La nobile arte del fantacalcio a 360 gradi

ANEDDOTI E CURIOSITÀ DI UN GIOCO DIVENTATO SCIENZA

fantacalcio“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo” diceva Pierpaolo Pasolini, che tra le tante passioni aveva anche quella per uno sport con tutti i canoni di una religione. La domenica, il giorno in cui secondo la Bibbia il Signore si riposò, i sacerdoti del calcio celebrano il ‘dio pallone’. E seguendo la concezione dell’intellettuale bolognese si potrebbe azzardare a dire che le sacre scritture calcistiche corrispondano a quelle famigerate pagelle del lunedì mattina che creano inevitabili disaccordi tra i fedeli pallonari. Il seme della discordia è da attribuire a Riccardo Albini, giornalista milanese che nel 1988, basandosi su un fantasy sport del baseball americano, decise di importarlo nello Stivale adattandolo al campionato di calcio: nasce così il fantacalcio che, dopo i primi anni di rodaggio, nel 1994 salì alla ribalta grazie alla collaborazione con la Gazzetta dello Sport. Dopo un ventennio, questo passatempo ha assunto i caratteri di una scienza che non ammette errori. O quasi.

REGOLE CHIARE(?) – Per entrare in questo fantastico universo pseudo-sportivo, ogni giocatore ha a disposizione 300 fantamilioni (ma la cifra è concordabile) con i quali comporre una rosa di 25 giocatori: 3 portieri, 8 difensori, 8 centrocampisti e 6 attaccanti, tutti militanti nel campionato cui è si è scelto di seguire (Serie A o B). Per ogni calciatore che si intende acquistare occorre fare un’offerta, che può essere però rilanciata da ognuno dei partecipanti fino al momento dell’acquisto (quando la propria offerta non viene contro-rilanciata): perciò il fanta-mercato viene comunemente definito ‘asta’, da sempre la prima fonte di litigi tra fanta-allenatori tra accordi mancati, aste falsate e offerte fatte in ritardo. Per non dimenticare la solita sfiga.”Quest’estate stavamo facendo l’asta con in sottofondo la partita dell’Italia – racconta Alessandro da Bologna-. Un amico, dopo un estenuante asta, finalmente si aggiudica Abate per 22 fantamilioni: dopo pochi minuti, in diretta tv Abate si infortuna gravemente”. Storie tragicomiche come quella di Beppe, da Molfetta, da 12 anni con lo stesso gruppo di amici. “Investiamo 100 euro a testa, pagabili in due rate, e vincono i primi 5. Un anno amico si svenò per comprare Cerci che subito dopo andò all’Atletico Madrid: davanti al nostro rifiuto di rimborsargli i fantamilioni spesi decise di ritirarsi dal gioco e  di non versare la sua quota. Morale della favola: subentrò un altro mantenendo intatta la sua squadra ed arrivò secondo! Nonostante quel litigio -continua-, siamo rimasti amici ma ad ogni occasione lo prendiamo in giro”.

