Industriae Performing Arts: le creazioni di Lenz per il 2016

DALLA SHOAH ALLA TRADIZIONE DI VERDI E SHAKESPEARE, TRA ALLESTIMENTI SITE SPECIFIC E NUOVI LINGUAGGI TEATRALI

Il Furioso, Lenz Fondazione  - © Francesco PitittoQuando l’arte, che sia teatro, musica, pittura, non si limita all’abbellimento ma alla “ricerca di una sensibilità differente“, si approda a creazioni frutto di una riflessione nel segno della contemporaneità che dà nuova vita alla cultura. E lo fa trasformando esperienze e anche condizioni di debolezza in linguaggi artistici, luoghi della città in allestimenti site specific che diventano teatro di un’arte come condivisione. E’ il nodo cruciale della ricerca che da anni conduce a Parma Lenz Fondazione. Lo stesso segno che si ritrova nella nuova rassegna della fondazione, ‘Industriae Performing Arts‘, che, dopo l’anteprima dell’8 aprile, partirà ufficialmente dal 25 di questo mese con un cartellone di perfomances, spettacoli, laboratori, seminari e ospitalità internazionali in programma fino a dicembre 2016.

LA DIVERSITA’ COME CREATIVITÀ – La produzione culturale della fondazione, nata nel 2015 raccogliendo l’eredità di Rifrazioni e Natura dei Teatri, si fonda, su un retaggio storico che da anni ha condotto sperimentazione e laboratorio come in una fabbrica di avanguardie. Tradizionalmente Lenz si pone come punto di ricerca di una bellezza impossibile perché inedita, inaudita e inenarrabile, un punto di arrivo/partenza all’interno di un circuito visionario diversamente sensibile. Lenz è il nome di un personaggio, tratto da una novella dell’autore tedesco Georg Büchner, che diventa folle perché non riesce a tenere il passo con il suo tempo, o viceversa, il suo tempo non riconosce la sua opera. “Abbiamo assunto il suo nome, trent’anni fa, per andare alla ricerca di una sensibilità differente, già presente nella realtà esperita da uomini e donne in condizioni di debolezza per il vivere quotidiano ma che, in alcuni casi, si è rivelata portatrice di una condizione creativa ed espressiva impossibile da ritrovare nella finzione richiesta dall’arte teatrale”, spiega il direttore artistico Francesco Pititto. Su questi stessi presupposti si basa Industriae Performing Arts.

Verdi Re Lear, Lenz Fondazione  - © Francesco PitittoINDUSTRIAE PERFORMING ARTS – Due le novità salienti annunciate durante la presentazione della rassegna 2016 nella Sala di Rappresentanza del Comune di Parma. La prima riguarda il Festival Natura dèi Teatri, giunto alla sua ventunesima edizione, che quest’anno allarga i propri orizzonti prevedendo una sezione estiva (dal 16 giungo al 3 luglio) e una invernale (dal 17 novembre al 3 dicembre). La seconda novità, a sostegno del riconoscimento che ormai da anni a Parma riceve Lenz, è l’ingresso dell’Università di Parma tra i soci sostenitori della Fondazione. “Un’operazione di notevole rilevanza dal punto di vista istituzionale e culturale. Rispetto al passato è un passo ulteriore ed importante”, sottolinea Luigi Allegri, direttore del Dipartimento Lass, spiegando le motivazioni che hanno convinto l’Ateneo ad accettare la richiesta della stessa Fondazione.

Lenz Fondazione Industriae 2016IL PROGRAMMA 2016 – Industriae Performing Arts prevede cinque linee di ricerca drammaturgica. La prima, ad inaugurare la stagione, è collegata ai temi della Resistenza e dell’Olocausto in particolare riferimento alla città di Parma. Su testo originale di Francesco Pititto, con la regia di Maria Federica Maestri e realizzato con la consulenza dell’Istituto Storico e dell’Età Contemporanea di Parma, dal 25 aprile verrà rappresentato in prima nazionale a Lenz Teatro di via Pasubio, ‘Kinder‘ (Bambini), con la partecipazione di dieci bambini del Coro di Voci Bianche ArsCanto Giuseppe Verdi. Lo spettacolo porta in scena l’assurdità della guerra manifesta attraverso la rappresentazione della cattura di sei bambini parmigiani deportati nei campi di sterminio con l’unica colpa di essere ebrei. Sul palco, assieme ai bambini del coro di voci bianche loro coetanei, anche Valentina Barbarini. Un’opera di memoria contemporanea, tra passato e presente. “È nel presente che pensiamo di elaborare l’oblio, la distanza, la smemoratezza – spiega Pititto – nel ‘qui e ora’ a dar corpo ad essenze che si allontanano veloci nel tempo, pur continuando a guardarci in faccia come angeli volanti all’indietro”. Inserito all’interno della sezione estiva del Festival, insieme ad alcune ospitalità intorno al tema concettuale della rassegna Punto Cieco, verrà rappresentato l’esito della lunga riflessione sull’Orlando Furioso dell’Ariosto. Si tratta degli ultimi quattro episodi del progetto biennale ‘Il Furioso‘ realizzato in collaborazione con l’Ausl-Daism (Dipartimento Assistenziale Integrato Salute Mentale) vedrà in scena l’ensemble degli attori sensibili di Lenz e l’esito performativo della residenza del coreografo austriaco Simon Mayer. In occasione dell’anniversario dei quattrocento anni dalla morte di Shakespeare, Lenz presenterà alcune creazioni ispirate ai monumenti drammatici che hanno segnato il processo poetico del drammarurgo inglese: Macbeth, Romeo and Juliet, Hamlet e King Lear. Primo fra questi il monologo ‘Hamlet Solo‘ dell’attrice sensibile Barbara Voghera, seguito a giugno dal debutto di ‘Macbeth‘ con Sandra Soncini. ‘Romeo and Juliet‘ sarà invece riproposto con il concerto contemporaneo già creato per Lenz da Carla Delfrate nella forma di una scrittura musicale per voci d’attrice. Prima però, a ottobre, in un omaggio che da Shakespeare arriva a Verdi, sarà invece la volta di Blindness, estratto del ‘Verdi Re Lear’, con i cantanti del Conservatorio Boito di Parma e Rocco Caccavari, presidente onorario di Lenz, tra i performer. L’incursione nel patrimonio di opere del maestro di Busseto, in particolare nel Don Carlo, troverà spazio anche all’interno del programma del Festival Verdi con l’installazione site-specific e performance ‘Autodafè‘, con musiche di Andrea Azzali. All’interno di ‘Verdi Melodramma’, Lenz presenta un progetto di lettura e riscrittura di suoni e immagini delle partiture verdiane attraverso rielaborazioni di musicisti contemporanei.

Tornando a novembre invece, andrà in scena l’ultimo espisodio della trilogia dedicata all’ ‘Hyperion‘, opera del romantico tedesco Friedrich Hӧlderlin, autore fondamentale nella definizione dell’estetica della fondazione. Fatto interessante, la performance sarà frutto della residenza artistica del compositore elettronico polacco Paul Wirkus, già collaboratore nelle edizioni passate del festival. A completare la rassegna, nella seconda parte di Natura Dèi Teatri, da novembre tornerà a Lenz anche il performer britannico Tim Spooner.

 

di Michele Panariello e Stefano Frungillo

Scrivi un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*