Studiare (e) o lavorare: questo è il problema

STORIE DI CHI CON 8 EURO ALL'ORA 'ALLEGGERISCE' LE SPESE DI FAMIGLIA E DI CHI HA DOVUTO MOLLARE GLI STUDI

studenti-lavoratoriCon la cultura non si mangia” diceva Tremonti. E allora a cosa serve impegnarsi all’università? Ha ragione il ministro Poletti nel dire che laurearsi a 28 anni e con 110 e lode “non serve a un fico”? Il voto non serve: conta “non cosa sai, ma chi sei“. Le enormi difficoltà per gli studenti lavoratori sono funzionali in un Paese dove il figlio dell’operaio non deve diventare dottore. Succede così, sempre con maggiore frequenza, che gli studenti universitari si impegnino nella ricerca di un lavoro saltuario persostenersi economicamente durante il percorso di studi.

COME CERCARE LAVORO A PARMA – Basterebbe accedere a un qualsiasi sito di annunci per imbattersi in centinaia di domande da parte di studenti che per incrementare il proprio reddito e far quadrare i conti offrono prestazioni lavorative negli ambiti più disparati. Facendo una semplice ricerca si trova di tutto: dalla studentessa (ma anche ragazzi) che offre ripetizioni private, alla ragazza di bella presenza con esperienza pluriennale e documentata come baby-sitter, fino al garzone tuttofare disponibile nei week-end. Ma le occasioni di lavoro non si limitano esclusivamente alle offerte online. Tra i servizi offerti dal Comune di Parma in questo senso è attivo da anni il centro Informa Giovani, uno sportello di counselling a 360 gradi rivolto a tutti i ragazzi di età compresa tra i 13 e 35 anni. Non solo: tante sono anche le cooperative e le agenzie di lavoro interinale sparse in tutto il territorio, specializzate nell’allacciare i contatti tra candidati e aziende. “Ho provato a contattare un’agenzia interinale al secondo anno di triennale -spiega Paola, ventitreenne studentessa di Economia-: da allora, ho collaborato tutti gli anni come cassiera al Mercante in Fiera”. Ma il passaparola rimane una valida via d’ingaggio, come nel il caso di Valeria, 22 anni, studentessa di laurea magistrale in Economia e babysitter durante i week-end. “Seguo un bambino di due anni per 2/3 ore a settimana. In realtà non cercavo un lavoro fisso, è arrivato un po’ per caso, sono stata ‘sponsorizzata’ da un amico. Percepisco 8 euro all’ora -continua-. Non è tanto, ma a fine mese mi permettono di accumulare un bel gruzzolo per le bollette senza dover chiedere ulteriore denaro ai miei genitori”.

ered_fig1O SI STUDIA O SI LAVORA – Seppur vero che nella maggioranza dei casi gli studenti svolgono lavori occasionali per ‘arrotondare’, in molti altri sembra un esercizio di vita. Per Adriano, studente del corso di Giornalismo e al contempo gestore di un agriturismo nel parmense, “il lavoro permette di mettersi in gioco in un mondo che spesso è molto diverso da quello degli studi -e con velato dispiacere ammette-: mi permette di costruirmi un’alternativa al possibile vuoto che incombe nel post laurea. Il mio è un lavoro un po’ particolare da abbinare agli studi. Non posso dire se sia full time o part time. A volte lavoro 16 ore al giorno, altri tre o quattro e altri ancora non faccio niente. Una delle cose più pesanti è quella di dovere uscire dall’aula più volte durante una lezione per rispondere alle chiamate dei clienti”.

Dunque è possibile conciliare studio è lavoro? Indubbiamente si riscontra una certa difficoltà nello svolgere entrambe le cose, visto e considerato che lo studio viene spesso definito come un’attività lavorativa senza corresponsione di un compenso economico. I temerari che ci provano non sempre riescono nell’impresa, abbandonando gli studi o ritardando di diversi anni il conseguimento della laurea. Luigi, un operaio 48enne iscritto al corso di Scienze della Comunicazione è un esempio eclatante. “Mi sono immatricolato nel 2003. In seguito, per motivi di famiglia, ho dovuto ripetutamente sospendere gli studi. Il lavoro ha influito molto sulla mia carriera universitaria. Sono operaio alimentarista su tre turni, compreso quello notturno. Per quattro anni ho lavorato part time e solo di notte. Questo significa non dormire anche per venti ore filate e contemporaneamente frequentare i corsi e prepararsi gli esami. Alla fine, sull’orlo di un esaurimento, mi sono sentito costretto per motivi di salute (e non solo) a riprendere il lavoro full time. Lavorare e studiare per me è difficilissimo soprattutto se hai un contratto a tempo pieno”. In alcuni casi i rapporti di lavoro occasionali celano qualche rischio. “Facevo la barista in una importante catena con contratto di lavoro a tempo parziale -dice Francesca, studentessa di Lettere- ma si è trasformato letteralmente in un lavoro full time: 8 ore al giorno, 6 giorni su 7. L’unico problema è che lo stipendio è rimasto invariato, circa 800 euro”. “È difficile lavorare part time di questi tempi -aggiunge-, dopo questa esperienza mi son detta: o si studia o si lavora. Io ho scelto la prima”.

untitledBARCOLLO MA NON MOLLO – . In sintesi studiare e lavorare in Italia non è impossibile ma può essere una sfida molto selettiva e se non hai una solida famiglia alle spalle, che ti garantisce un reddito, è probabile che la laurea arriverà dopo molti anni. Ma c’è chi non demorde. Francesco viene dal meridione, è uno studente in Economia aziendale e, per non pesare troppo sul bilancio familiare, si arrangia come può. ” Faccio lavori occasionali come il cameriere nei fine settimana. Mi servono i soldi per le spese necessarie. Non riesco assolutamente a sbarcare il lunario ma faccio quello che posso. Non ci arrendiamo, barcolliamo ma non molliamo“. E il tempo per studiare? “Lo troviamo e ce lo prendiamo quando è necessario farlo”. Elisa invece è una studentessa di lingue e vorrebbe tanto essere indipendente dai suoi genitori ma non ci riesce. “Sarei disposta a fare qualsiasi lavoro pur di sganciarmi dalla mia famiglia”. Matteo studia Ingegneria Informatica e riesce a mantenersi agli studi lavorando come tecnico nel mondo dello spettacolo. Altro che bamboccioni o choosy. “Per trovare lavoro non mi rivolgo agli uffici pubblici, lo faccio attraverso il passaparola. Nell’ambiente ci conosciamo tutti quanti. Sono pagato bene e con i voucher e riesco anche a essere in corso“.

di Franco Pisano e Michele Panariello

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*