Terminate quindi aste (e litigi), si ha la propria squadra che insieme a quelle degli altri concorrenti andrà a formare il fanta-campionato in cui sfidarsi per tutte le 38 giornate del campionato reale. Una vera e propria ‘lega’ a cui vengono spesso attribuiti i nomi più bizzarri possibili, al pari di quelli attribuiti alle singole squadre (per esempio la formazione di Geremia da Vasto è la ‘CCCP’, sigla russa che indica l’ex Unione Sovietica, i cui giocatori provengono tutti dai Paesi balcanici). I punti in palio sono sempre 3 per la vittoria e 1 per il pareggio ma, a differenza del calcio vero, l’assegnazione di questi viene affidata alle pagelle, ovvero al voto dato ai calciatori (equivalenti alla media-voti dei 5 maggiori quotidiani sportivi italiani) alla fine di ogni giornata di campionato, che vengono sommati tra loro. Se si riesce ad ottenere 66 punti (che equivalgono alla sufficienza data al proprio 11 titolare) si realizza un ‘gol’; ai voti in pagella vanno però aggiunti i bonus (gol e assist, che valgono +3 e +1) e sottratti i malus, ovvero i gol subiti dal portiere e le espulsioni(-1), autogol e rigori sbagliati(-3), e infine le ammonizioni (-0,5). Per esempio, Daniele De Rossi (capitano della Roma) gioca una buona partita, segna un gol ma subisce un’ammonizione: voto in pagella 6,5, a cui vanno aggiunti tre punti per il gol realizzato e sottratto 0,5 per l’ammonizione subita. Così il punteggio varia e anche il numero dei fanta-gol, che aumentano ogni sei punti(66-72-78 -84).Una volta assimilate le regole, si deve far fronte alle partite vere e proprie. E qui nascono i problemi. Per quanto si possa essere amici, arrivata la domenica ogni legame si scioglie e a parlare è il campo, che non sempre dà i risultati sperati. “Qualche settimana fa – racconta Mirco da San Giovanni in Persiceto (BO) – ho inserito nella formazione titolare Niang (il riferimento va a Milan – Sampdoria del 28 novembre, ndr). Chiedo un parere al mio migliore amico e lui mi consiglia di schierare Bacca, ma non l’ho ascoltato”. Morale: “A 10 minuti dal termine della consegna delle formazioni ebbi paura di fare una cavolata e misi Bacca titolare. Risultato? La partita terminò con due gol e un assist di Niang (voto totale 18, contando i bonus) e 5,5 di voto per Bacca. Ometto di raccontare la mia reazione”.

12316497_1641674606092779_4927473200803708510_nQUESTIONE DI (S)FORTUNA – Ogni fanta-allenatore che si rispetti è sempre convinto che la propria squadra sia la più forte. Ergo, quando si perde è sempre per sfortuna propria e mai  per superiorità della formazione avversaria. Samuele Olla (in arte Gianni Cavezzi, ex calciatore di Padova e Cagliari) ‘malato’ di fantacalcio, ha messo nero su bianco la sua frustrazione fantacalcistica, creando un blog sul frequentatissimo fantagazzetta.com, con un nome che non lascia spazio a fraintendimenti: FantasfigheL’idea è nata ad inizio 2013 – racconta – alla ripresa del campionato dopo la pausa natalizia. Dopo l’ennesimo fine settimana passato tra imprecazioni e gol improbabili messi a segno dai giocatori del mio avversario, trovai finalmente il modo per dare sfogo ai piagnistei  riscrivendo in salsa ironica le mie disgrazie domenicali. Fantasfighe è una rubrica altamente autoreferenziale e senza censura. Tutti i particolari, anche i più scabrosi, si trovano al suo interno”. Da più di un anno Samuele condivide il calvario con l’amico Alan Bisio, con cui si alterna settimanalmente nella stesura dei testi. A leggere certi racconti, sembra che siano stati inventati. Invece è tutto vero: “Molte sono esperienze personali – continua – ma spesso inserisco le catastrofi che capitano ai miei amici più cari, affetti dalla mia stessa malattia“. Una malattia che vede tantissime varianti, a seconda del carattere del giocatore. “Io appartengo – spiega ancora Olla – alla mazzarriana categoria di quelli che si lamentano sempre e comunque. Quando si perde è sempre colpa della sfiga e il proprio avversario ha sempre troppa fortuna. Quando si vince si è sempre pronti a sottolineare che la casuale fortuna che ha portato i 3 punti oggi si tramuterà inesorabilmente in sfiga domani”. C’è però chi è andato oltre, come i ragazzi della pagina Facebook ‘Il fantacalcio mi ha rovinato la vita’, che di categorie di allenatori ne hanno trovate tante. “Tra di noi ci sono i più disparati tipi di fanta-allenatori -spiega uno dei sette amministratori della pagina -: il talent scout, la vittima, il fissato con le statistiche, lo stratega, quello che arriva senza sapere nulla di ciò che è successo in estate (periodo in cui si svolge il calciomercato,ndr) e che conosce poco i giocatori”. A scapito del nome, i creatori della pagina, nata all’inizio del 2015, non hanno dubbi nell’affermare che  il fantacalcio sia “il gioco più bello del mondo dopo il calcio”. Ma per loro (e non solo) è molto più di un gioco: è uno stile di vita. “Siamo legati ad un fantacalcio vecchio stile – spiegano – e la giornata dell’asta è sempre la più attesa dell’anno. Per noi il fantacalcio ha senso solo se fatto tra amici, altrimenti non c’è divertimento. Non ci piacciono le esasperazioni di chi vuole vincere a tutti i costi, meglio il sano sfottò“. Anche in questo caso gli aneddoti si sprecano, ma i ‘rovinati dal fantacalcio’ si soffermano a raccontarne in particolare: “Durante  scorsa stagione, i nostri Gigi e Gegè si aggiudicarono per una cifra molto ragguardevole (un terzo del budget) Mario Gomez, convinti che avrebbe fatto sfracelli, e invece l’unica cosa che ha sfracellato sono stati i loro poveri fegati. Anche se Gegè,inguaribile ottimista, fino a febbraio continuava a ripetere che la sua squadra sarebbe risorta e con lei anche l’attaccante tedesco”. Il calciatore in questione chiuse la stagione con sole 15 presenze e la pochezza di 4 gol.

