Bagni pubblici: “tragedia” per cittadini e turisti ma vespasiani in arrivo

QUESTI SCONOSCIUTI: ALCUNI CHIUSI O MAL SEGNALATI, COMUNE: "RIQUALIFICAZIONE E NUOVI SERVIZI DAL PROSSIMO ANNO"

Parma vuol dire gastronomia. Una delle città più gustose d’Italia, che offre ai suoi fortunati visitatori le delizie del Parmigiano e del Prosciutto crudo, per non parlare del resto. L’umana biologia però pretende che alle gioie del palato seguano funzioni fisiologiche che non si è ancora trovato il modo di evitare. Che fare dunque quando ci si trova in quell’impellente bisogno?

Bagno Piazza Ghiaia

Piazza Ghiaia

ALLA RICERCA DEL BAGNO PERDUTO – Metti un sabato sera in Strada della Repubblica, ore 20:30 e un bisogno fisiologico impellente. Pipì, per intenderci. Continui a guardare ogni cartello nella speranza di vedere materializzato quello con su scritto ‘Wc’. Acceleri il passo e prende forma in te l’idea che non riuscirai mai ad arrivare a casa prima che il bisogno fisiologico si trasformi in un’esperienza mistica di quelle che non vorresti vivere mai. Decidi quindi di non aspettare e di andare alla ricerca di un bagno. Da dove cominci? Ci sarebbe un bar in Piazza Garibaldi. Entri e chiedi di poterlo usare senza consumare? Imbarazzante, meglio un bagno pubblico, magari. Fermi il primo signore che ti passa accanto e gli chiedi l’informazione. “Guardi, dovrebbe essercene uno proprio qui, sotto i Portici del Grano, in Albo Pretorio”, ti risponde. Bingo! Attraversi la strada e ti precipiti nel luogo indicato dal sant’uomo. Nessun cartello sotto ai portici, ma ti avvicini all’ingresso dell’edificio, immaginando che il bagno sia al suo interno. Potrebbe essere stata un’intuizione brillante la tua, ma è tutto chiuso, dalle 20. Ti rimetti in marcia, percorrendo via Mazzini quasi facendotela sotto. Arrivi in Piazza Ghiaia e a un tratto una visione celestiale: ‘Wc’. C’è un bagno pubblico sotto la scalinata, lato torrente. Arrivi davanti alla porta: chiuso. Dalle 19, questa volta. Con la vescica quasi esplosa, decidi di fermarti al primo bar in via d’Azeglio. Compri una bottiglietta d’acqua per mandar via l’imbarazzo tipico di quando usi il bagno in un locale senza consumare. Paghi e aspetti il tuo turno. La porta si apre e quasi non ti sembra vero, ma, quando entri, la sorpresa: Wc alla turca, non il massimo per una ragazza. Esci senza farla e, pregando che sia la volta buona, entri in un altro locale: altra bottiglietta d’acqua e corri in bagno.
Metti un sabato sera, 21:30 circa e una vescica finalmente vuota. Torni a casa con due bottigliette d’acqua e ricordandoti, la prossima volta, di avere bisogni fisiologici solo prima delle 19:00!

Insegna Bagno Ducale

Parco Ducale

SCUSI, POSSO USARE IL BAGNO? – Trovare un bagno pubblico a Parma non è così semplice come può sembrare; in città la ricerca di una toilette riserva diverse complicazioni. La lista presente sul sito del Comune non è aggiornata e indica servizi ormai chiusi o non agibili. La cooperativa sociale Avalon, che ha in gestione il controllo e la manutenzione, offre un servizio di custodia fisso nelle postazioni di Piazza Ghiaia e Parco Ducale, servizio che copre dieci ore al giorno (dalle 9 alle 19). Oltre a questi due in centro storico, Avalon ne gestisce altri quattro, uno al parco Cittadella, uno al Parco Ferrari e altri due nei solo giorni dei mercati rionali, in via Osacca e via Traversetolo. A questi si aggiunge il bagno in Albo Pretorio (sotto i Portici del Grano), gestito dal Comune, la cui condizione però è discutibile. Non solo i servizi sono pochi ma anche segnalati male, con indicazioni inesistenti oppure collocate solo nelle immediate vicinanze. “In 22 anni che abbiamo in gestione questo servizio – lamenta Pietro Pomelli, socio della cooperativa Avalon – abbiamo visto ridursi di anno in anno il numero di bagni aperti“. Riduzione dovuta sia ad atti gratuiti di vandalismo che hanno distrutto i servizi, sia a bagni che non rispettano più le norme di sicurezza e quelle sulle barriere architettoniche (come nel caso di quelli accanto al Regio), sia per carenza di fondi. Disservizio mal digerito anche dai commercianti di Parma, che per legge sono obbligati a permetterne l’accesso. Ecco allora che in certi orari cruciali, questi si vedono i bagni assaltati, ma quando al via vai non corrisponde un aumento delle entrate, qualcuno mugugna. Tra di loro c’è però chi avanza una soluzione: “In via d’Azeglio noi commercianti siamo disposti a farci carico della copertura serale di wc in zona – dichiara il titolare del Dulcamara – a patto che il Comune allenti le stringenti misure relative alla movida”.

