pre-Euro a 1 mg/km dei veicoli Euro 4, mentre nei motori diesel si è ridotto da 213 mg/km a 37 mg/km dei veicoli Euro 4. Ma non basta: “Le normative – secondo Gambarotta -, nonostante l’Unione Europea stia già lavorando tramite il JRC (Joint Research Centre) a nuove procedure, sono ancora piuttosto carenti non tanto per i limiti, quanto per le modalità con le quali si verificano le emissioni inquinanti poiché i controlli vengono fatti su cicli di guida, che differiscono abbastanza dall’uso reale su strada di un veicolo”.
Proprio entro fine mese dovrebbe completarsi il quadro dei nuovi test di omologazione europei che definirà la ‘tolleranza’ (o ‘fattore di conformità’) ammessa tra le quantità di emissioni inquinanti rilevata durante i test di laboratorio e quella nella guida reale su strada e che vede lo scarto maggiore proprio nelle emissioni di ossidi di azoto (NOx), al centro dello scandalo Volkswagen. Le misurazioni su strada, già previste prima del caso che ha travolto la casa automobilistica, potrebbero portare fuori mercato il 10% dei modelli ora omologati.

Tabella inquinamentoINQUINAMENTO E TRAFFICO: PARMA MAGLIA NERA – Ma qual è lo stato di inquinamento di Parma e quanto incide il traffico?
Secondo lo studio ‘Mal’aria 2015’ pubblicato da Legambiente, la città ducale si contende, insieme a Frosinone, il primo posto della classifica delle città più colpite dalle polveri sottili del 2015, con 20 giorni di superamento del limite delle emissioni di PM10 o ‘particolato atmosferico’. Una sostanza considerata tra gli inquinanti di maggior impatto sulla salute umana poiché può essere facilmente inalata dall’apparato respiratorio e per le alte concentrazioni che si registrano soprattutto in ambiente urbano a causa dell’usura dell’asfalto, dei pneumatici e delle pastiglie dei freni delle auto, oltre che per la combustione dei motori e degli impianti di riscaldamento.

Attualmente – spiega Eriberto de Munari, dirigente responsabile della sezione provinciale Arpa di Parmale quote maggiori di inquinamento sono prodotte dal riscaldamento e nel caso della città di Parma dal traffico. In quote analoghe, queste due fonti si dividono l‘80% dell’inquinamento dell’aria. Anche la concimazione del territorio, però, fa la sua parte”.
L’Arpa si occupa proprio di rilevare i dati che, una volta presentati a Regione o Comune, avviano l’iter per fronteggiare eventuali emergenze secondo due tipi di provvedimenti: quelli strutturali e quelli emergenziali. “Per il riscaldamento delle case – spiega il dirigente – operiamo secondo un’azione sistematica, ovvero ridurre la quota di combustibile che usiamo per riscaldarci. Ad esempio altre Regioni, come il Trentino e la provincia autonoma di Bolzano, hanno già inserito nella loro normativa la necessità di utilizzare case a dispersione calorica bassa. La normativa italiana ha previsto da poco la classificazione energetica delle case. Sul fronte dell’inquinamento da traffico, invece, abbiamo scelto di operare in maniera emergenziale: ecco spiegato un blocco del traffico così massiccio.”
“Non ci si deve meravigliare di questo blocco del traffico – continua De Munari-. Era già stato programmato l’estate scorsa, ma in molti fino a che non è avvenuto il blocco ne erano ignari. Si sono toccate le auto con motore diesel Euro 1, Euro 2 e adesso le Euro 3. I dati rivelano che le persone, spinte da questi blocchi, tendono a ricambiare la propria auto più facilmente, cosa che per noi, qualitativamente per l’aria parlando, è un successo, poiché cambiando il ‘parco auto’, cambiano le emissioni nell’aria“.

LIBERARE L’ARIA ENTRO IL 2020: IL PROGETTO DELL’ARPA – Il Piano varato dalla Regione, in linea con l’Unione Europea, mira ad avere entro il 2020 un’aria più respirabile. Come precisa Paola Gazzolo, assessore regionale all’Ambiente: “Il Pair 2020 assume gli obiettivi della direttiva europea e individua quindi le misure necessarie per rientrare nei valori limite entro il 2020. Va infatti ricordato che la Corte di Giustizia Europea ha già condannato l’Italia per il superamento dei valori limite di particolato atmosferico e nel 2015 la Commissione Europea ha aperto una nuova procedura di infrazione contro lo Stato Italiano, che per il momento, a fronte dell’adozione del Pair, non riguarda l’Emilia-Romagna. Il Pair è quindi una risposta concreta agli obblighi comunitari, con l’obiettivo di evitare nuovi contenziosi europei, oltreché di tutelare la salute dei cittadini e dell’ambiente.”

C’è da dire che dal 2001 al 2014 sono stati raggiunti dei buoni risultati e alcuni degli inquinanti sono già rientrati nei limiti di sicurezza, come l’ossido di carbonio (CO), il diossido di zolfo (SO2) e il benzene; mancano all’appello gli ossidi di azoto (NOx), l’ozono (O3) e il particolato atmosferico (PM10 e PM2,5), ritenuto dall’Airc il responsabile diretto dello sviluppo del tumore al polmone.
Se si pensa che nel 2010 ancora il 64% della popolazione regionale era sottoposta a più di 35 sforamenti dei limiti nel corso dell’anno, è evidente che c’è ancora molta strada da fare. E’ per questo che, oltre alle nuove limitazioni alla circolazione, la Regione ha avviato un piano di azioni mirate con 90 misure di intervento, tra le quali l’ampliamento delle aree pedonali e delle zone a traffico limitato, la limitazione progressiva dell’accesso ai centri abitati per i veicoli più inquinanti, la promozione della mobilità elettrica.

 

di Stefano Frungillo e Francesca Matta

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