Cantieri-crateri: che ne è di ex Anagrafe e parcheggio del Tribunale?

PROGETTI DA 18 MILIONI DI EURO OSTACOLATI DA RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI

LAVORI EX ANAGRAFE 2Buchi. Enormi crateri-cantieri fermi da anni sfigurano il volto della città. Le istituzioni hanno ruoli marginali perché “si tratta di progetti privati e project financing”. Il riferimento, nello specifico, riguarda l’ex Anagrafe situata dietro al Parco Ducale (tra strada Farnese, borgo Rodolfo Tanzi e borgo delle Grazie) e l’area retrostante il Tribunale.

Interpellate più volte, le società Pizzarotti e Gespar, competenti rispettivamente per ex Anagrafe e Tribunale, prima prendono tempo e poi scelgono la via del no comment con identica motivazione: “Preferiamo non rilasciare dichiarazioni perché si tratta di un momento delicato, ci si potrà risentire tra qualche mese”. Difficile sapere con certezza quali siano i problemi che ostacolano i lavori ai quali ormai i parmigiani quasi non fanno più caso. Attualmente i cantieri, avviati nel 2008 per l’ex Anagrafe e nel 2010 per quanto riguarda il parcheggio dietro al Tribunale, vanno avanti ma i lavori sono ancora allo stato degli scavi e delle fondamenta nonostante i tagli del nastro fissati per 2011 e 2012.

L’EX ANAGRAFE – La Chiesa e il convento di Santa Teresa d’Avila furono bombardate durante la Seconda guerra mondiale ma è solamente negli anni Sessanta che si ebbe la demolizione completa dell’intero complesso. Ultima a cadere, nel 2008, l’anagrafe comunale di Parma per far posto ai 5 mila metri quadrati per 15 mila metri cubi di edificato di 2 palazzi che avrebbero ospitato 40 appartamenti, compresi di giardini pensili, alti 15 metri (4 piani con attico) e con garage interrati per circa 100 posti auto destinati anche ai residenti dell’Oltretorrente. Le società Soparco e Pizzarotti che hanno rilevato l’area per un valore di circa dieci milioni di euro. La seconda società ha successivamente acquistato anche la quota della prima.

Il primo progetto, però, non ha tenuto conto di un elemento fondamentale: la preservazione dei resti della chiesa di Santa Teresa d’Avila che rischiavano di essere completamente perduti causando un danno al patrimonio cittadino. A questo proposito, si è mossa l’associazione ‘Monumenta‘, volta a salvaguardare la storia di Parma, tramite un esposto dell’avvocato e presidente Arrigo Allegri, il quale ha dichiarato che “il primo progetto dell’ex anagrafe, realizzato da un architetto olandese, prevedeva un edificio di 17 metri assolutamente non in linea con gli edifici circostanti”.

Così, nel 2012, è stato approvato un secondo progetto, ad opera dell’architetto Guido Canali, che preservava maggiormente l’area, “anche se – prosegue Allegri – si poteva tutelare ancora di più, trovando una soluzione più armoniosa e che si sposasse meglio con il paesaggio del lungo Parma. Da sottolineare anche che il passaggio tra il primo e il secondo progetto non è molto chiaro tanto che il Gip, nonostante l’abbandono del primo, si è opposto all’archiviazione del mio esposto”.
Ma il secondo progetto non è bastato a dare la svolta al cantiere perchè oltre all’antica chiesa sembra che altri imprevisti si siano presentati: “E’ stato ritrovato – continua Allegri –  il vecchio canale che un tempo scorreva vicino l’Ospedale Vecchio. Questo potrebbe costituire un serio problema di stabilità per le fondamenta dell’edificio infatti, da qual che ho potuto vedere, si stanno predisponendo un grande serie di palificazioni di sostegno”.

GLI SCAVI DIETRO AL TRIBUNALE – In strada del Conservatorio si apre un’altra voragine, ormai ferma da quasi cinque anni. Sul sito dovrebbe sorgere un edificio adibito ad uffici per i giudici di pace con sottostante parcheggio multipiano. Gespar, la società che gestisce tutti i grandi parcheggi di Parma, avrebbe dovuto realizzare l’opera sul terreno comunale interamente a sue spese per un costo complessivo di otto milioni di euro e sempre seguendo un progetto dell’architetto Guido Canali; in cambio avrebbe ottenuto la concessione gratuita per quarant’anni della gestione del complesso.
Ad oggi, tuttavia, è evidente che nemmeno l’ultima proroga per la fine lavori datata novembre 2015 sarà sufficiente. Il motivo dei rallentamenti è il rinvenimento di importanti reperti archeologici tra i quali una porzione di mura tardoantiche che non permettono l’inizio della costruzione. Secondo l’avvocato Allegri “si tratta di ritrovamenti di grande importanza: lo spessore del muro che supera i quattro metri testimonia la presenza di una grande fortificazione perciò era necessaria una modifica del progetto che avrebbe sacrificato alcuni posti auto, modifica che tra l’altro credo proprio sia stata approvata”.
Insomma, non è semplice conciliare le direttive della sovrintendenza e le necessità di una città in espansione, tuttavia, secondo l’avvocato, “basterebbe non fare come in Ghiaia, dove il ponte di epoca imperiale venuto alla luce è stato abbattuto”. Preservare la storia o seguire il progresso?

 

di Adriano Arganini e Silvia Moranduzzo

 

 

 

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*