Movida ‘sobria’, ma la notte di via D’Azeglio (per ora) non cambia

STOP ALL'ALCOL, LOCALI: "FALLIREMO", COMUNE "SERVE PER RENDERE LA CITTA' PIU' VIVIBILE"

movidaL’arrivo della primavera ha portato con sé un giro di vite per la movida parmigiana dell’Oltretorrente. Da giovedì 24 marzo sono infatti entrate in vigore due nuove ordinanze che vietano la somministrazione e la vendita di alcolici dalle 23 alle 6 per nove dei locali pubblici di via d’Azeglio. Caos totale, con gli esercenti che protestano insieme ai frequentatori, mentre il Comune e la Questura di Parma mantengono ferme le loro posizioni. I locali interessati, tra bar e locali commerciali in cui si vendono alcolici, sono tutti nei paraggi dei portici dell’Ospedale Vecchio, dove i giovani approfittano anche per sedersi e rimanere a parlare fino a notte fonda. Non sono cosa nuova le frequenti lamentele dei residenti per gli schiamazzi notturni e per i disordini che ancora trova nella strada chi esce di buon ora la mattina seguente. Cosa fare? Comune e Questura hanno ritenuto che limitare la vendita degli alcolici potesse essere la soluzione, ma la storia è appena iniziata…

COSA DICONO LE ORDINANZE – Due sono le ordinanze che vietano la somministrazione di alcolici in tarda serata: il Comune ha agito nei confronti di quattro attività commerciali e artigianali di tipo etnico comprese tra via Imbriani e piazzale Inzani, mentre la Questura lo ha fatto per i locali situati di fronte all’Ospedale Vecchio. Nulla cambia di fatto: stop alla vendita di alcol dalle 23 alle 6 in via D’Azeglio e dalle 17 alle 22 in via Imbriani, fino al 30 settembre. “L’ordinanza comunale – spiega l’assessore alla sicurezza del Comune Cristiano Casa – rientra tra le misure anticipate già a gennaio nell’ambito del nuovo Regolamento di Polizia Urbana per rendere la città più sicura e vivibile“. Nella redazione dell’ordinanza “abbiamo tenuto conto – continua – anche delle segnalazioni dei cittadini e delle rilevazioni dei vigili urbani all’interno del quartiere”. Il provvedimento è nato infatti da un’attività investigativa svolta dalla polizia municipale per due mesi raccogliendo testimonianze e analizzando le immagini fornite dalle telecamere della video sorveglianza. “L’ordinanza comunale – conclude Casa – è intesa come un provvedimento urgente per far fronte a comportamenti scorretti“. Le sanzioni previste per via d’Azeglio variano da 25 a 500 euro e possono anche prevedere la sospensione dell’attività; per via Imbriani, invece, si parla di una sanzione di 300 euro e di una possibile sospensione dell’attività fino a 20 giorni.

UN CORO DI PROTESTE – Lo stop all’alcol non ha lasciato indifferente il popolo della movida e ha aperto un dibattito che da giorni infuria sulla rete. I primi commenti sono arrivati dai social network. Tra questi una ragazza sulla pagina Facebook del sindaco Federico Pizzarotti scrive:  “Il mio fidanzato è proprietario di un bar ed è su questa attività che si basa la maggior parte del nostro introito mensile. Ma ecco che in un tranquillo pomeriggio di marzo arriva una notifica dal Comune di Parma. L’avviso è chiaro e diretto: il bar dovrà smettere di servire alcolici dalle 23 alle 6 del mattino. Ho seri dubbi – conclude il post – anche che questa ordinanza aiuterà i cittadini a consumare meno alcolici. Ma ho la certezza, ora più che mai, che questa ordinanza minerà il mio futuro, i miei progetti ed i mie sogni. I miei…e quelli di chi, purtroppo o per fortuna, con questi alcolici venduti dopo le 23 ci paga i conti e ci arriva (a volte) a fine mese“. Non si fa attendere la risposta del sindaco, che spiega anche come l’ordinanza derivi da una decisione della Questura: “Non ci sono accanimenti, ma purtroppo degenerando la situazione della zona, questo è uno dei risultati, che capisco penalizzano dal punto di vista commerciale. I problemi sono diversi, lo spaccio è uno, ma è altrettanto un problema il bivacco, i comportamenti di ubriachi molesti che da anni insistono sulla zona. Il problema è complesso, e da tempo si cerca di intervenire con ogni mezzo”. Anche dai locali etnici di via Imbriani si leva un coro di proteste: “Smettere di vendere alcolici alle 17 è come perdere un pomeriggio di lavoro – spiega un venditore di kebab -. Se qualcuno viene da noi per ora di cena non possiamo dargli nulla da bere, finirà che andranno a rifornirsi da un’altra parte“.

