Lo sviluppo del futuro entra in Università: nasce il Dipartimento per la Sostenibilità

UN'INTERA OFFERTA FORMATIVA DEDICATA, PRIMO CASO IN ITALIA E IN EUROPA

Sostenibilitàdi Alessio Malcevschi, delegato del Rettore per la Sostenibilità |

Lo scorso 26 settembre l’Assemblea delle Nazioni Unite ha solennemente approvato l’Agenda 2030 il cui titolo è “Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. A questa agenda dovrebbero attenersi le azioni degli stati e delle istituzioni nei prossimi 15 anni. Per quanto riguarda il mondo dell’Università il concetto di sostenibilità, già a partire dalla dichiarazione di Talloires (1990), molte dichiarazioni e carte sono state sottoscritte da università di tutto il mondo allo scopo di introdurre nei curricula i temi legati al degrado ambientale ed alla ricerca di nuovi modelli di produzione e consumo. In questa nuova sensibilità per il concetto di sostenibilità si riflette la necessità per il mondo dell’Università di ripensare la propria ragione d’essere e riconsiderare i propri scopi e la propria funzione in un mondo legato ad un modello di sviluppo che non solo non è più in grado di soddisfare i bisogni del presente di un numero sempre maggiore di persone ma sta compromettendo anche la possibilità delle generazioni future di poter usufruire molti delle conquiste sociale ed economiche ottenute negli ultimi decenni. La possibilità di vincere le  sfide ambientali, economiche e sociali indicate nell’Agenda 2030 dipende essenzialmente dal prestigio di chi li governerà, purtroppo la credibilità dei leader politici di molti paesi che hanno sottoscritto questo impegno è scarsa come ci insegnano ad esempio  i recenti eventi legati alla incapacità dell’Europa di affrontare in maniera unitaria la tragedia dei migranti. Per questo il perseguimento dei contenuti dell’Agenda possono e devono dare al mondo dell’Università la responsabilità di riacquistare quel ruolo di guida ed autorevolezza che si è perso negli ultimi decenni. Le Università del futuro dovranno perseguire sempre più politiche di sostenibilità, non solo al loro interno ma dovranno anche farsi carico della responsabilità di incentivare la collaborazione tra il mondo accademico ed il territorio, diffondendo innovazione sociale e favorendo progetti e processi orientati ad un’economia circolare, rispettosa dell’ambiente e consapevole della limitatezza delle risorse naturali a disposizione.

L’Ateneo di Parma, in tale contesto, tenuto conto dei valori culturali, umani, etici e scientifici che sono alla base del principio di sostenibilità e conscio, nel contempo, del ruolo che l’istituzione universitaria ha nella società e nella formazione delle presenti e future generazioni, ha deciso di intraprendere a partire dall’ultimo anno un percorso che lo ha portato a fare del  concetto di “sostenibilità” un elemento fondante la sua identità da sviluppare con  il contributo delle diverse componenti della comunità universitaria: studenti, docenti e personale tecnico amministrativo. In particolare per quanto concerne gli studenti si opererà in modo che l’offerta formativa sulla sostenibilità si possa sviluppare nella sue varie accezioni ambientali, economiche, sociali e tecnologiche mediante l’incentivazione di uno studio sistemico e transdisciplinare necessario per la comprensione delle questioni connesse per esempio alle tecnologie di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile del territorio urbano sino alla blu economy. Nell’ambito della Interazione territoriale e terza missione dell’Università e tenendo conto che una delle competenze strategiche di eccellenza dell’Università di Parma, in tutti gli ambiti disciplinari è legata al “food”, si cercherà di sviluppare progetti, azioni e strategie autorevoli e significative, in grado di coinvolgere il territorio sui temi della sostenibilità nel ciclo cibo/suolo rafforzando in collaborazione con la società civile ed economica. Questo nuovo corso si è tradotto non solo nell’inserimento della sostenibilità nel articolo 1 del nuovo statuto e nel piano strategico 2016-2018 ma anche ha portato alla adesione dell’Università di Parma alla rete italiana delle Università sostenibili (RUS) ed alla formazione del nuovo Dipartimento di Scienze Chimiche, della vita e della sostenibilità ambientale, primo caso non solo in Italia ma anche in Europa dove la tematica della sostenibilità diviene centrale nella missione sia della didattica che della ricerca. Per suggellare questo impegno dell’Università di Parma per il  trasferimento dei principi della sostenibilità al territorio, sia a livello locale che internazionale, è poi giunta l’adesione ufficiale dell’Università di Parma il 31 marzo alla rete Global Universities Partnership on Environment and Sustainability – GUPES., in presenza del Rettore Prof. Loris Borghi e del Dott. Wondwosen Asnake rappresentante per l’Europa del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.

La sostenibilità, come sottolineato anche dalla straordinaria enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco e dalla COP 21 di Parigi del dicembre scorso, è non solo una necessità per affrontare temi fondamentali come i cambiamenti climatici, la dignità umana , il rispetto dell’ambiente ma è  un’occasione imperdibile per dare nuovi orizzonti di speranza al nostro futuro.

 

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