donne-calcioPARERE FEMMINILE – C’è infine un’altra categoria degna di essere menzionata: le vittime del fantacalcio. La maggior parte di loro sono le donne, parenti, amiche e soprattutto fidanzate dei ‘fanta-maniaci’. Martina, studentessa reggiana fidanzata con un ‘fissato’ del fantacalcio, spiega così cosa significhi vivere con un ragazzo il cui chiodo fisso sono partite e formazioni. “Non si può parlare di vero amore -afferma- se non si è condiviso con lui le gioie e i dolori del fantacalcio: ore e ore ad aspettare che schieri la formazione, assistere ai suoi lunghi monologhi mentre lui, ricurvo sul cellulare, è intento a pregare per dei voti sufficienti, sperando che il vostro suggerimento sia stato buono e che quel giocatore, scelto minuziosamente tramite una ‘conta’ da prima elementare, entri in campo. Infine asciugare le lacrime versate per l’ennesima sconfitta perché -aggiunge- perde quasi sempre, e gioire di quell’unica vittoria” . Il suo è un invito ad essere “il loro braccio destro, la spalla su cui piangere” senza farglielo pesare, almeno finché “non vi rimprovererà per le troppe scarpe ‘inutili’.

Ma la categoria più rara in assoluto è senza dubbio quella delle ‘amanti’ del fantacalcio. Una di loro è Alice, venticinquenne di Bologna, fidanzata da anni con un altro ragazzo affetto da ‘fantacalcite’ acuta. “Anche se il fantacalcio è argomento di discussione perenne tra il mio ragazzo e i suoi amici -racconta- devo ammettere che è un gioco molto divertente e appassiona anche me. Se avessi delle amiche appassionate di calcio credo che ci giocherei anche io”. C’è però chi esagera e rende un semplice gioco un business, investendo su di esso gran parte dei propri guadagni. “Mi è capitato di conoscere persone -continua Alice- che spendono moltissimi soldi per il fantacalcio. Ritengo sinceramente che sia esagerato e che il gioco debba rimanere tale e non una fonte di guadagno”. A quanto pare lei non è l’unica ad essersi accorta delle degenerazioni nate intorno a questo passatempo. In alcuni Stati degli Usa, infatti, il fantacalcio è stato vietato perché ritenuto gioco d’azzardo che può causare quindi una seria dipendenza. Come sempre, la verità sta nel mezzo. Quel che è certo, è che rimangono 4 giorni, 7 ore, 14 minuti e 34 secondi per schierare la prossima formazione.

di Stefano Frungillo e Giuseppe Mugnano

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