Super batteri: in Italia record europeo di resistenza agli antibiotici

UNA MEDIA DI 5000 DECESSI L'ANNO PER INFEZIONI: E' ALLARME PER LA SALUTE UMANA E ANIMALE

Farmaci“L’era post-antibiotici – nella quale infezioni comuni e lievi ferite possono diventare mortali – ormai lontana dall’essere considerata una fantasia apocalittica, è diventata invece una reale possibilità del XXI secolo”. Così si esprimeva nel 2014 Keiji Fukuda, vicedirettore per la sicurezza sanitaria dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), nella prefazione al primo rapporto ufficiale dell’agenzia Onu sulla resistenza antimicrobica. Da allora la situazione non è migliorata, soprattutto in Italia che si attesta come il Paese europeo con la più alta percentuale di resistenza verso quasi tutti gli antibiotici. Lo rivelano gli ultimi dati presentati qualche settimana fa a Roma in un convegno patrocinato del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Sul tema, sempre lo scorso febbraio, sono intervenuti anche Efsa (European Food Safety Authority) e Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control) lanciando un allarme specifico per l’Europa e per l’Italia sulla gravità della resistenza antimicrobica per la salute umana e animale.

I DATI –  In Europa si aggirano sempre più batteri resistenti ai farmaci e le vittime annuali nel continente sono già a quota 37mila. Per alcune tipologie di microbo, come Campylobacter, la resistenza ai medicinali ha raggiunto per l’uomo oltre il 60% dei campioni: vale a dire che più di metà delle infezioni di campylobatteriosila malattia di origine alimentare più diffusa in Europa, non si possono più combattere coi metodi fin qui utilizzati. Stesso discorso per la salmonellosi: si registra un’alta percentuale di resistenza agli antibiotici tra le diverse tipologie di batteri portatori che attaccano sia animali che esseri umani. In Italia purtroppo questo problema si presenta particolarmente grave: l’uso massiccio di antibiotici in ogni campo, dalla salute all’allevamento all’agricoltura, ha reso il nostro Paese particolarmente sensibile alla piaga dei ‘super batteri’. Ogni anno muoiono circa 5.000 persone in seguito a infezioni batteriche da antibiotico resistenza, polmonite e infezioni al tratto urinario sono le più comuni. Accade soprattutto in ambito di ricovero ospedaliero quando l’organismo è più debole. Proprio negli ospedali il pericolo si palesa in tutta la sua gravità: la persistente minaccia dei ‘super-batteri’ potrebbe portare in futuro alla rinuncia a interventi chirurgici, chemioterapie e altre pratiche mediche salva-vita ma debilitanti per paura di possibili e incurabili infezioni batteriche. Tutto ciò accade anche a causa dell’uso sbagliato di antibiotici. Ma come agiscono di preciso? Come usarli nel modo giusto?

GLI ANTIBIOTICI – Gli antibiotici, per farla breve, sono sostanze prodotte da alcuni tipi di batteri che uccidono altri batteri. Per estensione si chiamano così tutti i farmaci che utilizzano queste sostanze per combattere le infezioni batteriche. Solo ed esclusivamente le infezioni batteriche. Come per tutti i farmaci, non stiamo parlando di strane magie che fanno genericamente “stare bene”. Usiamo come paragone dei normali utensili. Una chiave serve per i bulloni e il martello per i chiodi. Se si cerca di usare un martello per svitare un bullone si passa per matti e si fallisce miseramente. Con i farmaci è la stessa identica cosa. Gli antibiotici servono per i batteri, gli antivirali per i virus e così via. Se si usa un antibiotico per combattere un virus, ad esempio quello dell’influenza, si fallisce miseramente.

AntibioticiMUTAZIONE DEI BATTERI – Il problema principale di sbagliare farmaco non è solo non riuscire a curarsi l’influenza. C’è molto di peggio. Sul e nel nostro corpo vivono normalmente centinaia di tipi diversi di batteri, in manieria silenziosa e innocua.  Il microbo Escherichia Coli, ad esempio, protagonista di una piccola epidemia in Germania nel 2011 con oltre 4.000 contagiati e 50 morti, fa parte della cosiddetta flora intestinale. Ogni volta che si prende un antibiotico, queste popolazioni di batteri possono venire attaccate dal farmaco. Molti verranno sterminati, alcuni più forti sopravvivranno e trasmetteranno ai loro ‘figli’ la capacità di resistenza. Il concetto base dell’evoluzione di Darwin, solo che in questo caso il susseguirsi delle generazioni e dei cambiamenti è questione di poche ore, senza contare che alcuni microbi sono in grado di ‘imparare’ le tecniche di resistenza delle altre specie. Insomma, ogni volta che si usa un antibiotico c’è la possibilità che nascano batteri ad esso resistenti ed oggi, a quasi novant’anni dalla scoperta della Penicillina da parte di Alexander Fleming, esistono batteri quasi invincibili.

Antibiotici

http://www.beatricebiologist.com/

COSA FARE – Il comune cittadino può e deve intervenire sull’uso personale degli antibiotici, per evitare (insieme agli sforzi europei coordinati da Efsa e Ecdc) un ritorno al cupo passato dove ad ogni taglietto si viveva col terrore delle infezioni. L’importante è entrare nell’ordine di idee che gli antibiotici servono solo contro i batteri e solo un medico può capire se si tratta di batteri, virus o altri patogeni. Quindi la regola aurea è assumerli solo su ordine del medico e non usarli mai come farmaci generici. Il medico prescriverà con precisione la durata della terapia antibiotica: essa va seguita con rigore anche se la malattia sembra già essere svanita. Ciò permetterà di distruggere anche le ultime sacche batteriche, viceversa una terapia interrotta prima del tempo permetterà ai batteri fin lì sopravvissuti di riprendersi e diffondere la resistenza sviluppata.

 

di Andrea Prandini

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