Just Knock: come trovare lavoro con le idee al posto del curriclum

LA STARTUP DI DUE GIOVANI IN UNA PIATTAFORMA CHE FA INCONTRARE STUDENTI E AZIENDE

1444389758826043.1444302524379411.JustKnock1Il talento incontra la passione’. Con la scelta di questo slogan – rivisitazione del famoso aforisma di Seneca “la fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità” – la piattaforma online Just Knock mette subito in chiaro il suo scopo: farsi mediatore tra le idee di giovani studenti universitari creativi e le aziende in cerca di progetti stimolanti per il proprio sviluppo. Just Knock è infatti uno strumento che rivolge agli utenti una possibilità innovativa: ‘Trova lavoro inviando idee al posto del CV’, come si legge a lettere cubitali al centro del sito della startup.

UN’IDEA VINCENTE – Per usufruire del servizio, al motto di ‘Facile come bussare’, per ricollegarsi al nome della piattaforma, vengono indicati vari step che l’interessato deve seguire: carica un’idea; seleziona l’azienda; ricevi una valutazione; entra in contatto; migliora la tua reputazione. Il portale spiega i vantaggi dello strumento con alcuni video informativi, da una parte interviste a giovani ai quali Just Knock si rivolge, dall’altra il punto di vista delle aziende attraverso le parole della manager per il reclutamento dell’Adidas nel Sud Europa Silvia Marchisio. Ma come funziona esattamente Just Knock per permettere a uno studente tipo pieno di idee di riuscire a “lavorare per l’azienda dei suoi sogni”?. Le aziende valutano le idee proposte tramite il portale attraverso feedback che accrescono “credibilità e visibilità” dell’utente all’interno della rete che la piattaforma ha creato. Un modo insomma anche per tutelare e salvaguardare le iniziative degli studenti nei confronti delle grandi imprese.
Tra le aziende aderenti all’iniziativa ci sono nomi conosciuti come Adidas Group, Alessi, Boffi, Chicco, Control, Monviso, Pic Solution, Poliform, Valsoia e ora anche Pirelli. Ma Just Knock sta prendendo piede anche a livello locale. Tre sono le aziende parmigiane, insieme ad una multinazionale, che si sono interessate e sono in trattativa per sostenere il progetto che ha coinvolto anche l’Ateneo. L’Università di Parma, infatti, tramite il servizio Rapporti con le imprese/placement e la responsabile Doretta Fava si occupa di far conoscere ai propri laureati e laureandi questa nuova opportunità per il lavoro messa a punto da due giovani ideatrici.

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EUREKA! – “Io e Marianna ci siamo incontrate per la prima volta al master in ‘Brand comunication’ del Politecnico di Milano – racconta Arianna Marin (29 anni, seconda da sinistra nella foto), co-founder della piattaforma insieme a Marianna Poletti (26 anni, al centro)  -. Era il 2013 ed ci ritrovammo compagne di banco, se così si può dire”. “L’idea è nata quando, parlando una sera davanti ad un drink, Marianna mi disse ‘T’immagini se esistesse un modo per far arrivare una propria idea direttamente a un’azienda?’-  io risposi  – ‘Ma secondo te esiste?’ – ‘Secondo me no’ ‘Allora facciamolo noi!’ – . Abbiamo preso carta e penna e nella mia stanza abbiamo fatto un disegno, che conserviamo tuttora, in cui ritraevamo un ponte che portava ad una porta: la nostra idea era di abbattere quel ponte, che vedevamo come un muro, e arrivare direttamente a bussare alla porta“. Insomma, just knock: basta bussare. Ma l’idea da sola non basta, ci vuole un progetto e soprattutto qualcuno che lo finanzi. Proprio qui è partito il crowdfunding per la startup, sul sito Eppela, che ha raccolto 45 finanziatori raggiungendo (e superando) il traguardo di 10.000 euro volto allo sviluppo del progetto. “Il nostro è stato un percorso lungo durante il quale abbiamo dovuto mettere a punto una strategia e convincere le aziende a collaborare con noi. La prima a credere in noi è stata la Monviso, poi si sono aggiunte altre grandi aziende”. Lanciato nel febbraio 2015, inizialmente solo per gli studenti, il progetto è stato poi rilanciato ufficialmente a settembre 2015. “Una sorta di Just Knock 2.0 – continua la responsabile comunicazione della startup – che è cresciuto ampliando i servizi e allo stesso tempo allargando il proprio organico e aggiungendo altre figure come Luigi Passera, un nostro partner che fin dall’inizio ci ha sostenuto sviluppando le strategie di business, così come ha fatto Isabella Kluster. Infine abbiamo aggregato Chiara Parini che ci ha inviato un progetto vincente e che abbiamo deciso di coinvolgere all’interno di Just Knock come team manager e responsabile social”.

BUSSARE A PARMA – Presentato un mese fa al Dipartimento di Ingegneria, Just Knock ha registrato una buona affluenza tra gli studenti di vari corsi di laurea. Sono già arrivate idee da parte degli studenti dell’Università di Parma“, conferma Arianna Marin. A questo punto la domanda sorge spontanea: come si garantisce ai giovani che le loro idee non vengano ‘rubate’ dalle aziende dopo un’iniziale collaborazione? “Le aziende che aderiscono al nostro progetto – spiega ancora Arianna- firmano un contratto in cui si impegnano a rispettare la proprietà intellettuale degli studenti che propongono le loro idee e di dare loro supporto. Certo non vogliamo creare scandali: il nostro progetto è soprattutto all’insegna della trasparenza”. Sul sito di Just Knock, infatti, ogni azienda specifica il tipo di contratto che vuole offrire a chi propone la propria idea. La ‘posta in palio’ può essere  una percentuale sul fatturato del progetto, uno stage o un posto di lavoro fisso: basta quindi cliccare su profili delle aziende dalla piattaforma e vedere cosa offre ognuna di esse. “C’è stato il caso di un ragazzo – racconta Arianna – che ha inviato una proposta all’Adidas che si adattava perfettamente al loro brand. Il suo progetto ha colpito subito i responsabili dell’azienda, i quali hanno prontamente contattato lo studente invitandolo ad una riunione riservata solo ai dipendenti. La cosa non è ancora andata in porto perché la chiamata è avvenuta pochi giorni prima della sua partenza per l’Erasmus, ma in ogni caso loro si sono impegnati a tenersi in contatto con lo studente e continuare a sviluppare l’idea al suo ritorno”.
Un feedback decisamente concreto e non solo in rete, spesso intasata di curriculum erranti come messaggi in bottiglia.

 

di Davide Ansovini, Giuseppe Mugnano e Vittorio Signifredi

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