movidaBOCCIATO IL RICORSO AL TAR – Mentre i proprietari dei locali si domandano come si possa trovare una soluzione, il Surfer’s Den e il Mama Cafè sono corsi ai ripari presentando ricorso al Tar. L’istanza non è però stata accolta, anche se entrambi i locali fanno sapere che continueranno la loro battaglia, seppur mantenendo i toni pacifici utilizzati fin d’ora. Il giudice ha infatti ritenuto accertata la “condizione di pericolo per la circolazione stradale, sia per gli avventori dei locali che per i cittadini in transito” e ne ha confermato  la riconduzione alle modalità di esercizio del bar. Mattia Schiaretti, gestore del Mama, chiede, come altri colleghi, di poter incontrare sindaco e assessore Casa, mentre lascia uno sfogo amaro su Facebook: “Vedo il mio lavoro andare a fuoco…i miei sforzi andarsene via…”, sono le sue parole. Non poter vendere alcolici, quando bar a dieci metri più avanti possono invece farlo significa decretare il fallimento: “Un fallimento – continua – non dettato dall’incapacità di lavorare ma da stupidi bambini che ogni giorno vanno in comune a piangere e battere i piedi fino al punto da sfinire la giunta comunale, che prova in qualsiasi maniera ad accontentarli”. Una dura accusa questa contro i residenti, che si lamentano per i rumori fino a tarda notte nella strada e per le condizioni in cui questa viene lasciata.
Anche il sindaco Federico Pizzarotti commenta tramite i social l’esito del ricorso al Tar: “Come in tutte le cose c’è chi sarà contento e chi no”. Un commento che fa infuriare la rete, già piena di messaggi di solidarietà sulle pagine dei locali, piene di hasthag #iostoconviadazeglio, #iostocolmama, #iostocolsurfers.
A parere del primo cittadino il problema non è il fenomeno della movida, ma l’alcool: “Lo stop è agli alcolici, non al divertimento. Esiste una grande verità, e cioè che le due cose possono viaggiare separate. Quante volte ho ricevuto le lamentele dei residenti di via d’Azeglio che mi parlavano di urinate sui muri dell’Ospedale Vecchio, vomitate, risse o goliardate, vetri rotti per strada? Diverse volte. Si divertono tutti così? No, una minoranza. Ma è accaduto, è un dato di fatto. […] Divertitevi, organizzatevi, state insieme, scherzate e riempite di vita via d’Azeglio, nessuno ve lo impedisce. Ma smettiamola di dirci che senza alcol è la morte della vitalità“.

Movida UN VENERDI’ COME TANTI – Nel frattempo, per supportare la battaglia dei due locali, sul web è stata organizzata una manifestazione dallo slogan ‘Sveglia gente, tutti in via d’Azeglio’ che venerdì scorso a partire dalle 23 ha dato appuntamento in via D’Azeglio. Molti i giovani che hanno deciso di sostare davanti ai bar colpiti dall’ordinanza, qualcuno consapevolmente in segno di solidarietà, qualcun’altro meno, come in una normale serata di ‘movida’, altri portandosi birre, vino e drink da casa. Risultato: centinaia di ragazzi in mezzo alla strada fino a tarda notte, anche dove, pochi metri più avanti o lateralmente sulla via, i locali non colpiti dal divieto continuavano a vendere alcolici. L’indomani una nota del Comune informava che, a seguito di controlli in borghese della polizia municipale, è emerso che tre attività artigianali non hanno rispettato l’ordinanza di stop all’alcol dopo le 23, violazione sanzionabile con una sospensione dell’attività di vendita fino a 20 giorni.
Nella stessa sera, spostandosi appena in piazza Ghiaia, altri controlli della municipale hanno ‘scovato’ un esercente che, dai buchi della serranda del locale abbassata, vendeva alcune bottiglie di vino a un 16enne, infrangendo il Regolamento sulla Convivenza che vieta la vendita per asporto di bevande alcoliche in qualsiasi contenitore, dalle 22 alle 6 del mattino, con l’aggravante della vendita a minori.
Controlli e nuove ordinanze si riveleranno efficaci? La storia continua.

 

di Chiara Corradi

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