Basket in rosa: Maznichenko e Franchini, donne Lavezzini

DUE PROTAGONISTE, DUE STORIE DI VITA E DI SPORT

Donne forti, determinate, grintose che con impegno e costanza hanno raggiunto grandi risultati senza mai fermarsi. Donne come le cestiste del Lavezzini, la squadra di basket femminile di Parma che ormai da 39 anni milita in A1, Mariachiara Franchini, capitana delle gialloblù, e il nuovo acquisto della squadra Olga Maznichenko, nazionale ucraina.

 

A 13 ANNI FUORI DI CASA – Una passione sbocciata relativamente tardi (13 anni) e da lì un’ascesa ininterrotta verso la vetta. Olga Maznichenko, ucraina, 23 anni, è stata uno dei colpi del mercato estivo del Lavezzini. Giovane, non più giovanissima, ma con già tante esperienze in curriculum che, non senza qualche momento di difficoltà, l’hanno fatta crescere. “Sono nata vicino a Kiev, dove mio padre mi portò in una palestra e mi spinse a giocare a basket nonostante lì ci fosse la possibilità di praticare anche altri sport – spiega l’ala-pivot gialloblù -. Poi mi sono iscritta all’Università e ho cominciato a giocare in Spagna, Francia e altri Paesi”. Dieci anni a girovagare per l’Europa, con una parentesi in Israele, prima di approdare in Italia e fermarsi più tempo del previsto: Pozzuoli, Orvieto ed ora Parma. “È stato difficile andare via dalla mia Terra perché ormai è un decennio che sono sola – ha ammesso – senza genitori né i vecchi amici. Non è piacevole vedersi sempre tramite Skype”. Nonostante gli occhi di ghiaccio, la chioma bionda e i tipici lineamenti dell’est, la Maznichenko non ha dubbi, dall’alto dei suoi 190 cm, nel confessare la sua città preferita. “Pozzuoli è stato il posto nel quale mi son trovata meglio – ha chiosato -. Al sud sono stata bene”. Un’armonia da ritrovare in Emilia dopo l’annata sfortunata ad Orvieto, soprattutto dal punto di vista sportivo. “Non ho mai avuto problemi con le compagne né con gli allenatori tuttavia l’anno scorso ho avuto difficoltà a capire cosa volesse il tecnico e questo ha inciso molto su di me, soprattutto mentalmente. Nella scorsa stagione credo di non essere migliorata ma di esser rimasta ferma. È importante trovare un buon allenatore e a Parma ce l’abbiamo: ci mette sempre in gioco, ci dà nuovi stimoli e non fa mai sentir qualcuna più importante delle altre. Qui voglio cercare di migliorarmi”. Con l’aiuto del gruppo, nel quale si è integrata fin da subito: “Parlo con tutte senza problemi, anche se a volte sbaglio con l’italiano”.
Al di là delle esperienze personali, c’è una stagione sportiva da portare a termine, non iniziata proprio nel migliore dei modi: 3 vittorie e 3 sconfitte che non lasciano intendere appieno le ambizioni del Lavezzini. “Vogliamo arrivare ai playoff – ha spiegato -. La squadra c’è ed è sempre in crescita, partita dopo partita”. Mentalità da vincente e testa sempre rivolta ai prossimi obiettivi da raggiungere: sono queste le qualità che l’hanno portata in alto. “Dopo la gara penso sempre ai miei errori. Non so quali siano state la migliore e la peggiore partita della mia carriera, rifletto sempre e solo su come migliorarmi”. In uno sport minore, ma in crescita in Italia negli ultimi anni. “Ci sono tante persone che ci seguono ed hanno fiducia in noi” ha rivelato la Maznichenko, che non ha avuto dubbi nello sponsorizzare il basket femminile, anche ai più piccoli: “Lo sport è la prima cosa nella vita; tutti i bambini dovrebbero cominciare a praticarne uno, anche semplicemente al parco. La pallacanestro è un gioco d’intelligenza; bisogna pensare tanto e non solo correre dietro la palla. C’è bisogno di molta concentrazione per attaccare, difendere e tenere la posizione”. La stessa che le ha permesso di arrivare in A1 e di girare l’Europa inseguendo una sfera a spicchi.

 

IL SIMBOLO – Parmigiana Doc, Mariachiara Franchini è la capitana e la giocatrice simbolo del Lavezzini Parma dopo che nel 2009 è tornata ad indossare la casacca crociata gialloblu. Ha cominciato a giocare a basket all’età di nove anni su consiglio di amici dopo aver praticato, senza soddisfazione, pallavolo e ginnastica ritmica. Il suo esordio da professionista è avvenuto contro il Ferrara, a soli quindici anni e proprio con la maglia del Parma. Nella sua carriera ha giocato anche a La Spezia, Faenza e Livorno, ci sono stati alti e bassi (“ma, per fortuna, nessun infortunio grave”, dichiara sorridendo e facendo qualche gesto scaramantico) e, naturalmente, ci sono partite che ricorda con più piacere di altre: “Ce ne sono diverse, logicamente quelle con la maglia della Nazionale sono quelle che ti entrano maggiormente nel cuore sia nel bene che nel male. L’ultima partita con la Nazionale per la qualificazione agli Europei è quella che rappresenta un ricordo negativo perché non riuscimmo a qualificarci.”
Sono molti i successi tra cui il Premio Reverberi 2009 come migliore giocatrice italiana (l’oscar Fiba del basket). Il fiore all’occhiello, però, è certamente l’oro nei Giochi del Mediterraneocon la maglia azzurra, con la quale ha raggiunto e superato il traguardo delle 100 presenze. Grande esempio di lealtà dentro e fuori dal campo, è anche la confermatissima testimonial di Adas e Admo. La capitana si dice soddisfatta per il calore e l’affetto dimostrati dai tifosi ma vorrebbe maggiore attenzione da parte dei media che dovrebbero far conoscere questo sport al grande pubblico il quale, data la scarsa visibilità, vi si avvicina solo dopo aver guardato per caso una partita. Tornando a parlare della stagione in corso, la Franchini dichiara che “l’obiettivo della squadra, nonostante sia costituita da molti elementi nuovi, sono i play-off”peraltro raggiunti consecutivamente nelle ultime tre stagioni. Consigli per avvicinare le ragazze al basket? “Dico sempre di venire in palestra per divertirsi: deve essere un piacere. Poi è ovvio che deve scaturire qualcosa dentro; la passione o ce l’hai o non ce l’hai, anche se gli allenatori possono aiutarti in questo”.

 

di Luisa Di Capua, Lorenzo Dragoni, Mattia D’Ottavio, Samanta Carrea 

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