Webcreativity e post web: dal minimal al rococò

PAOLO SCHIANCHI SPIEGA COME CAMBIA LA CREATIVITA' NELL'ERA DI INTERNET

Paolo_SchianchiNon dà consigli su come diventare creativi in 101 mosse, l’architetto e professore parmigiano Paolo Schianchi, nel suo nuovo libro ‘Webcreativity e visual marketing post web’, presentato qualche giorno fa alla libreria Feltrinelli di Parma nell’ambito del Festival del creatività contemporanea. Si tratta di un testo nato dalle conversazioni filosofiche tra Paolo e la collega Mariagrazia Villa, mentre viaggiavano da Parma a Venezia, dove entrambi insegnano. Scritto nel corso di un’estate e semplificato fino all’osso, il libro vuole parlare ai lettori di tutte le età in modo chiaro, semplice, diretto, inducendoli però alla riflessione e allo sforzo creativo. Proprio la creatività, nell’era del webè infatti tema centrale dell’opera.

Ma Schianchi mette subito in chiaro una precisazione: “Non ho dato regole perché l’atto creativo non ha una regola fissa, nel momento in cui ne creo una, l’ho già distrutta. Ogni atto è a se. Io indico il percorso su come dar vita ad un atto creativo”. In effetti, di creativo il libro ha molto da offrire: dai bizzarri esercizi contenuti all’interno, alle pagine bianche, agli schemi da riempire. Volutamente ‘interattivo’, lascia aperti percorsi di conoscenza che il lettore può completare a piacimento.

WEB E POST WEB – “Questo è un bel titolo, anche se difficile” esordisce presentando l’opera Mariagrazia Villa, giornalista esperta di new journalism e amica da più di trent’anni di Schianchi. “E’ un titolo che risponde alle logiche SEO spiega al pubblico – pensate che in America è stato craccato pochi giorni dopo l’uscita in libreria. Per la casa editrice è stato un problema, per Paolo un successo”. Schianchi, infatti, ritiene che essere stato preda di hacker sia prova di un lavoro che interessa al pubblico moderno. E non può essere diversamente laddove il tema della creatività si intreccia fortemente con le logiche web e post web: “L’avvento di internet ha cambiato la creatività e per capire questo cambiamento dobbiamo studiare il modo in cui essa agisce, in quale contenitore, secondo quali logiche”.
Qualcuno rimane perplesso della sua definizione di ‘post web’, ma quello di cui dobbiamo renderci conto, spiega l’autore, è che il web è superato. “Nel mondo accademico abbiamo già sorpassato il web 3.0, quello in cui l’interazione avviene sia dentro che fuori dal mondo virtuale, e siamo quasi approdati al web 4.0”. E aggiunge: “Il web c’è già stato, ora dobbiamo capire cosa succede dopo che è entrato nelle nostre vite”.

christiane_burkleinCREATIVI SI’, MA SENZA DIMENTICARE L’ETICA – La postfazione del testo è stata affidata a Christiane Burklein, blogger internazionale che, durante la presentazione, ha posto l’accento sulla questione etica, mai scontata anche nel mondo del web. “Paolo ci insegna ad essere creativi in maniera etica, a comunicare in maniera etica. Il web è infido, ci fa credere di comunicare quando invece non diciamo niente, dobbiamo stare attenti a non cadere nei suoi tranelli”. La giornalista Villa non può che sostenere con particolare calore la questione: “E’ facile entrare in circuiti che di etico non hanno nulla, quando lavoriamo sul web”. Per un giornalista è fondamentale riuscire ad esprimersi nel migliore dei modi, con i migliori mezzi possibili, senza però perdere di vista la deontologia e la verità dei fatti. “La comunicazione è uno spazio comune di relazione in cui ci si scambia un dono con una prospettiva di unità. Purtroppo, gran parte della comunicazione web è in senso contrario, verso il fraintendimento”, aggiunge Villa.
Ma nell’epoca del post web, siamo anche di fronte a nuove sfide comunicative. “Oggi leggiamo guardando, se non impariamo a comunicare in modo etico con questi nuovi strumenti, diventiamo novelli analfabeti – ha fatto notare l’autore -. Se imparassimo a leggere le immagini inserite in specifici contenitori, unendo oralità, scrittura e comunicazione visuale, il mondo cambierebbe perché avremmo un nuovo medium. Del resto già si parla di visual journalism…”

UN NEOROCOCO’ –  Ed è proprio partendo dallo studio delle immagini e dei contenuti visuali sui social che gli ‘addetti ai lavori’ sono giunti a una conclusione: “ ‘Less is more’ non funziona più, il minimal ci ha stufato! Internet non è minimal, è rococò, è kitsch e il kitsch ci piace!”, annuncia con entusiasmo Burklein. E Paolo Schianchi non può che essere d’accordo: “Quando pubblichiamo i nostri selfie, siamo rococò. La comunicazione minimale ha perso il suo appeal perché è autoreferenziale, parlo solo a me stesso”. L’essenziale, insomma, non basta più, oggi sono ‘i fronzoli’ a funzionare, “i gattini e i tramonti”, come aggiunge ironicamente (ma neanche troppo) l’autore.

Come in passato la scrittura ha superato l’oralità, oggi le immagini stanno diventando la nuova, principale fonte di espressione. Non a caso la nostra è stata più volte definita ‘società dell’immagine’. Anche le immagini, però, si evolvono con il mutare dei tempi. “In passato in esse si leggeva un mito, un ‘c’era una volta’ che si perdeva in un tempo lontano. Oggi, invece, le vediamo come qualcosa legato al ‘qui e ora’, a ciò che siamo in questo momento. Siamo passati dal ‘c’era una volta’ al ‘c’è in questo tempo’” spiega il professore, facendo però notare come quell’attimo, nel web, possa essere tramandato all’eternità e cambiare significato a seconda del contesto nel quale verrà inserito e conservato. Come sottolineato più volte, il web è ‘un poco di buono’, ma imparando ad usarlo nel mondo giusto e in maniera creativa, dando vita ad atti volti a cambiare la vita degli atri, si potrà assistere alla nascita di nuove opere d’arte, nuovi percorsi.
Del resto, ha detto Schianchi “il nuovo Michelangelo, oggi, avrà circa vent’anni”.

 

di Veronica Rafaniello

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