Alluvione, poteva andare peggio? Cassa di espansione “tra 5 o 6 anni”

IL RICORDO, IL PUNTO DELLA SITUAZIONE E LE RICHIESTE DEI CITTADINI

alluv_2“Ci vorranno cinque o sei anni per la realizzazione dell’opera”. Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti mostra ottimismo fuori dall’aula magna del centro polifunzionale del Campus in occasione del convegno ‘Alluvione: un anno dopo‘ organizzato dall’Associazione Studenti Geologia. Pizzarotti ha le idee chiare nel descrivere i passaggi necessari alla realizzazione della cassa di espansione sul Baganza: “Dal confronto con l’assessore Paola Gazzolo -spiega- è emerso che tra poco dovrebbe arrivare la firma ufficiale per la concessione delle risorse così da approvare un progetto definitivo entro la fine dell’anno. Successivamente si potranno appaltare i lavori. È importante giungere a questo punto, sia noi che la Regione ci stiamo mettendo tutto l’impegno possibile”. Certo è che fino a quando la cassa di espansione non sarà completata i comuni del bacino del Baganza resteranno a rischio alluvione. E a tal proposito, per quel che riguarda Parma, Pizzarotti precisa: “Sono in corso due ordini diversi di attività. Una riguarda il Servizio Tecnico di Bacino (Stb), che sta risezionando l’alveo del fiume e costruendo degli argini che aumenteranno la capacità di deflusso delle acque, così da limitare eventuali piene che possano mettere in crisi la città. Quest’attività è già in corso da diversi mesi e verrà conclusa entro fine anno“. L’altra, invece, consiste nella messa in sicurezza delle strutture danneggiate dall’esondazione dello scorso ottobre. “Le opere di ristrutturazione, ad esempio, scuole, campi sportivi, asili, erano già state concluse in estate. Adesso sono in corso i lavori sul ponte, il manto stradale, i marciapiedi. Contiamo di completare il tutto entro la fine del 2015” spiega infine la più alta carica dell’amministrazione comunale.

IL QUADRO DEGLI INVESTIMENTI – Al sindaco fa eco l’assessore all’urbanistica Michele Alinovi, il quale interviene mostrando una panoramica sui fondi investiti per gli interventi sulle opere pubbliche: su un costo previsto di 3.653.000 euro, per ora, i finanziamenti ammontano a 3.237.000. “Il Comune di Parma ha attivato una serie di appalti, in sinergia con la Protezione Civile e con Iren -precisa l’assessore-, ma il Servizio Tecnico di Bacino avrà bisogno di risorse aggiuntive per completare gli interventi sul Baganza“.

IL RICORDO – A distanza di circa un anno dall’esondazione del fiume, dunque, le istituzioni si stanno muovendo. Ma il ricordo dell’alluvione resta nitido in chi si è visto arrivare l’acqua fin nella propria abitazione: la testimonianza di Fabio Perini, studente, ripercorre quei momenti di grande paura, ma anche di grande solidarietà. Ed è proprio questo lo spirito con cui è stato ideato il convegno ospitato martedì scorso tra le mura del campus univeristario. “Questa iniziativa nasce tra i corridoi delle nostre aule, con l’intenzione, innanzitutto, di commemorare quel tragico evento” spiega Pierdavide Bertocchi, rappresentante di Asg. “L’organizzazione di tutto ciò è stata resa possibile grazie ai fondi che vengono messi a disposizione per i progetti delle associazioni studentesche. Inoltre, abbiamo trovato la strada spianata, visto che il tema è ancora molto ‘caldo’ a livello politico. Tuttavia – continua Bertocchi – il nostro taglio non voleva essere esclusivamente ‘istituzionale’ ed è per questo che abbiamo invitato anche semplici persone, per far conoscere le loro testimonianze”.

LE RICHIESTE DEGLI ALLUVIONATI –Volevamo risposte da parte delle istituzioni“. Esordisce così Pierluigi Saldina, membro del Comitato Alluvionati Parma, nato a su iniziativa dei cittadini colpiti dalla piena del Baganza. “In poco più di due mesi abbiamo ottenuto oltre 4000 adesioni. Questo dimostra la sensibilità dei parmigiani sul tema”. Non solo. Qualche risposta è arrivata anche dalle amministrazioni, in particolare dagli assessori Gazzolo e Alinovi per quel che riguarda le opere di manutenzione degli argini: “Tuttavia ci dispiace constatare che alcune realtà, per interessi di tipo economico e non solo, stanno rallentando i lavori nel tentativo di alzare la contropartita“.