Bagno Albo Pretorio

Albo Pretorio

TURISTI? “DEVO PORTARLI AL MUSEO” – La presenza di turisti a Parma è in aumento costante da anni. Purtroppo, vizio diffuso dell’accoglienza nostrana, la città rimane estremamente carente nel soddisfare il bisogno di sanitari dei turisti impegnati a visitare il centro storico. Guide turistiche parmigiane denunciano l’imbarazzo che provano ogni volta che un turista fa la fatale richiesta ‘Scusi, dovrei andare in bagno’. “È una tragedia, soprattutto da quando hanno chiuso i bagni accanto al Regio – spiega Francesca, guida con esperienza decennale dell’Associazione guide turistiche di Parma-. I tragitti di visita vanno dal Teatro Regio al complesso di piazza Duomo. Non posso certo fare una deviazione fino in piazza Ghiaia o addirittura fino ai bagni del parco Ducale, che oltretutto mi sento di sconsigliare. Abbiamo chiesto più volte al Comune di intervenire, ma finora le risposte sono state poche e non sufficienti”. Dello stesso tenore è il parere della collega Elisabeth dell’assocazione Quattro passi per un ducato: “Ci dobbiamo ogni volta ingegnare. Finiamo per consigliare ai turisti di ‘farla’ in autogrill o in albergo, prima di iniziare il giro. Altrimenti, con quelli del Regio ora chiusi, sfruttiamo le visite al Battistero e al Museo Diocesano per indirizzarli al bagno museale”. Parma attira un turismo di età piuttosto avanzata, quindi il problema di dove trovare un bagno è sempre particolarmente impellente”. Per i turisti oltre al danno c’è la beffa: il bagno pubblico pensato per loro è quello gestito dal bar Toschi, di fronte al posteggio degli autobus privati. Il bagno però funziona solo quando il locale è aperto, finendo per essere chiuso nei festivi proprio quando ce ne sarebbe più bisogno.

VESPASIANI “DI DESIGN” IN ARRIVO IN CENTRO – Che soluzione ha allora in mente il Comune? In merito l’assessore all’urbanistica Michele Alinovi fa sapere che è in programma una generale riqualificazione dei bagni già esistenti e che è già stato avviato un progetto per dotare il centro storico di un certo numero di ‘vespasiani’, cioè di orinatoi, all’inizio del prossimo anno. “Questi vespasiani sono oggetti di design, è stato fatto un apposito studio da parte dei fornitori affinché si integrino dal punto di visto estetico con il resto del centro storico. Saranno collocati in due aree ancora da decidere del centro e ne collocheremo alcuni anche in via d’Azeglio“. Una soluzione, questa, che potrebbe migliorare la situazione della via della movida, dove la carenza di bagni trasforma spesso gli angoli delle vie limitrofe in orinatoi all’aperto. A riguardo però il parere dell’assessore alla sicurezza Cristiano Casa è scettico. “La presenza o meno di bagni pubblici c’entra relativamente con l’inciviltà di chi usa le strade come gabinetto. Temo che anche con una maggiore disponibilità il problema della maleducazione di certe persone non si risolverà”.

 

di Andrea Prandini, Vincenza Di Lecce, Rocco Lapenta

1 Commento su Bagni pubblici: “tragedia” per cittadini e turisti ma vespasiani in arrivo

  1. Istallare vespasiani e orinatoi è sempre una gran bella cosa, specie nelle vie della movida! Quando è tarda notte dopo aver bevuto diversi drink, trovare un vespasiano è una gioia! Dovrebbero essere istallati sempre molto numerosi in ogni città!

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