alluv_4IN ARRIVO ALTRI 4 MILIONI DI EURO – Per l’assessore regionale alla difesa del suolo e della costa, Gazzolo, è invece fondamentale che ci sia un impegno costante da parte di tutti, per far sì che i problemi di un anno fa non si ripresentino. “Tutti qui rappresentano un pezzo della risposta all’emergenza e del percorso per invertire la rotta: dobbiamo essere una squadra“. L’Emilia Romagna sta facendo la sua parte: l’assessore ha ufficializzato l’arrivo di altri 4 milioni di euro provenienti dal Fondo di solidarietà europea che si vanno ad aggiungere ai 10 milioni già stanziati dalla Regione. Risorse che andranno a coprire le spese per la manutenzione e la messa in sicurezza delle zone colpite. “L’obiettivo è quello di aumentare la nostra capacità di risposta, perché il costo degli interventi non sempre è stimabile con precisione”. Di stimabile, invece, ci sono i danni dell’alluvione, che ammontano a circa 100 milioni. Per quanto riguarda i sistemi di prevenzione l’assessore ha poi annunciato che, in collaborazione con Arpa, verrà sperimentata una nuova tecnologia per dimezzare i tempi di lettura dei livelli delle acque.

LA CASSA DI ESPANSIONE? FONDAMENTALE – Ma vale la pena spendere altri fondi per realizzare la cassa di espansione del Baganza? Considerando il costo dell’opera (55 milioni di euro) e le simulazioni al computer dell’ingegnere dell’Agenzia interregionale per il fiume Po, Massimo Valente, sembrerebbe proprio di sì. Negli schermi dell’aula magna del campus infatti, viene mostrato come, un anno fa, la presenza della cassa di espansione del torrente Parma abbia limitato i danni in maniera decisiva. Non solo. Valente fa vedere anche cosa sarebbe successo nel caso in cui non ci fosse stata la cassa. L’esondazione della Parma avrebbe allagato l’intero centro storico in un lasso di tempo troppo breve per attuare qualsiasi manovra preventiva. Uno scenario catastrofico che per fortuna, è stato evitato. Ma, come fa notare Francesco Capuano, responsabile del Stb, in sede regionale non si è parlato solo delle opere che riguardano gli aspetti ‘fisici’. In consiglio sono stati approvati interventi che hanno a che fare con l’aspetto idropluviometrico. Nel complesso, la Regione sta per stanziare altri 100 milioni di euro, di cui 45 provenienti dalle proprie casse, mentre dal Fondo di solidarietà europea dovrebbero arrivarne altri 11 per la messa in sicurezza dei territori di Parma, Modena e Reggio Emilia.

alluv_13QUALI SCENARI CLIMATICI PER IL FUTURO? – “C’è un momento non identificabile, negli ultimi 200 anni, in cui l’uomo inizia a modificare le condizioni climatiche. Se continuiamo così serviranno 3 pianeti Terra per assorbire tutto l’inquinamento prodotto” inizia il suo seminario Luca Mercalli, in maniera poco rassicurante. Dopo la carrellata di cifre, il climatologo e meteorologo, noto anche nel panorama televisivo nazionale, si concentra su una questione più generale: quella delle variazioni climatiche. “Il problema più grave è la troppa concentrazione di CO2 nell’atmosfera. Questa è la causa principale del riscaldamento globale. Il 2015 si profila come l’anno più caldo della storia in Italia” osserva Mercalli, il quale, riallacciandosi alla questione ‘alluvione’, spiega che “per quanto riguarda i fenomeni di pioggia, non è possibile fare previsioni certe. Possiamo solamente considerare che, piove il 10% in meno, se si confrontano i dati con quelli della prima metà dell’Ottocento“. Rispetto al riscaldamento globale e all’innalzamento del livello del mare, il meteorologo fa notare che non ci sono variazioni significative nel livello delle piogge tali da poter essere studiate. Quindi, se nei prossimi cento anni è prevedibile un’aumento di almeno 2°C della temperatura e un innalzamento di almeno 50 cm del livello marino, non si può stabilire con certezza come si comporteranno le piogge.

Nonostante emergano queste insicurezze, finalmente sembrano sciogliersi i nodi per la costruzione della cassa di espansione sul Baganza. Un’opera la cui importanza è fondamentale, come hanno fatto notare sia le istituzioni, che gli esperti del settore presenti al convegno.

 di Filippo De Fabrizio e Luca Mautone

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